Questo è uno dei miti difficili da sconfiggere: la pulizia dei denti rovina lo smalto? No, non è così. O meglio, un lavoro eseguito da un professionista e con strumenti adeguati non rischia di rovinare, graffiare o scheggiare in alcun modo lo smalto.
Ma ci sono delle precisazioni da fare. Anche se è vero che una pulizia dei denti professionali è innocua nei confronti dei denti, anzi partecipa attivamente per evitare carie e infiammazione del parodonto, potrebbero esserci condizioni differenti. Vale a dire?
Cos’è la pulizia dei denti e in cosa consiste
La pulizia dentale (nota come detartrasi o ablazione del tartaro) è un’attività svolta in uno studio dentistico professionale da un igienista, o in casi specifici dallo stesso odontoiatra, per rimuovere placca e tartaro che si accumulano tra i denti. Serve a scongiurare:
- Carie
- Parodontite
- Gengivite
Questa procedura viene eseguita utilizzando una miscela di acqua e polvere (eritritolo) molto sottile – ha una granulometria di 14 micron – oppure con strumenti manuali, sonici e ultrasonici che permettono di togliere i residui di placca (non tolti da spazzolino, scovolino e filo interdentale) che si mineralizzano e si trasformano in tartaro.
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Perché la pulizia dei denti non rovina lo smalto
Il primo motivo da seguire: tutti gli strumenti sono pensati per lavorare a contatto con lo smalto, quindi a non rovinarlo ma a togliere solo i residui di placca e tartaro.
Questi ultimi sono i reali nemici di una corretta salute dentale. Certo, gli strumenti usati possono provocare dei danni allo smalto in linea teorica ma dobbiamo contestualizzare.
Come già detto, tutti gli strumenti sono pensati per lavorare a contatto con lo smalto, quindi a non rovinarlo ma a togliere solo i residui di placca e tartaro. Vale a dire i reali nemici di una corretta salute dentale. Gli strumenti possono lasciare danni allo smalto se manca:
- Competenza nell’usare gli strumenti
- Scelta adeguata in un caso specifico
- Se sono usurati
Chi si occupa della pulizia dentale deve essere in grado di decidere cosa usare e come agire. È chiaro il punto espresso in precedenza: la pulizia dei denti rovina lo smalto? No, in nessun modo può palesarsi quest’eventualità se si scelgono strumenti giusti e si usano seguendo le regole. Opzioni che dovrebbero essere la base.

Inoltre bisogna considerare che l’azione dei vari ablatori sonici e ultrasonici, così come lo specillo (uncino per ispezionare la superficie dei denti), non si concentra su un unico lato del dente coperto dallo smalto ma sul solco gengivale. Ovvero lo spazio tra dente e gengiva nel quale si accumula placca e tartaro.
Però la pulizia dei denti può fare male, vero?
Sì, in alcuni casi la pulizia dei denti può essere dolorosa, anche se oggi ci sono delle tecniche minimamente invasive (GBT). Forse per questo viene considerata una pratica potenzialmente dannosa per lo smalto. A volte si prova fastidio anche dopo la pulizia ma questo può essere perfettamente normale. Soprattutto se ci sono accumuli di placca batterica e tartaro dovuti a una mancata pulizia nel corso degli anni e infiammazioni delle gengive.
In questi casi è normale sentire dolore durante la pulizia dei denti e avere del sanguinamento. Ma questo non deve essere confuso con un possibile danno allo smalto. Anzi, basti pensare che si sta combattendo la parodontite.
Cosa può rovinare veramente lo smalto?
Meglio concentrarsi su altre cause se si cerca un colpevole che danneggi lo smalto. Ad esempio si potrebbero registrare danni con uno spazzolamento troppo energico o con l’uso di stuzzicadenti, senza dimenticare alimenti acidi come il limone.
Casi di erosione e abrasione si manifestano anche con l’eccessivo contatto con i succhi gastrici, condizione tipica di chi vomita continuamente come i casi di anoressia e bulimia. In molti casi la soluzione può essere la correzione delle cause che rovinano lo smalto e l’applicazione di faccette dentali.