Sei alla ricerca di un dentista che sappia risolvere in modo corretto la tua malocclusione mediante una terapia linguale senza attacchi? Bene, leggi attentamente quanto segue.
Il primo fattore discriminante tra chi è davvero bravo e chi no è l’archivio fotografico dei casi clinici in cura o trattati in passato.
Quali foto richiedere?
Chiedete pertanto di farvi mostrare casi simili al vostro, attraverso delle foto prima, durante, dopo e ovviamente quelle dell’apparecchiatura utilizzata per i casi clinici in questione. La mancanza di foto in un qualsiasi step di questo percorso (prima-durante-dopo) nonché di foto che dimostrano quale apparecchiatura è stata utilizzata nel caso in questione ci devono far capire che c’è qualcosa che non va. Se mancano ad esempio le foto dell’apparecchio potrebbe trattarsi di un risultato terapeutico ottenuto con attacchi o brackets, se mancano le foto finali è molto probabile che il caso non sia mai stato concluso.
Diffidate di chi vi fa vedere solo dei disegni o dei video virtuali e non foto cliniche. Tutto il materiale che non è clinico potrebbe essere solo frutto di un progetto virtuale mai ottenuto nella realtà.
Chiedete allo specialista di mostrarvi anche foto di casi clinici diversi dal vostro. Chi è davvero esperto di ortodonzia linguale senza attacchi avrà sicuramente risolto con questa metodica malocclusioni complesse come quelle estrattive, le seconde classi, le terze classi, i morsi aperti o profondi (open e deep bite), il recupero dei denti inclusi e le agenesie dentarie. Chiedete di mostrarvi queste terapie e non dimenticatevi di chiedere le foto dell’apparecchiatura.
Quali malocclusioni si possono risolvere?
Terzo fattore da considerare è la confidenza che il dentista ha con la terapia linguale senza attacchi. Chi è davvero bravo vi dirà che si possono risolvere tutte le malocclusioni con stessi risultati e tempistica delle tradizionali terapie con attacchi. E ancora una volta lo farà dimostrandolo, mostrandovi il percorso clinico e fotografico di casi clinici già trattati.
Quali rischi si corrono se la terapia è eseguita da personale inesperto?
Il principale rischio è rappresentato da un prolungamento dei tempi della terapia oltre che da un risultato funzionalmente ed esteticamente non valido. A seguire vi sono i frequenti distacchi delle apparecchiature con possibili fastidi sia alla lingua che alla fonetica (proprio quei fastidi che chi sceglie questa terapia non vuole).
Attivazioni scorrette possono creare danni ai denti (tipo riassorbimenti radicolari) ed ai loro tessuti di supporto e questi insieme alla possibilità di danneggiare lo smalto dei denti (gestendo in modo scorretto l’adesione od il distacco dei fili) rappresentano i rischi più gravi in mani in esperte.
Pertanto il consiglio è quello di informarsi bene per evitare di imbattersi in due principali rischi. Il primo è ottenere un risultato esteticamente e funzionalmente non valido. Il secondo rischio è la possibilità di danneggiare i denti con l’uso improprio delle frese ( così come può accadere durante la rimozione delle classiche apparecchiature con attacchi e sempre per mancanza di esperienza).
Cosa fare per avere informazioni sull’operatore?
Il primo passo molto semplice è consultare on line il curriculum dello specialista in ortodonzia per cercare riconoscimenti, pubblicazioni, relazioni a congressi, Master e corsi rilevanti rispetto al settore dell’ortodonzia ed in particolar modo dell’ortodonzia invisibile linguale fissa senza attacchi.
Di seguito un elenco delle principali malocclusioni da richiedere:
morso aperto: situazione in cui i denti non contattano tra loro
morso profondo: i denti si sovrappongono più del dovuto e nei casi più gravi gli incisivi inferiori masticano la mucosa palatale.
terza classe: alterato rapporto antero posteriore delle arcate dentarie con un posizione più avanzata di quella inferiore
denti inclusi: è possibile attaccare all’apparecchio dei denti finti in resina nell’attesa del recupero del dente incluso, in modo da mascherare lo spazio vuoto creato dalla rimozione del dente da latte
seconda classe: alterato rapporto antero posteriore delle arcate dentarie con un posizione più avanzata di quella superiore
estrazioni dentarie: quando per la risoluzione delle malocclusioni è necessario estrarre dei denti gli spazi estrattivi vengono mascherati dal posizionamento di finti denti in resina, fissati all’apparecchio linguale, finché tali spazi non verranno occupati dallo spostamento dei denti adiacenti e si chiuderanno del tutto.
Agenesie dentarie: l’apparecchio ortodontico è utile a recuperare lo spazio necessario ad inserire il dente che non si è formato ed anche per fissare un dente finto in resina in modo da mascherare lo spazio creato prima dell’inserimento del dente definitivo.
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