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Dentista per bambini con disabilità

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Che i bambini abbiano paura del dentista è un dato certo. Pertanto, affinché collaborino attivamente alle cure, è necessaria una maggiore sensibilità da parte dell’ odontoiatra e del suo team nei confronti dei piccoli pazienti.

Alcuni bimbi, a causa di deficit fisici e psichici, non sono  in grado di partecipare alle terapie.

In questi casi si rende necessario un approccio complesso che prevede l’ utilizzo di tecniche comportamentali o della sedazione per garantire la riuscita del piano terapeutico.

I problemi orali dei bambini disabili

I bambini con disabilità presentano  gli stessi problemi orali degli altri bimbi, ma questi ultimi si presentano con una maggiore incidenza e gravità. Si tende, infatti, a dare più rilievo alla patologia di base, tralasciando altre problematiche di salute del bambino, erroneamente ritenute secondarie.

In alcuni casi la patologia odontoiatrica dipende strettamente dalla patologie di base, la quale  determina un non corretto sviluppo dell’apparato dentale che può mostrare anomalie nel numero, nella forma e nella qualità della struttura  dei tessuti duri dei denti. Anche alcune abitudini viziate incidono sulla salute del cavo orale di pazienti con deficit psico-cognitivi.

Infine, la difficoltà nel mantenere una corretta igiene orale favorisce un maggiore accumulo di placca batterica e tartaro che con il tempo finiscono per dar origine a infiammazioni gengivali, carie e in alcuni casi alla parodontite.

Anche traumi e denti rotti sono molto frequenti nei bambini disabili soprattutto quando questi pazienti  presentano deficit spaziali, mancanza di coordinamento motorio e tempi di reazione lenti.

Tutte queste problematiche devono essere risolte sottoponendo i bambini a terapie odontoiatriche, sia ortodontiche che pedodontiche, presso uno studio dentistico. La difficoltà consiste  nel fatto che bambini affetti da patologie, quali ad esempio sindrome di down, autismo, malattie muscolari o paralisi cerebrali, non sono in grado di collaborare durante le sedute terapeutiche, ad esempio aprendo o chiudendo la bocca o stando fermi sulla poltrona. Tutto ciò rende  più difficile l’intero percorso terapeutico.

Spesso in questi casi si preferisce sedare il paziente non collaborativo; ma, se la patologia di base non è estremamente grave, è possibile mettere in pratica un approccio psicologico e comportamentale per far in modo che il bambino si lasci curare.

Approccio psicologico

Per alcuni pazienti un approccio che miri ad acquisire fiducia è sufficiente per ottenere collaborazione durante le terapie.

È importante che il bambino, prima della cura vera e propria, prenda confidenza con l’odontoiatra, lo staff e l’ambiente dello studio dentistico attraverso delle vere e proprie sedute di avvicinamento durante le quali verranno messe in atto semplici pratiche come contare e lavare  i denti o applicare di gel a base di fluoro.

Dopo questa fase preliminare,  si può procedere con le terapie vere e proprie durante le quali il dentista dovrà mantenere un comportamento e un codice comunicativo appropriato.

Un buon approccio è quello di parlare lentamente e continuamente al bambino utilizzando un tono basso e frasi brevi, spiegandogli di volta in volta ogni passaggio: quanto tempo dovrà stare fermo, a cosa servono gli strumenti che si stanno per utilizzare e quali rumori e sensazioni potrà provare. Inoltre è importante ripetere  più volte quali sono le fasi che si stanno per eseguire, cercando di coinvolgere il bambino e valorizzando il suo contributo.

Anche la comunicazione non verbale deve essere controllata accuratamente, ad esempio è essenziale rimanere sempre nel campo visivo del bambino disabile, muovendosi lentamente e sempre con il sorriso.

La presenza dei genitori

Come per tutti i bambini la presenza dei genitori o dei tutori durante la terapia odontoiatrica è utile per riuscire a creare un ambiente più familiare.

I pazienti, sapendo della partecipazione di figure così importanti nella loro vita, riescono a mantenere un atteggiamento più tranquillo e rilassato.

Inoltre il genitore conosce il modo di superare particolari comportamenti del paziente che potrebbero influire negativamente sull’esecuzione della terapia odontoiatrica.

Anestesia e sedazione cosciente

Nei casi in cui la gravità della patologia di base non rende possibile procedere con un approccio di tipo psicologico, l’unica strada da percorrere è l’utilizzo di anestetici, che in diversi casi richiedono la presenza in studio di un anestesista.

Solitamente all’anestesia generale viene preferita la sedazione cosciente, ma a seconda dei casi vengono prese le decisioni più opportune sempre nell’interesse del paziente.

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