Per i pazienti che non conoscono questo utile strumento, la diga di gomma è un sottile foglio quadrato in lattice (ne esistono anche latex-free per chi avesse problemi di allergia) usato per isolare uno o più denti dal resto del cavo orale in modo da evitare ogni tipo di contaminazione batterica isolando dalla saliva e dal respiro stesso del paziente.
Viene usata principalmente per procedure odontoiatriche afferenti le branche dell’endodonzia (devitalizzazione) e della conservativa (otturazioni o ricostruzioni).
I vantaggi dell’uso della diga di gomma in odontoiatria sono evidenti per entrambe le parti. Se da un lato protegge il paziente dal rischio di ingerire detriti dentali, piccoli strumenti o sostanze chimiche utilizzate durante la terapia, dall’altro offre al dentista la possibilità di operare in un campo chirurgico pulito e di avere una migliore visione dell’area di lavoro.
Le otturazioni eseguite senza diga di gomma hanno un elevato rischio di infiltrarsi e di cariarsi di nuovo nel tempo poichè la cavità rischia facilmente di contaminarsi con i batteri presenti nella saliva e nel respiro stesso del paziente.
Le terapie canalari o endodontiche eseguite senza diga di gomma possono invece nel tempo dare origine ad un granuloma sotto al dente dovuto alla contaminazione batterica dei canali prima della loro chiusura.
Il dentista con la diga di gomma ha la possibilità di operare in modo molto più preciso e realizzare terapie molto più predicibili nel tempo aumentando la percentuale di successo della terapia.
Tutti a favore pochi la usano
Uno dei più grandi endodontisti al mondo, Arnaldo Castellucci, tempo fa ha scritto:
“quando l’isolamento con diga non è possibile, il clinico ha due possibilità: una è renderlo possibile, e l’altra è estrarre il dente! Non esiste altra scelta.”
Qui il testo completo.
Leggendo le discussioni in forum di settore o in gruppi Facebook dedicati ai professionisti, come quello di Zerodonto sembra che tutti i dentisti italiani siano a favore della diga di gomma lanciando rimproveri a chi prova, anche solo per curiosità, a cercare almeno un motivo per cui un dentista possa essere portato a non usare questo strumento.
Spesso qualcuno si lancia nell’impresa immaginando tra gli svantaggi della diga il tempo e la difficoltà della sua applicazione o la riluttanza del paziente ad accettarla. Motivazioni che vengono immancabilmente superate dai vantaggi del suo utilizzo.
Mettendoci nei panni di un qualsiasi paziente che per un motivo o per l’altro si ritrova a leggere queste discussioni, l’idea che se ne farà è che tutti, ma proprio tutti i dentisti non curano una carie se non hanno a disposizione una diga di gomma.
Un’immagine certamente confortante, soprattutto dopo averne conosciuto i benefici, ma la realtà dei fatti purtroppo è ben diversa. A quanto emerge dai dati, gli studi dentistici che offrono ai propri pazienti terapie in sicurezza sono solo una piccola percentuale che si aggira intorno al 5%. Infatti, analizzando il numero totale di ricostruzioni e trattamenti endodontici e rapportandolo al numero di dighe vendute, si può abbastanza facilmente dedurre che solo circa il 5% dei restauri viene effettuato con l’utilizzo della diga di gomma.

A questo punto viene da chiedersi se non abbia ragione Castellucci ad auspicare che l’uso della diga di gomma diventi obbligatorio e non solo fortemente raccomandato da tutte le accademie e le società scientifiche.
…non esiste un motivo razionale per lo scarso impiego della diga perché i vantaggi sono assodati ed indiscutibili e tutti insieme concorrono ad aumentare la qualità della prestazione fornita al paziente…
Dal primo isolamento eseguito oltre un secolo fa sono cambiati gli strumenti, sono cambiate le tecniche e sono cambiate anche le conoscenze scientifiche del sistema dei camali radicolari: tuttavia ancora oggi in nessun caso viene considerata la possibilità di rinunciare all’utilizzo della diga, che rimane da oltre un secolo il primo vero passo verso l’eccellenza in endodonzia.
L’ISOLAMENTO DEL CAMPO OPERATORIO IN ENDODONZIA
Società italiana di endodonzia (SIE)
Comitato Italiano di Coordinamento delle Società Scientifiche Odontostomatologiche — C.I.C.
Chi non usa la diga di gomma non è un buon dentista?
Mettendoci sempre nei panni del paziente di prima che ha avuto la pazienza di leggersi tutta la discussione riguardante l’uso necessario o meno della diga di gomma, la seconda immagine che ne viene fuori è che chi non la utilizza è un cattivo dentista.
L’uso o meno di certi strumenti come la diga di gomma o il microscopio elettronico in realtà non può essere considerato l’unico fattore su cui valutare la bravura di un professionista ma certamente l’uso della diga dovrebbe essere imprescindibile.
Il punto su cui mettere l’accento è l’impegno del professionista di garantire l’eccellenza della prestazione ai propri pazienti.
Garantire l’eccellenza della prestazione
Garantire l’eccellenza della prestazione vuol dire mettere al servizio del paziente la conoscenza, le procedure e gli strumenti migliori per raggiungere il miglior risultato possibile.
Essere a conoscenza dei vantaggi nell’uso di specifici strumenti e decidere volontariamente di utilizzarli vuol dire offrire mediamente prestazioni migliori.
Al contrario chi decide deliberatamente di non usare tali strumentazioni deve accettare che il suo lavoro non può superare un certo livello di qualità e di conseguenza essere consapevole di non offrire il meglio ai suoi pazienti.
E dunque quando NON usare la diga di gomma? Per i migliori la risposta è scontata, dunque proviamo a porre la questione sotto altri termini: quanto deve essere bravo un dentista per evitare di contaminare un’otturazione senza usare la diga di gomma? Soprattutto, quanti pazienti sapendo realmente i vantaggi sull’uso della diga di gomma e sapendo che una terapia eseguita su un loro dente può durare molto di più sarebbero felici di vedere che non viene utilizzata?