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La truffa dell’assegno ai dentisti

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Negli ultimi giorni lo Studio Dentistico Cozzolino ha vissuto una disavventura che per fortuna si è conclusa senza conseguenze negative. Siamo stati vittime di un chiaro tentativo di truffa! A salvarci, un’attenzione particolare per una vicenda che a quanto pare non è così fuori dal comune quanto sembra.

La truffa dell’assegno maggiorato a danno di dentisti, albergatori, ristoratori e altre categorie di professionisti o aziende è piuttosto comune. Comune nell’ambito delle truffe, ovviamente. Per cui, se è la prima volta che ti capita puoi tranquillamente rischiare di caderci e rimetterci parecchi soldi.

Cosa è successo praticamente?

Richiesta di trattamento implantare

Circa due settimane fa giunge una richiesta alla casella postale dello studio dentistico. Uno straniero residente in Inghilterra chiede informazioni per un intervento di implantologia. La cosa è abbastanza normale, parecchi pazienti giungono dall’estero e quindi rispondiamo alla mail senza problemi. Richiedendo la radiografia (dimenticata) e dicendo che avremmo verificato l’agenda per accontentare le sue richieste.

 

Ecco la trascrizione:

Dear Sir/Madam,

I want to make a reservation for dental implant treatment in your clinic.I need teeth implant replacement of my lower right molar which was removed several years ago due to accident,since then i experience hesitation chewing on the right side because of this and wanted to improve my bite and chewing

I want the teeth to be replaced,if the treatment is possible in your clinic in August i will go ahead and make the reservation for it.I will be available for the treatment August,2018 when i will be on leave.Give me the estimate total cost for this type of treatment in your clinic and how long will the treatment take? to enable me make proper provisions before my travel.

Get back to me with your suggestion and treatment plan to my email at trgovina.optmist1@gmail.com

I attach a copy of the teeth x-ray.

Thanks for your consideration

Regards

Iztok Šeško

40 Greville Street,

London, EC1N 8TB

02038686659

 

L’uomo, di origini slovene (ecco spiegato l’inglese che lascia a desiderare) risponde in tempi brevi e fornisce anche l’ortopantomografia promessa. Alle mail si firma e riporta indirizzo e numero di telefono di Londra:

 

Sorry, i forget to attach the x-ray,i hereby attach my teeth x-ray
image taken last month so that you can determine the treatment
approach,on the image you can see the missing premolars teeth.
I hope that the amount you stated for the treatment in your earlier
message still remain the same after checking the xray. I also include
other information so that you can register me for the treatment.As i
told you earlier,i will come to your clinic for physical examination
and other tests as you may require on Monday 27 August,2018,i hope
that this date will be convenient for you,otherwise suggest to me a
date that is most suitable for you to see me in your practice.After
that day you can proceed with the treatment on any day you choose.How
many days do i need to stay around after the treatment to enable us
include the detail also in my travel plans.

 

L’ansia di pagare quanto più presto possibile

Alla precedente mail noi rispondiamo facendo notare che non avevamo mai parlato di soldi e di preventivi. A questo punto forniamo una cifra generica, spiegando che senza visita è comunque impossibile fare un preventivo e dicendo che ci sono un paio di giornate disponibili nel mese di agosto, per andare incontro ai suoi impegni. Il sospetto è già sorto, a causa del comportamento strano del sedicente paziente. Però, ad una ricerca superficiale, l’uomo esiste. Ha un profilo Facebook, probabilmente è titolare di un negozio online e soprattutto nella mail successiva ci invia la copia di un documento d’identità…

 

L’idea di un pagamento anticipato ci mette in difficoltà. Inoltre, avevamo specificato (anche se genericamente) che i costi sono relativi a due fasi separate del lavoro implantare. Prima la fase chirurgica e poi la fase protesica. Avrebbe potuto tranquillamente pagare le due fasi separatamente, farlo dal vivo, non avere fretta. Aspettare la visita e il preventivo. Glielo scriviamo e gli facciamo anche presente che ad ogni modo un bonifico sarebbe una soluzione più apprezzata rispetto ad un assegno inviato per posta! La risposta non tiene conto di niente di tutto ciò che avevamo detto:

 

 

Mai visto un paziente avere così tanta voglia di pagare un trattamento odontoiatrico, e in anticipo!!!

 

La truffa dell’assegno maggiorato

Il comportamento di Mister X ormai sembra quanto meno fuori dal comune alla maggior parte dello staff. Perché mai pagare in anticipo? Perché non approfittare e aspettare prima la visita diagnostica? Il sospetto è però lievemente placato perché ormai per noi Mister X non è uno sconosciuto: abbiamo nome, cognome, documento, radiografia. Eppure i conti non tornano…soprattutto perché l’assegno arriva davvero e arriva di una cifra spropositata.

Oltre il quadruplo del totale segnalato come prezzo orientativo di tutto il lavoro implantare. In sterline, con un bell’assegno della LLOYDS BANK arrivato via Royal Mail. L’assegno sembra strappato da un blocchetto, sembra vero. Ma la cifra in pounds corrisponde ad oltre 10.000 €. Veramente troppo, per essere una svista.

A questo punto scattano le ricerche più approfondite e udite udite, scopriamo che questo comportamento strano è tipico di chi organizza truffe internazionali con assegni maggiorati. Per pochissimo non ci siamo cascati. E scriviamo tutto qui per poter aiutare chiunque rischi di ricevere una truffa simile.

La procedura è questa:

  1. Per un qualsiasi servizio o acquisto si fa avanti un compratore straniero che chiede di pagare con un assegno da inviare via posta.
  2. Ad accordi presi (o quasi) l’assegno arriva, ma la cifra è sbagliata. Spesso di parecchio superiore al dovuto. Nel nostro caso la differenza supera i 7500€.
  3. Lo step successivo, se tutto è andato avanti senza sospetti, è la restituzione di parte della cifra a colui/colei che ha emesso l’assegno.

Penserete: beh ma incassa prima e poi semmai restituisci la parte in eccesso…e qui c’è il gap.

Per la riscossione degli assegni internazionali i tempi medi sono di circa due mesi e in genere a partire dal giorno successivo alla ricezione dell’assegno, il paziente (acquirente, affittuario, etc.) inizia a pressare per rimettere le cose a posto “in maniera privata”. Inoltre la banca si riserva il diritto di stornare l’operazione (con spese) qualora l’assegno non sia coperto. E questo può accadere molto tempo dopo, anche più di un mese dall’accredito. Infatti l’importo è accreditato in conto salvo buon fine con una valuta di circa 10-20 giorni successiva alla data di incasso.

 

La conclusione

Come accennato, noi volevamo vedere dove volesse arrivare il nostro caro paziente e gli abbiamo scritto facendo i finti tonti:

Dear XXX

you sent a cheque of 9700 pounds! It is too much!

We received it today. Let us know what to do with it.

Best Regards,

 

Volevamo la conferma e l’abbiamo avuta:

 

 

Naturalmente la cosa verrà segnalata alla polizia postale e se vi sono gli estremi partirà una denuncia. Eppure la truffa è così ben congegnata che i dubbi persistono ancora nelle nostre menti incredule.

Abbiamo celato quelle che potrebbero essere informazioni sensibili, visto che forse potrebbe esserci un’altra vittima a cui magari hanno rubato l’identità!

AGGIORNAMENTO

Tutti i nostri dubbi residui sono stati fugati. Dopo la nostra finzione, l’uomo più onesto e frettoloso della terra ha scritto:

Hello,
Good morning,i hope you had a wonderful weekend.I want to know if you
have received the amount of the check payment in your account,i want
to know the actual amount that you received in your account in euros
equivalent.

I await your reply.

Regards
Mr Iztok

 

Non abbiamo resistito e gli abbiamo semplicemente detto che il titolare era passato in banca e che l’equivalente in euro fa 10.884,00. Tutte cose vere, d’altronde.

La mail finale a cui non daremo seguito se non per continuare a divertirci o per agire legalmente è proprio presa pari pari dal copione previsto…con qualche variante fantasiosa,

Approfndimenti

In questo articolo viene spiegato abbastanza bene quali sono i rischi relativi agli assegni esteri:

Ad ogni modo le testimonianze sono numerosissime, basta fare ricerche su Internet.

Altre testimonianze assimilabili alla nostra:

Articolo su La Nuova Sardegna

Articolo su Consigliando.it

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Perdere un impianto dentale

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Mettere un impianto dentale è un percorso impegnativo, ci sono visite specialistiche e un’operazione da affrontare oltre ai costi da sostenere.

Non a caso una delle principali paure dei pazienti che si apprestano a sottoporsi a un intervento di implantologia dentale è la possibilità di perdere l’impianto.

Quali sono le cause che portano alla perdita dell’impianto dentale? Cosa fare se dovesse verificarsi?

 

Il rigetto dell’impianto dentale

Vogliamo rassicurare tutte le persone che vogliono mettere un impianto dicendo che il rischio di rigetto in implantologia dentale non esiste. Gli impianti dentali sono realizzati in titanio, una lega inerte che non viene riconosciuta come corpo estraneo dall’organismo, ma che riesce a integrarsi perfettamente con le ossa. Per questo motivo la perdita di un impianto nei primi mesi dall’intervento è sempre causato o da un errata gestione da parte dell’operatore o del paziente oppure da una condizione critica dell’osso residuo dove si posiziona l’impianto.

Guarda come facciamo implantologia

Purtroppo la “scusa” del rigetto dell’impianto viene spesso utilizzata da operatori del settore per giustificare la mancata osteointegrazione dovuta probabilmente proprio agli errori commessi dall’implantologo durante l’intervento.

Quali sono le reali cause che portano alla perdita dell’impianto dentale?

 

Cause perdita impianto dentale

Nella maggior parte dei casi la perdita dell’impianto nei mesi successivi all’intervento è dovuta alla fibrointegrazione o meglio alla mancata osteointegrazione dell’impianto.

Questa può essere dovuta a

  • un approccio chirurgico non sterile
  • una preparazione inadeguata all’intervento
  • al surriscaldamento dell’osso durante le fasi di preparazione del sito implantare
  • alla contaminazione della superficie dell’impianto con la saliva
  • a un carico eccessivo durante le fasi di guarigione
  • una scorretta profilassi antisettica e antibiotica prima e dopo l’intervento
  • un comportamento post operatorio non adeguato da parte del paziente

La maggior parte di queste cause sono quindi errori tecnici commessi dall’implantologo, come l’eccessivo riscaldamento dell’osso, la contaminazione dell’impianto, l’errata valutazione del tipo di osso o di carico.

Anche il paziente ha la sua parte di responsabilità nella buona riuscita dell’intervento di implantologia. È indispensabile infatti seguire attentamente le indicazioni fornite dal dentista, avere una scrupolosa igiene orale domiciliare, limitare ed in alcuni casi eliminare il consumo di sigarette e alcolici.

Altra causa della perdita degli impianti a lungo termine è la perimplantite, un’infezione batterica che distrugge i tessuti che si trovano in prossimità dell’impianto.

Se l’infezione batterica viene individuata nelle fasi iniziali è possibile porvi rimedio con un’accurata igiene dentale professionale, se invece ha già attaccato l’osso che ospita l’impianto è indispensabile un intervento chirurgico mirato a rigenerare l’osso attorno all’impianto ma che in alcuni casi potrebbe implicare la rimozione dell’impianto così da eliminare l’infezione e rigenerare l’osso che ospiterà il nuovo impianto.

Nelle sue fasi iniziali l’infezione batterica si manifesta con arrossamento e sanguinamento della gengiva vicina all’impianto dentale, mentre se ha già raggiunto l’osso è possibile che l’impianto dentale cominci a muoversi proprio come succede nei casi di parodontite.

Quando si muove un impianto è sempre perso.

Se noti la presenza di uno di questi sintomi devi rivolgerti al più presto a un dentista per valutare la situazione e mettere in atto l’iter terapeutico.

 

Perdere l’impianto in estate

Mettere un impianto dentale costa molti sacrifici e trovarsi a dover fare i conti con i sintomi della perimplantite nel periodo estivo, casomai quando si avvicinano le ferie, può mandare in panico chiunque. Trovare un dentista aperto in agosto che possa effettuare una visita di controllo non è sempre facile, anche se fortunatamente negli ultimi anni sono diversi gli studi dentistici nelle città italiane che decidono di offrire i loro servizi per tutto il periodo estivo. In questo modo per i pazienti è possibile affrontare tempestivamente le emergenze, come la perdita di un impianto dentale, in ogni periodo dell’anno.

 

Quanto dura impianto dentale

Un impianto dentale mediamente ha una durata che va dai 10 ai 15 anni in più del 95% dei casi. Per raggiungere questo risultato è necessario effettuare sia regolari visite di controllo in cui il dentista può esaminare l’impianto e l’igiene orale sia periodiche sedute di pulizia dei denti professionale per rimuovere in modo efficace i residui di placca e tartaro.

 

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Come riconoscere un bravo dentista

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Quando ci si deve sottoporre a un trattamento ortodontico, che sia di natura estetica o per migliorare la funzionalità della bocca, si cerca sempre di affidarsi alle cure di uno dei migliori dentisti in circolazione. Soprattutto si spera di ritrovarsi davanti un professionista che sappia esprimersi sulla reale necessità della terapia e se il caso, rifiutarsi di assecondare le richieste del paziente, dirigendolo verso un percorso più idoneo per lo specifico caso.

Come si fa a riconoscere un bravo dentista?

Per i pazienti, non essendo esperti in materia, non è di certo facile valutare a monte le competenze del dentista a cui si rivolgono, tuttavia per capire meglio chi hai di fronte puoi seguire questi suggerimenti.

Il daughter test

Nell’ambito dell’odontoiatria estetica, in cui i pazienti tendono a fare le richieste più varie, un professionista serio, dopo aver fatto le valutazioni del caso, prima di procedere deve rispondere a una semplice domanda: “suggerirei a mia figlia questo trattamento?”.

Questa pratica è nota nell’ambito con il nome di daughter test e serve al dentista per valutare l’effettiva necessità di quella terapia per quello specifico caso dopo aver considerato gli effetti a lungo e breve termine sulla salute orale del paziente.

Il daughter test è doveroso soprattutto quando c’è da intervenire con approcci invasivi per l’estetica dentale, come ad esempio nei casi di protesi dentali. Spesso i dentisti propongono terapie estremamente invasive per risolvere problematiche estetiche che spesso il paziente nemmeno percepisce come tali. Frequentemente vediamo dei casi bellissimi e perfettamente realizzati, ma che sono un evidente overtreatment. La prova sta nel fatto che nessun dentista lo proporrebbe a sé stesso o alla propria figlia. 

Non tutti i pazienti sanno che esistono due tipi di approcci protesici, quello additivo e quello sottrattivo. Nel primo caso utilizzando materiali molto sottili, il dente non ha bisogno di essere preparato e rimane dunque intatto, quindi in caso in cui il paziente non sia soddisfatto del risultato, la protesi viene tolta e il dente ritorna come prima. Il secondo invece è un approccio più invasivo in quanto richiede la limatura del dente. Togliendo la protesi il paziente si ritrova con un moncone al posto dell’elemento dentale, detto in altri termini non c’è possibilità di ritornare indietro. È proprio in casi come questi che il dentista dovrebbe farsi la famosa domanda.

Come valutare un bravo dentista

Il daughter test è ovviamente a discrezione del professionista, infatti il paziente non può verificare la veridicità della risposta.

Vediamo adesso quali sono gli elementi che puoi analizzare e che possono aiutarti a capire se sei davanti a un professionista di cui potresti fidarti.

Titoli e pubblicazioni

Se devi sottoporti a un trattamento specifico, come una terapia per la parodontite o un intervento di implantologia dentale, e non uno di base come la cura di una carie, devi affidarti a uno specialista di quell’ambito. Bisogna impiegare un po’ di tempo ad informarsi sul curriculum del dentista e cercare titoli, pubblicazioni, un eventuale libro da lui scritto e riconoscimenti provenienti dalla comunità scientifica che possano attestare il livello di specializzazione del professionista.

Puoi provare a cercare queste informazioni sia sul sito web dello studio sia su Pubmed, il contenitore scientifico più accreditato a livello globale.

L’igiene

Il rispetto scrupoloso delle procedure d’igiene è fondamentale all’interno di uno studio dentistico per ridurre al minimo il rischio di infezioni crociate e contaminazioni. La prima cosa a cui puoi prestare attenzione è la pulizia degli ambienti, inoltre ci sono altri piccoli, ma importanti particolari che evidenziano il rispetto delle norme igieniche come:

  • la predisposizione degli strumenti su un apposito vassoio
  • l’apertura degli strumenti sterilizzati davanti al paziente
  • laddove possibile l’utilizzo di materiali monouso che devono essere poi depositati in appositi contenitori
  • la presenza di pellicole protettive sulle apparecchiature e sulla poltrona

Durante le cure odontoiatriche il rischio di infezioni da paziente a paziente o da medico a paziente è molto alto, solo un’attenta pulizia può impedire tale pericolo.

Le attrezzature

Alcune attrezzature sono fondamentali per una precisa diagnosi e per un’accurata terapia. La presenza di tali strumentazioni può essere sinonimo dell’attenzione e della meticolosità che il dentista mette nel suo lavoro.

Uno di questi strumenti è il microscopio ottico che consente maggiore precisione nell’approccio terapeutico e di conseguenza più alte probabilità di successo della terapia.

Un’attrezzatura meno impegnativa ma assolutamente obbligatoria in tutte le ricostruzioni, otturazioni, e devitalizzazioni è la diga di gomma. Questa serve ad evitare di contaminare la cavità del dente da otturare o dei canali da devitalizzare con il respiro del paziente che veicola numerosissimi batteri.

Approfondimenti

The “daughter test” in elective esthetic dentistry – articolo in inglese di Martin G D Kelleher presente anche su PubMed che spiega il concetto di Daughter test in odontoiatria estetica.

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Quanto Costa l’Impianto Dentale?

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Tra le domande che genericamente ci si pone rispetto a quanto costa il dentista, una delle più frequenti riguarda il prezzo di un impianto dentale, ossia perché un’operazione di questo tipo raggiunge cifre importanti.

Oggetto di curiosità sono proprio i fattori che nelle ricerche on line fanno oscillare il costo medio di un impianto dentale comprensivo di corona dai 1.200 euro ai 3.000 euro per un singolo dente e dai 4.000 euro fino a 30.000 euro per un’intera arcata.

Scopri tutto sugli impianti dentali

Partiamo col dire che per inserire un impianto occorre una vera e propria operazione chirurgica perché si tratta di sostituire uno o più denti mancanti con radici in titanio ancorate all’osso che fungono da supporto per una protesi. Questo tipo di intervento si svolge in anestesia locale, ma nel caso il paziente abbia particolarmente paura del dolore è possibile effettuare una sedazione cosciente grazie alla presenza di un anestesista. Inoltre in caso di  pazienti particolarmente sensibili alla paura del dolore, possiamo operare con mediante un implantologia guidata, che permette all’implantologo di essere particolarmente preciso evitando l’incisione della gengiva che produce a volte  gonfiori, sanguinamenti e tumefazioni ed evitando con questa metodologia l’inserzione di punti.

 

Prezzo degli impianti dentali

Costo impianto al dentista (esclusi impianti cinesi)75 - 400 euro
Costo impianto al paziente700 - 2.000 euro
Costo corona al dentista (odontotecnico)100 - 600 euro
Costo corona al paziente500 - 2.000 euro
Costo impianto compresi moncone e corona1.200 - 4.000 euro
Costo per arcata al paziente (impianti più corone in ceramica)8.000 - 30.000 euro
Costo per arcata in resina o composito al paziente4.000 - 12.000 euro
Costo aggiuntivo per arcata della chirurgia guidata 800 - 3.000 euro
Costo aggiuntivo per arcata di un provvisorio a carico immediato2.000 - 5.000 euro
Una parte delle variabili che incidono sul costo di un impianto, per il dentista e per il paziente. I prezzi sono in euro e tengono conto delle variazioni che ci possono essere tra Nord e Sud prendendo come riferimento le principali città Italiane ( come Milano, Torino , Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari) e prendendo come riferimento le principali case implantari come Straumann, Nobel Biocare, Astra, Alpha Bio, Bicon, Intra-lock, Biohorizons Implant Systems, BIOMET 3i, Biotech Dental, DENTSPLY, Leone, MIS, Neoss, OsteoCare Implant System, Osteo-Ti, STERI OSS, SWEDEN & MARTINA, Timplant dental implants, Zimmer, etc.
Prezzi medi nazionali.

 

Fattori che incidono sul prezzo dell’impianto dentale

Ma esaminiamo quali sono alcuni degli elementi che influenzano il costo delle procedure implantologiche.

Un intervento di implantologia ha di per sé un iter abbastanza lungo che comprende:

  • Visite ed esami specialistici, prima dell’operazione per controllare quante viti e corone sono necessari e per verificare che l’osso possa supportare l’impianto. Dopo l’operazione per  valutare lo stato dell’impianto.
  • Deficit di osso residuo, in questi casi è necessario ricorrere a manovre di rigenerazione ossea, come un rialzo del seno mascellare o un innesto osseo o un espansione ossea, che richiedono maggiore tempo da dedicare al trattamento e maggiori costi.
  • Gestione tessuti duri e molli. Oltre agli innesti ossei è fondamentale gestire anche la gengiva attorno all’impianto nella sua dimensione e nel suo spessore.
  • Rimozione vecchi impianti, in alcuni casi è necessario rimuovere vecchi impianti a causa di infezioni, che portano alla perdita di tessuto osseo, o perché sono stati posizionati in modo scorretto causando non solo problemi alle protesi, ma anche all’estetica.
  • Gestione dello studio, in cui rientrano le spese fisse di gestione. Uno studio localizzato nelle regioni del nord può avere spese maggiori essendo il costo della vita risaputamente  più alto. 
  • Materiali usati, una protesi in ceramica costa molto di più rispetto a una in resina o in composito.
  • Marche, sul mercato sono presenti diverse case produttrici, alcune più attente di altre alla ricerca e all’uso di materiali d’avanguardia nella costruzione degli impianti dentali. Nel nostro studio vengono usati impianti della Straumann e NobelBiocare, la cui affidabilità è riconosciuta a livello internazionale

Infine e non ultimo incide nell’onorario che un professionista può chiedere per l’inserimento di un impianto la professionalità e la competenza del professionista! Il costo per un costante aggiornamento a corsi e congressi è sempre molto elevato sia in termini di tempo che di costi! Anche un errore di posizionamento di un impianto di pochi millimetri può incidere notevolmente sul risultato estetico.

Per tutti questi motivi è impossibile a nostro avviso garantire predicibilità e qualità di un trattamento al di sotto di determinate cifre!

Mettere un impianto dentale all’ospedale

Come abbiamo visto, mettere un impianto dentale ha un suo costo, per questo molti pazienti decidono di rivolgersi a strutture ospedaliere nel tentativo di abbattere l’importo della parcella del dentista. Da non sottovalutare però il fatto che i costi da affrontare da parte dell’azienda ospedaliera per l’acquisto dei materiali sono simili a quelli di uno studio privato. Inoltre, i tempi di attesa potrebbero rivelarsi piuttosto lunghi.

Detrazioni fiscali spese mediche

Non tutti sanno che le spese mediche dentali e per l’implantologia sono deducibili come detrazioni fiscali in fase di denuncia dei redditi per un importo pari al 19% del loro ammontare.

Per avere le detrazioni è indispensabile conservare tutte le fatture per le spese dentali e gli scontrini dei farmaci prescritti. 

Risparmiare con il turismo dentale

Sono diversi i pazienti che cercano il risparmio sottoponendosi a interventi di implantologia in cliniche odontoiatriche estere.

Nonostante l’ottimo lavoro dei colleghi stranieri, potrebbe capitare che una volta ritornati in patria si presentino problemi all’impianto. Molti preferiscono rivolgersi a dentisti italiani per una visita di controllo proprio per evitare di sostenere nuovamente le spese di viaggio.

Il problema in questo caso è che il professionista a cui ci si rivolge non è lo stesso che ha inserito l’impianto e quindi non può avere la conoscenza del caso necessaria per risolvere il tutto in modo tempestivo. Inoltre porre rimedio a problemi legati all’impianto dentale ha un suo costo.

Alla fine dei giochi il rischio è trovarsi a spendere una cifra totale pari, se non superiore, a quella di un intervento di implantologia fatto in Italia. Ecco spiegato il motivo per cui il più delle volte il turismo dentale non conviene.

Quali garanzie ho per la durata dell’impianto?

Molto spesso i pazienti prima di sottoporsi a un intervento per impiantare un dente (e di spendere cifre rilevanti) cercano garanzie sulla lunga durata dell’impianto.

Possiamo affermare che non esistono garanzie certe, nessun professionista serio sarà in grado di dire con sicurezza “questo impianto dura 6 o 10 anni”.

Oggi sappiamo che se gli impianti sono messi in modo corretto, dopo 10 anni hanno una percentuale di sopravvivenza di oltre il 95 per cento!

D’altro canto però ci teniamo a dire che l’implantologia richiede precisione e meticolosità, perché in assenza delle condizioni adeguate un impianto dentale può fallire. In questo caso non dovremmo parlare di rigetto dell’impianto, perché questo non esiste, ma di errore umano del professionista o del paziente o di condizioni di difficoltà estreme che possono pregiudicare la riuscita dell’intervento!

L’unica cosa che un dentista può fare è offrire il miglior servizio possibile utilizzando i materiali migliori presenti sul mercato.

Ad esempio è possibile utilizzare impianti fatti di titanio, materiale che non provoca reazioni da corpo estraneo e si integra perfettamente all’osso. La Straumann ad esempio ha brevettato nuovi impianti costruiti con una lega di titanio e zirconio che permettono di protesizzare impianti sottili evitando grandi manovre rigenerative. Ha anche brevettato una nuova superficie SLActive che permette la guarigione nell’osso ad esempio all’arcata inferiore in sole 3 settimane.

Inoltre sia Straumann e Nobel Biocare, due marchi di impianti molto conosciuti, forniscono una certificazione di originalità dei propri prodotti ed un passaporto implantare in modo tale che il paziente, in caso di necessità, possa ricevere assistenza in qualsiasi parte del mondo.

Esistono cure alternative all’impianto?

Denti profondamente cariati, in pulpite, necrotici o con danni parodontali gravi possono essere curati. Bisogna sempre impegnarsi costantemente ad attuare le migliori terapie nell’ambito dell’odontoiatria conservativa allo scopo di salvare i denti naturali ed evitare il ricorso agli impianti. Quando possibile il dente naturale è sempre meglio di un impianto.

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Quanto costa l’apparecchio invisibile

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Tutti sanno che l’unica via percorribile per riallineare i denti  è quella ortodontica, eppure ci sono molte persone che si chiedono se sia possibile raddrizzare i denti senza ricorrere all’apparecchio. A differenza di quanto si possa immaginare non è sempre una questione legata ai costi da sostenere per la terapia.

L’apparecchio fisso classico, quello con i brackets per intenderci, porta con sé una serie di fastidi e disagi che non tutti sono disposti ad accettare, specialmente quando ci si è già sottoposti a un percorso terapeutico che non ha portato i risultati desiderati.

Le ferite a lingua e mucose, le difficoltà di fonazione, l’imbarazzo di avere un sorriso metallico per tutto il tempo necessario alla conclusione del trattamento portano molti pazienti a richiedere un approccio diverso, quello della tecnica dell’ortodonzia linguale senza attacchi.

L’ortodonzia linguale senza attacchi necessita di un tempo quasi doppio per le riattivazioni alla poltrona. Per questo motivo il costo di una terapia linguale senza attacchi è circa il doppio di una terapia con attacchi. Se una terapia con attacchi della durata di 3 anni può avere un costo di circa 4.500 euro, una terapia linguale senza attacchi della stessa durata avrà un costo di circa 9.000 euro.

 Ortodonzia linguale fissa senza attacchi

 

Come funziona l’apparecchio linguale senza attacchi

L’ortodonzia invisibile si basa sull’utilizzo dei retainers attivi, cioè sottili fili intrecciati in acciaio che vengono applicati direttamente sulla superficie interna dei denti tramite una resina composita.

Prima di essere fissato, il filo viene sagomato in base alla forma e alla posizione dei denti del paziente. Per ottenere lo spostamento dentale desiderato, la modellazione deve essere individualizzata e molto precisa.

 

Come si applica l’apparecchio invisibile

L’adesione dell’apparecchio linguale senza attacchi è assolutamente indolore e segue le normali procedure odontoiatriche. Al pari dei classici dispositivi con attacchi non danneggia i denti e le gengive.  

Come prima cosa viene utilizzato gel per preparare la superficie del dente all’adesione, dopodiché viene applicato il collante e si procede a fissare il filo attraverso un fluido fotopolimerizzante che indurisce grazie all’azione di un’apposita lampada.

Comodo e invisibile, l’apparecchio linguale senza attacchi è ad oggi il più sottile presente in circolazione e a differenza degli apparecchi con attacchi non presenta sporgenze che possono provocare ferite alla lingua.

 

Quali sono i costi

Il costo di una terapia ortodontica è influenzato da molteplici fattori e non è possibile darne un indicazione precisa senza una visita preliminare.  Sicuramente la gravità della malocclusione unitamente ai tempi necessari per curarla sono molto influenti. Ad esempio ci sono casi in cui l’apparecchio deve essere portato per pochi mesi e altri in cui sono necessari anni per raggiungere il riallineamento, casi in cui è necessario applicarlo ad una sola delle due arcate e casi in cui è necessario applicarlo ad entrambe, così come ci sono casi in cui non devono essere spostati tutti i denti di un arcata e casi in cui è necessario spostarli tutti.

Anche la tipologia di apparecchiatura e la difficoltà di gestione da parte dell’operatore sono fattori rilevanti. Le terapie linguali, non visibili, sono più costose di quelle vestibolari, visibili, in quanto la posizione è più difficile da gestire da parte dell’operatore ed anche la biomeccanica è diversa e possono richiedere sedute un po’ più lunghe dal dentista.

Se consideriamo le terapie non visibili linguali si deve fare una distinzione tra le terapie con attacchi e quelle senza. La presenza degli attacchi rende la gestione più semplice poiché di per se l’attacco è di fatto un binario che fornisce molte informazioni sulla posizione dei denti, informazioni che verranno lette grazie all’inserimento degli archi ortodontici. Quando si lavora senza attacchi invece è l’ortodontista che mediante la modellazione dei fili si deve occupare di sviluppare tutte le informazioni necessarie a spostare i denti nella direzione corretta. Pertanto le terapie invisibili linguali senza attacchi sono più costose di quelle linguali con attacchi in quanto richiedono una maggiore manualità e progettazione mentale risultando più complesse da gestire da parte dell’operatore. Tuttavia questa maggiore complessità di gestione da parte dell’operatore garantisce al paziente una terapia molto più confortevole, sottile ed anatomica, evitando le irritazioni alla lingua e le alterazioni della fonetica.

Sul prezzo finale di una terapia ortodontica di questo genere incidono diversi fattori. Ancora una volta il costo può variare in base al numero dei denti coinvolti, al tempo impiegato affinché il problema si risolva o al fatto che l’apparecchio venga messo su una sola o su entrambe le arcate dentarie.

Costi Ortodonzia - Tabella riassuntiva delle terapie e costi 
Visita ortodontica e gantologica con studio radiografico e clinico del caso150 euro
Apparecchio ortodontico mobiledai 300 ai 1000 euro
Apparecchio ortodontico ortopedicoda 2000 a 3000 euro
Mantenitore di spazio250 euro
Apparecchio ortodontico fisso con attacchi in metalloil costo oscilla dai 2000 ai 5000  euro
Apparecchio ortodontico fisso con attacchi estetici in ceramica o zirconiail costo medio oscilla dalle 3000 a 5500 euro
Apparecchio ortodontico fisso con attacchi lingualiil costo medio oscilla da 3000 a 7000 euro
Apparecchio ortodontico invisibile fisso senza attacchiil costo medio oscilla da 2000 a 15000 euro
Apparecchio ortodontico con mascherine trasparentiil costo medio oscilla dalle 2500 alle 6000 euro
Mascherine invisibili di protezione per i denti dall'usura150 euro ad arcata
Bite gnatologico800 euro
Bite per controllare l'usura dentaria300 euro

Il costo di un apparecchio ortodontico non dipende unicamente dal costo dell’apparecchiatura in se ma da una serie di fattori, tipo lo studio del caso e la progettazione della terapia, la complessità di gestione del caso, il numero di sedute necessarie a risolvere la malocclusione e la durata delle stesse.

Sulla difficoltà di gestione del caso da parte dell’operatore incide il tipo di terapia ed infatti le terapie fisse linguali sono più costose di quelle visibili vestibolari per la maggiore complessità sia manuale che progettuale.

Vediamo ora più dettagliatamente quali possono essere i costi in base alla tipologia di apparecchiatura e alla durata del trattamento.

 

Apparecchio fisso classico con attacchi in metallo o ceramica

Si utilizza nei bambini e negli adulti che non hanno problemi di estetica, ossia ad avere un apparecchio che sia visibile agli altri. 

Il costo che il dentista sostiene per comprare gli attacchi (o brackets) può oscillare dai 25 euro ai 300 euro (per le marche leader come la GAC, la 3M, la Forestandent, la Micerium) per una bocca completa. 

Il costo medio che il paziente sostiene per un caso semplice di circa 12 mesi è di 2000 euro. Per un caso di media difficoltà che dura circa 12-16 mesi il costo medio è di  3000 euro. Per un caso complesso che dura circa 24-30 mesi il costo medio è di 4000 euro.

Per la variante in ceramica bisogna considerare circa 500 euro in più.

 

Apparecchio fisso linguale con attacchi

In questo caso gli attacchi vengono fissati sulla superficie non visibile dei denti, ossia quella che guarda verso la lingua.

Il costo che il dentista sostiene per l’acquisto degli attacchi (o brackets) può oscillare dai 200 ai 400 euro per una bocca completa (sempre a seconda della marca e delle caratteristiche). 

Per le metodiche più sofisticate (come il sistema Incognito, Harmony, Win o 2D), in cui gli attacchi sono personalizzati e gli archi sono costruiti con le metodiche robotizzate CAD CAM, il costo  può essere in media di 800-1200 euro. 

Il costo che il paziente sostiene per un caso semplice della durata di circa 5-6 mesi  è in media di 2000 euro, per un caso di media complessità della durata di circa 12-16 mesi il costo medio è di 5000 euro, per un caso complesso che dura circa 24-30 mesi il costo medio è di 8000 euro.

 

Apparecchio fisso linguale senza attacchi

Prevede l’adesione di sottili fili ortodontici direttamente sulla superficie non visibile dei denti, senza dover applicare gli attacchi. 

Il costo che il dentista sostiene riguarda essenzialmente l’acquisto di fili ortodontici (50 euro in media una confezione) e le confezioni di composito (circa 60 euro ad applicatore) per un totale di confezioni che dipendono dalla complessità del caso clinico. 

La terapia oltre ad essere invisibile riduce al minimo i fastidi alla lingua e non procura alterazioni della fonetica. È la principale scelta terapeutica del paziente adulto che ha necessità di eseguire una terapia invisibile e con il massimo confort.

Lavorando in assenza di attacchi, i quali sono costruiti con le informazioni necessarie a posizionare i denti, tutte le informazioni necessarie all’allineamento si ottengono modellando e attaccando correttamente i fili. 

Essendo l’apparecchio più complesso da gestire per l’operatore, sia da un punto di vista manuale che progettuale, il costo è più alto rispetto alle altre apparecchiature.

Per un caso semplice della durata di circa 5-6 mesi il costo medio è di 3000 euro, per un caso di media difficoltà della durata di circa 12-16 mesi il costo medio è di 5000-6000 euro, per un caso complesso della durata di circa 24-30 mesi il costo medio è di 8000-9000 euro.

 

Apparecchio con mascherine trasparenti tipo Invisalign

Le mascherine trasparenti sono molto meno visibili rispetto alle apparecchiature classiche con attacchi, essendo visibile solo la pellicola trasparente a contatto con i denti ed eventuali bottoni o differenti accessori in composito realizzati sui denti per ottenere alcuni spostamenti.

Il costo che il dentista sostiene per le mascherine realizzate in laboratorio è di circa 20-25 euro a mascherina.

Il costo della terapia è maggiore rispetto alle classiche terapie poiché risente delle procedure di laboratorio e di una durata del trattamento spesso prolungata. Non possono essere curate tutte le malocclusioni. 

Il costo per una terapia semplice che dura circa 5-6 mesi è di 2000-2500 euro (dipende dal numero di mascherine da indossare), il costo per una terapia di media difficoltà della durata di circa 12-16 mesi è di 3500 euro, il costo di una terapia di complessità maggiore della durata di circa 24-30 mesi è di 6000 euro. 

 

Apparecchio ortodontico ortopedico

È realizzato in dentatura mista con lo scopo di guidare la crescita delle ossa nel modo favorevole a risolvere o ridurre la severità di una malocclusione. Le modifiche scheletriche, che oltre a migliorare la funzione masticatoria e l’allineamento dentario possono avere anche un impatto importante sull’estetica del viso, possono essere realizzate solo nei bambini in una ristretta fascia di età. Il costo medio per una terapia di 12 mesi è di 2000 euro.

 

Chi può mettere l’apparecchio invisibile

L’età media di chi richiede questo trattamento varia tra i 30 e i 45 anni, ma tutti possono sottoporsi a una terapia ortodontica con apparecchio invisibile perché non ci sono limiti di età. Adulti o bambini che hanno denti storti, un diastema o presentano una malocclusione (I, II e III Classe di Angle) possono ricorrere efficacemente all’ortodonzia linguale senza attacchi.

 

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Quanto costano le faccette dentali

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Le faccette dentali vengono impiegate per correggere inestetismi che minano la bellezza del sorriso. 

Prima di andare al succo della questione e capire quali sono i costi medi nazionali per l’applicazione delle faccette dentali vediamo quali sono problemi che vengono risolti grazie all’utilizzo di questa tipologia di protesi.

Capita spesso infatti che i pazienti considerino le faccette dentali come la panacea di tutti i mali, chiedendo esplicitamente questo tipo di intervento anche nei casi in cui è necessario un tipo di approccio completamente diverso, ad esempio i denti storti o gialli. Nel primo caso in realtà si procede con una terapia ortodontica, magari con apparecchio invisibile, nel secondo con uno sbiancamento dei denti professionale.

Scopri tutto sulle faccette dentali

 

Quando si usano le faccette dentali?

Quando i denti presentano discromia, erosione dentale, alterazioni nella forma e nel volume, piccole fratture o consunzione a causa del bruxismo.

Denti piccoli, lunghi o che non hanno un colorito omogeneo possono generare un senso di imbarazzo e quindi di sfiducia a causa di un sorriso non proprio perfetto.

Tutti questi difetti possono essere corretti grazie all’applicazione di faccette dentali in ceramica o in disilicato di litio che essendo più sottili delle prime permettono di realizzare restauri minimamente invasivi richiedendo una lieve limatura dei denti.

In alcuni casi è possibile non limare assolutamente il dente. Tali faccette, dette no-prep, sono spesso anche chiamate addizionali in quanto si avvalgono di una tecnica che non sottrae tessuto dentario sano. Si parla quindi di una tecnica additiva rispetto alla tradizionale tecnica sottrattiva. Tale tecnica non è sempre possibile per motivazioni estetiche o morfologico-funzionali.

 

Quanto costa mettere le faccette

Quando si parla di cure odontoiatriche oltre alla paura di sedersi sulla poltrona del dentista c’è anche quella relativa all’onorario del professionista.

Purtroppo così come per altre tipologie di cure, anche nel caso delle faccette dentali dare una stima di costo precisa senza poter analizzare il caso specifico sarebbe senza dubbio un azzardo.

Sul prezzo finale incidono diversi fattori come per esempio il numero dei denti coinvolti e la qualità delle faccette dentali che devono essere applicate.

Ad incidere, concorre anche la posizione geografica dello studio dentistico che offre la terapia.

Mediamente a Napoli il prezzo di una faccetta in ceramica oscilla tra i 600 ed i 1.000 euro;

in provincia può arrivare a 400 euro;

In altre parti d’Italia (Roma, Milano, Bologna) può raggiungere i 1.500-1.700 euro circa.

Oltre alle caratteristiche dei materiali e all’esperienza degli operatori, a influenzare il costo finale delle faccette ci sono anche altre tipologie di apparecchiature di precisione, come il microscopio ottico, che consente al dentista di operare con maggiore accuratezza e avere una percentuale di successo più alta.

 

Prezzi delle faccette dentali

Faccette in composito diretteCirca 400 euro
Faccette in composito indiretteCirca 600 euro
Faccette in ceramica feldspaticaCirca 900 euro
Faccette in disilicato di litioCirca 1000 euro
Faccette parziali (addizionali) Circa 900 euro
Faccette provvisorie (mock) Circa 200 euro
Questi prezzi sono indicativi ed i preventivi possono essere personalizzati a seconda del caso clinico.

 

Quanto durano le faccette dentali

La maggior parte dei pazienti prima di investire tempo e denaro per migliorare il proprio sorriso con le protesi estetiche cerca di capire se effettivamente ne valga la pena.

Una delle domande che frequentemente ci viene posta durante le visite preliminari è “le faccette dentali durano per sempre? Dopo quanto tempo dovrò sostituirle?”.

Dipende, dalla bravura del dentista, dalla qualità dei materiali e dalla cura che ci metterà il paziente per la manutenzione.

In linea di massima sì, i materiali sono affidabili e sicuri, se il dentista ha fatto un ottimo lavoro e il paziente seguirà tutti i consigli e le direttive dell’odontoiatra le faccette dentali possono rimanere saldamente al loro posto anche per più di 10 anni.

 

Faccette low cost, quali sono i rischi

Pur di spendere poco, diversi pazienti si lasciano attrarre da prezzi molto al di sotto della media per l’applicazione delle faccette, ma spesso non si tratta di un vero e proprio risparmio.

I materiali, le attrezzature e il lavoro del professionista hanno un determinato costo sotto il quale è impossibile scendere. Quando i costi proposti sono troppo bassi, probabilmente vengono a mancare quegli elementi che garantiscono un lavoro ben fatto e soprattutto che duri nel tempo. L’ambito medico, in questo caso quello odontoiatrico, non consente dinamiche da mercato. Le offerte e i 3×2 non fanno parte della medicina, che non permette compromessi legati ad un puro discorso economico. 

Il rischio principale di un’operazione non eseguita al meglio e con materiali di bassa qualità è perdere le faccette nel breve periodo. Questo non è un problema da sottovalutare in quanto se è vero che questo tipo di protesi risolvono efficacemente gli inestetismi dentali, prima di metterle il paziente deve avere la consapevolezza che dovrà portarle per tutta la vita.  Per poter essere applicate le faccette richiedono la limatura dello smalto quindi il dente non avrà più il suo aspetto originario e sarà necessario ricorrere all’intervento di un altro dentista per riportare la situazione alla normalità.

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Quanto costa curare una carie

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Almeno una volta nella vita a tutti è capitato di andare dal dentista per curare una carie.

Uno dei principali indiziati nella formazione della carie è la scarsa igiene orale, infatti il processo carioso, che distrugge i tessuti duri del dente, inizia proprio per l’azione di alcuni batteri presenti nel cavo orale che trovano nella placca e nel tartaro l’habitat perfetto per moltiplicarsi.

Questi batteri infatti si cibano di carboidrati rilasciando dell’acido che corrode lo smalto dei denti che con il tempo diventa più poroso permettendo alla carie, se non fermata, di procedere in profondità prima verso la dentina e dopo verso la polpa dentale.

Quindi alla fine la carie altro non è che una corrosione acida del dente che si ha a causa dei prodotti di secrezione del batterio streptococco mutans che  si trova aderente al dente sotto forma di placca o tartaro (questo batterio mangia zuccheri secernendo poi acidi).

 Se hai una carie non aspettare

Nella sua prima fase, cioè quando si trova ancora al livello dello smalto, la carie è asintomatica e si presenta come una macchiolina più scura sulla superficie del dente.

Si può evidenziare clinicamente mediante l’uso di uno specillo se si trova sulla superficie occlusale del dente o mediante radiografia endorale se si sviluppa tra dente e dente. In radiografia si evidenzia con una macchia scura quando la carie ha distrutto almeno un quarto della massa dentaria.

Man mano che progredisce e arriva alla polpa del dente, provoca un forte dolore ai denti, che visivamente presentano una specie di “buco” scuro contenente materiale rammollito. Bisogna ricordare che la carie ha la forma di una piramide e quello che vediamo è solo la punta della piramide. Per cui anche  un semplice forellino sulla superficie occlusale del dente può nascondere carie molto estese.

Quando la carie raggiunge la polpa e causa dolore spontaneo il dente deve essere devitalizzato.

Costo cura della carie?

Il costo del trattamento della carie dentale è variabile e ad incidere sul prezzo finale è lo stato di evoluzione della malattia. Ad esempio la devitalizzazione è un procedimento molto più dispendioso di una semplice otturazione.

Anche il numero dei denti interessati dal processo carioso può far lievitare il prezzo finale, può capitare infatti che alcuni pazienti abbiano più di un elemento dentale cariato, casomai anche a diversi stati di evoluzione.

Volendo dare comunque un’idea di prezzo, il costo di un otturazione semplice si aggira intorno agli 80 euro fino ad arrivare a 250 euro per i casi più complessi. La complessità di un otturazione varia a seconda di quante pareti del dente sono coinvolte nel processo carioso. Abbiamo quindi cavità semplici di prima classe che vedono coinvolta la sola superficie occlusale, cavità di seconda classe che vedono coinvolta anche una superficie interdentale, cavità mesio occluso distali (MOD) che vedono coinvolte almeno tre superfici del dente, cavità di 5 classe che coinvolgono il colletto dei denti, in questi casi è più complesso mettere la diga di gomma, cavità di 3 e 4 classe che riguardano i denti incisivi e canini in zona estetica.

Quanto costa curare una carie?

Il costo di una carie e i fattori che lo determinano. Prezzi medi nazionali.
Tipo di carie/cavitàCosto ricostruzione
Carie che coinvolgono la sola superficie occlusale (carie I classe)80 - 120 €
Carie che coinvolgono una delle superfici interdentali (carie II classe)100 - 200 €
Carie che coinvolgono entrambe le superfici interdentali e la superficie occlusale (Cavità MOD)150 - 300 €
Carie in zona estetica che coinvolgono una superficie interdentale (cavità classe III)120 - 200 €
Carie in zona estetica che coinvolgono anche la superficie incisale del dente (cavità classe IV)150 - 300 €
Carie del colletto dei denti (cavità V classe)100 - 150 €

Come si cura la carie

Come dicevamo, il trattamento della carie varia in base allo stato in cui si trova la patologia.

Nei casi più semplici dopo che il dentista ha pulito il dente eliminando la dentina infetta viene fatta un’otturazione, cioè la cavità che si è formata viene riempita con materiale composito.

Se la carie è arrivata a livello della polpa è necessario devitalizzare il dente e in alcuni casi proteggerlo con una corona dentale.

In entrambi i casi è obbligatorio utilizzare la diga di gomma, un foglio di gomma che isola il dente ed evita contaminazione con fluidi salivari e soprattutto con il respiro del paziente.

La carie si può prevenire?

La carie si può prevenire con il fluoro in un procedimento che può iniziare dalla prima infanzia, o ancora prima.

L’assunzione di fluoro durante la gravidanza da parte della mamma e dopo la nascita da parte del bambino fino all’età di sette anni, può determinare una mineralizzazione tale da rendere i denti difficilmente attaccabili dal batterio responsabile della carie.

Se si decide di intraprendere questa strada è importante evitare i metodi fai da te e rivolgersi sempre al proprio dentista, perché un dosaggio eccessivo nell’assunzione di fluoro può provocare macchie sui denti che difficilmente si riescono a eliminare.

Chi non ha preso il fluoro è condannato ad avere la carie?

Assolutamente no, la carie infatti si previene anche con una corretta igiene orale domiciliare, la pulizia dei denti professionale e la sana alimentazione. Le regole sono sempre le stesse, lavare i denti in modo accurato dopo ogni pasto, utilizzare il filo interdentale, utilizzare l’idropulsore, non saltare le visite di controllo dal dentista e sottoporsi periodicamente a sedute di igiene professionale.

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Quanto costa ricostruire un dente

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Un dente che ha perso la propria forma originaria a causa di un trauma o per effetto dell’erosione dentale può essere facilmente ricostruito. Spesso la ricostruzione dentale viene fatta per preservare la funzionalità dell’elemento dentale, come nel caso di un dente cariato che viene otturato per salvaguardare la sua attività e vitalità. Nella maggior parte dei casi però il motivo per cui un paziente vuole ricostruire un dente danneggiato è di tipo estetico o ha ache fare con il dolore associato.

Le tecniche di ricostruzione dentale sono diverse: un dente può essere ricostruito in materiale composito o utilizzando corone, in gergo comune dette anche capsule, e faccette. Sarà sempre il dentista dopo aver valutato il caso specifico a consigliare la strada da seguire.

Costo della ricostruzione dentale

Il costo della ricostruzione dentale non è unico, ma dipende da diversi fattori come la tecnica utilizzata, il numero di denti coinvolti e la loro posizione. Se il dente da ricostruire ad esempio si trova nella zona frontale, oltre alla funzionalità si deve preservare anche l’estetica, di conseguenza richiede un’attenzione maggiore rispetto a un molare danneggiato da carie o erosione. Il colore dei materiali utilizzati deve essere identico a quello dei denti naturali, la forma deve armonizzarsi alla perfezione con quella del resto della dentatura, ecc.

Ricostruzione dentale

Qual è il prezzo di una ricostruzione dentale? La nostra tabella mostra i prezzi delle cosiddette otturazioni, ovvero le ricostruzioni necessarie dopo che un dente è stato curato a causa di una carie e/o trauma.
Prezzi medi nazionali.
Tipo di carie/cavitàCosto ricostruzione
Ricostruzioni che riguardano la sola superficie occlusale (carie I classe di Black)60 - 120 €
Ricostruzioni che riguardano una delle superfici interdentali (carie II classe di Black)100 - 200 €
Ricostruzioni che riguardano entrambe le superfici interdentali e la superficie occlusale (mesio-occluso-distale)150 - 300 €
Ricostruzione in zona estetica che riguarda una superficie interdentale (cavità classe III di Black)120 - 200 €
Ricostruzione in zona estetica che riguarda anche la superficie incisale del dente (cavità classe IV di Black)150 - 300 €
Ricostruzione del colletto dei denti (cavità V classe di Black)80 - 150 €

Come si ricostruisce un dente

Come dicevamo i materiali e le tecniche usate nella ricostruzione dei denti sono diversi, molto dipende dal tipo e dall’entità del danno subito dall’elemento dentale.

Vediamo nel dettaglio quali sono le diverse tipologie di ricostruzione dei denti.

Ricostruzione dei denti in composito

Uno dei materiali comunemente usati per la ricostruzione dei denti rotti o scheggiati, soprattutto per quelli anteriori, è il composito.

Questo tipo di materiale usato anche per le otturazioni, è in grado di garantire un elevato risultato estetico. Il materiale composito è disponibile in diverse colorazioni che permettono di ottenere un risultato finale del tutto naturale, consentendo al dente di riacquistare sia la forma che il colore originale. La ricostruzione del dente in composito è particolarmente indicata quando la parte da ricostruire è abbastanza piccola.

Nota dolente del composito è la sua sua stabilità nel tempo, infatti essendo un materiale poroso tende ad ingiallirsi e rovinarsi. Secondo la letteratura scientifica una ricostruzione in composito ha una durata media di 5 anni.

E obbligatoria in tutte le ricostruzioni in composito l’uso della diga di gomma. La diga di gomma isolerà le varie fasi dell’otturazione dai liquidi salivari e soprattutto dal respiro del paziente che è contaminato da batteri.

Ricostruzione con corona (capsula)

Se il danno è profondo e ha interessato la polpa, il dente deve essere devitalizzato e poi incapsulato. Le corone avvolgono tutto il dente e hanno la funzione principale di proteggerlo, rafforzarlo, inoltre nascondono alla perfezione tutti i problemi estetici legati a traumi, carie e devitalizzazione.

L’incapsulamento necessita di diverse sedute durante le quali viene preparato il dente e viene presa l’impronta che serve a fornire il modello del dente da trattare. Dal modello viene ricavata la capsula che viene applicata sul dente.

Con i materiali più recenti come il disilicato di litio possiamo realizzare corone  sottilissime ( fino a  0,3 millimetri di spessore). In questo modo oggi si può “incapsulare” un elemento dentario senza limarlo o comunque limarlo pochissimo.

Ricostruzione con faccette

Le faccette dentali rappresentano una buona soluzione sia per denti fratturati sia per quelli che hanno subito gli effetti dell’erosione dentale.

Quando il dente fratturato non ha subito danni tali da richiedere una devitalizzazione e la parte da ricostruire non è eccessivamente estesa, oppure si verifica un cambiamento di colore, le faccette in ceramica rappresentano un’ottima alternativa al materiale composito.

Con questo tipo di protesi infatti non viene ricostruita solo la parte mancante, ma l’intera superficie dentale.

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Quanto costa curare la parodontite

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Dopo la diagnosi di una patologia dentale solitamente le prime cose che interessano ai pazienti sono il tipo di terapia utile e i relativi costi. In Italia i costi dell’odontoiatria tendono ad essere mediamente alti e spesso questo dipende anche dal fatto che il sistema sanitario nazionale non copre buona parte delle spese. Esattamente come per ogni intervento odontoiatrico, anche per la parodontite i prezzi dipendono da caso a caso. 

I costi per curare la parodontite si aggirano tra gli  800 a 1.600 euro. Il percorso terapeutico è strutturato in quattro sedute, una per semi arcata, ognuna delle quali può avere un costo tra i 200 ai 400 euro a seconda dello stato di avanzamento e della gravità della patologia che in genere viene classificata su tre livelli di gravità a seconda della profondità delle tasche.

Come si cura la parodontite

Il primo approccio alla cura della parodontite è quello di tipo conservativo non chirurgico, anche se c’è da sottolineare che diversi dentisti affrontano il problema estraendo i denti per sostituirli con gli impianti dentali anche quando non necessario.

Ecco perchè bisogna rivolgersi al parodontologo. Il Parodontologo cerca sempre di salvare il dente quando è possibile.

Lo scopo della terapia conservativa è preservare il dente naturale del paziente attraverso diverse sedute di rimozione della placca e del tartaro sottogengivale che sono l’unica causa della parodontite stessa.

Con le curettes soniche il parodontologo raschia le pareti del dente sotto gengiva  gengivali per rimuovere placca e tartaro. 

In passato venivano utilizzate le curettes manuali, oggi quelle soniche disponendo di un movimento oscillatorio tridimensionale permettono al parodontologo di eseguire un lavoro molto più veloce e accurato.

Nel caso in cui dopo diverse sedute venga riscontrata la persistenza di tasche parodontali profonde, si passa alla terapia chirurgica resettiva o rigenerativa quando possibile il cui obiettivo è sempre salvare il dente naturale del paziente.

La strada dell’implantologia dentale come rimedio per la parodontite deve essere seguita soltanto quando non è possibile impedire la caduta dei denti.

Quanto costa l’impianto dentale

Il costo dell’impianto dentale è di gran lunga più elevato di quello dell’approccio conservativo per la cura della parodontite. Ci sono vari fattori che incidono sul prezzo finale di un intervento di implantologia come ad esempio il numero dei denti coinvolti, le visite e gli esami specialistici necessari, la mancanza di osso e i materiali usati, solo per citarne alcuni. Non a caso per gli impianti dentale la forbice di prezzo è molto ampia e può andare dai 2000 ai 3.000 euro per un dente e dai 7.000 fino a 30.000 euro per un’intera arcata.

Come prevenire la parodontite

Il modo migliore per risparmiare sulla cura per la parodontite è la prevenzione.

Questo tipo di patologia è causata da un’infezione batterica dei tessuti che circondano il dente e il modo migliore per evitarne la comparsa è avere sempre una corretta igiene orale domiciliare e sottoporsi periodicamente a una pulizia dei denti professionale eseguita da un parodontologo. È importante quindi non sottovalutare mai i problemi di gengivite che se si prolungano per un lungo tempo possono essere l’anticamera della malattia parodontale. In caso di parodontite aggressiva la frequenza delle sedute di pulizia dei denti a cui bisogna sottoporsi è una ablazione del tartaro ogni tre mesi.

 

Dr Fabio Cozzolino,

Odontoiatra specialista in Parodontologia ed Implantologia Dentale

Fondatore del blog internazionale di Odontoiatria Zerodonto

CV completo

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Ascesso dentale: cause e rimedi

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Sintomi e cure di un ascesso al dente

Quando si soffre di un forte mal di denti e la guancia dal lato dove si prova dolore è particolarmente gonfia, probabilmente la causa del disturbo è un ascesso dentale, ossia un accumulo di pus derivante da infezioni batteriche a carico delle gengive o della polpa dentale.

L’ascesso a un dente è una delle paure più comuni tra i pazienti ed anche nel nostro studio dentistico registriamo questo timore. L’ansia di ritrovarsi con un dente sofferente è forte ma è giusto sottolineare un punto importante: una buona prevenzione può limitare il rischio di ascesso ai denti. Anche perché le cause sono chiare ed un appuntamento semestrale con il tuo dentista di fiducia può ridurre al minimo questi rischi.

D’altro canto le cause dell’ascesso dentale possono essere diverse, non sempre dipende dalla poca igiene dentale. Spesso compare dopo un dente spezzato o una devitalizzazione fatta male. Questo tipo di infezione al dente, in ogni caso, deve essere affrontata bene. Cerchi qualche informazione in più sull’argomento? Ecco tutte le informazioni utili sull’ascesso dentale.

Esiste un ascesso dentale indolore?

Spesso capita di pazienti che descrivono un ascesso dentale senza dolore. In realtà questa patologia si caratterizza proprio per una condizione di sofferenza ma potrebbe esserci una situazione iniziale di gonfiore senza dolore.

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, l’ascesso si presenta con dolore che può sparire in seguito all’apparizione di una zona di gonfiore. In ogni caso, al primo sintomo contattare immediatamente il proprio dentista.

Cos’è un ascesso dentale?

L’ascesso dentale è un accumulo (anche noto come pus) di batteri ormai morti, detriti cellulari e globuli bianchi intorno al dente, quindi tra gengiva, osso e polpa, che provoca sofferenza al paziente.

Ci sono due tipi di ascesso dentale: parodontale e periapicale. Quello parodontale è un’infezione che riguarda tutto il supporto del dente (legamento, cemento radicolare, gengiva e osso alveolare). Come suggerisce il nome stesso, questo tipo di ascesso dentale viene riscontrato in chi soffre di parodontite e altre malattie gengivali. L’ascesso periapicale, invece, riguarda soprattutto i pazienti che soffrono di carie.

In questo caso l’infezione si riscontra a causa della carie che rovina lo smalto e raggiunge la polpa del dente; così i batteri provocano un’infezione. A questo punto compare anche il pus.

Cosa causa l’ascesso dentale?

Come detto prima, le cause di un ascesso ai denti sono diverse e non tutte attribuibili alla scarsa cura dell’igiene. I motivi per il quale può manifestarsi un ascesso dentale sono diversi. Qualche esempio concreto? La crescita del dente del giudizio, le devitalizzazioni mal eseguite, la carie, la gengivite non curata, una scorretta igiene orale o un dente fratturato possono causare la comparsa di questo tipo di patologia.

La causa dell’ascesso dentale, detto in parole semplici, è un’infezione. Però possono esserci diversi elementi che possono agevolare la nascita di problemi di questo tipo. Ad esempio:

  • Reflusso gastroesofageo
  • Diabete
  • Fumo e alcol
  • Effetti collaterali del cortisone

Questo, ovviamente, oltre alla già citata cattiva igiene orale ed a interventi mal riusciti. Lo sviluppo dell’ascesso al dente è legata alla sua natura: quando l’ascesso di pus espande all’inverosimile il tessuto, con un evidente gonfiore della guancia, si crea una fistola, ovvero un canale di drenaggio per far fuoriuscire il pus. Di solito, questa evenienza si verifica nei tessuti interni; più difficilmente si riscontrano casi di fuoriuscita del liquido all’esterno.

Quali sono i sintomi dell’ascesso ai denti?

I sintomi di un ascesso sono facilmente riconoscibili: mal di denti che si acutizza durante la masticazione, relativo mal di testa, gonfiore gengivale, alitosi, spossatezza, sensibilità dentale e in alcuni casi febbre. Va detto che non tutti questi sintomi si manifestano sempre e comunque, quelli che non mancano mai sono il mal di denti ed il gonfiore della parte interessata. Detto in altre parole, con un ascesso dentale in corso è difficile svolgere le attività quotidiane.

Quanto dura il gonfiore di un ascesso ai denti? Dipende dalla cura antibiotica. Il processo per curare questo problema comporta medicinali per combattere l’infezione e per attenuare il dolore. Quindi, gonfiore e dolore durano fin quando l’ascesso non viene trattato terapeuticamente con una corretta terapia odontoiatrica, spesso accompagnata da terapia farmacologica a base di antibiotici come amoxicillina, penicilline o macronidi ed antinfiammatori come ibuprofene, naprossene ed antipiretici come il paracetamolo in caso di febbre alta.

Ascesso al dente del giudizio

Non è raro che l’eruzione dei denti del giudizio sia accompagnata da un ascesso. In questa fase il dente spinge per fuoriuscire rompendo la gengiva che può infettarsi con facilità in quanto si trova in una posizione difficile da pulire e quindi diventa un deposito di cibo e batteri. In questa condizione è semplice che si crei un accumulo di pus e materiale purulento, che provoca non solo dolore ma anche difficoltà nella masticazione, alitosi e ingrossamento dei linfonodi del collo.

Tale processo di infiammazione del sacco pericoronarico che avvolge il dente ancora incluso o semi-incluso si chiama anche disodontiasi (o pericoronarite) del dente del giudizio o del terzo molare inferiore. Sono tre i sintomi principali che la caratterizzano: otalgia (dolore irradiato all’orecchio), disfagia (difficoltà o fastidio a deglutire) e serramento (fastidio o dolore ad aprire molto la bocca).‎

Ascesso e problemi di carie

Nei casi in cui la carie viene trascurata e prosegue indisturbata il suo percorso verso la polpa dentale, è inevitabile che venga a crearsi un accumulo di materiale purulento. Il sistema immunitario reagisce a questa situazione convogliando il pus all’esterno del dente verso la gengiva dando origine ad un ascesso dentale.

Tale infezione non è nient’altro che un tentativo dell’organismo di eliminare il nervo ormai morto dentro al dente che va in necrosi e quindi in putrefazione. In questi casi la prevenzione è decisiva: avere un appuntamento costante con il proprio dentista vuol dire prevenire l’ascesso curando la carie quando non è ancora pericolosa.

Ascesso per devitalizzazione fatta male

Anche una devitalizzazione non perfettamente riuscita può essere causa di un ascesso (endodontico). Nei casi in cui il materiale infetto non viene asportato del tutto o viene fatta una disinfezione superficiale, può succedere che nel tempo il materiale residuo si riattivi creando sacche di pus che, arrivando ai tessuti gengivali esterni, provocano un ascesso dentale. L’ascesso dentale è contagioso? No, in nessun caso può essere infettivo ma la fuoriuscita di pus nei casi più gravi può portare a problemi di varia natura per il proprio organismo, e potrebbe causare anche una setticemia.

Ascesso da dente fratturato

In questi casi l’ascesso ai denti dipende soprattutto dalla scarsa cura del paziente dopo l’evento traumatico. La rottura di un dente, soprattutto se profonda, crea una via d’accesso per i batteri cariogeni che riescono facilmente a raggiungere la polpa provocando infezioni e formazione di pus.

Gengiviti

Anche la placca batterica che causa la gengivite può essere responsabile della formazione di un ascesso dentale. I batteri che entrano nelle tasche gengivali sono impossibili da rimuovere senza una pulizia dei denti professionale e per lungo tempo riescono ad agire indisturbati necrotizzando i tessuti che decomponendosi formano pus e ascessi parodontali.

Come si cura l’ascesso dentale?

La terapia per la cura di un ascesso dentale comincia con la somministrazione di antibiotici sotto prescrizione medica e con il drenaggio per far fuoriuscire il pus attraverso una piccola incisione o certe volte l’estrazione del dente coinvolto. Solo successivamente il dentista può intervenire per eliminare la causa principale dell’ascesso.

In sintesi, cosa fa un dentista per curare l’ascesso dentale? In primo luogo si deve combattere l’infezione con gli antibiotici che possono essere il Metronidazolo, l’Amoxicillina o una una penicillina di semi-sintesi. Senza dimenticare paracetamolo o acetaminofene (come la Tachipirina) per far abbassare la febbre.

Questo trattamento dovrebbe far passare il gonfiore. Per il dolore ci sono dei farmaci specifici come Ibuprofene e Naproxene. In entrambi i casi, i dosaggi e i tempi di somministrazione devono essere decisi dal dentista, mai improvvisare e prendere medicinali senza prescrizione medica.

Una volta risolta l’infezione si passa alla causa dell’ascesso dentale ed a questo punto il dentista può decidere qual è la soluzione migliore per evitare il ripresentarsi del problema. In qualche caso può essere necessaria anche l’estrazione del dente ma tutto deve essere preceduto dalla diagnosi dell’ascesso mediante una visita clinica e radiografica; in ogni caso non si improvvisa.

Curare l’ascesso dentale in casa o con rimedi naturali è possibile?

Tante sono le domande che ruotano intorno all’argomento: come curare ascesso dentale senza antibiotici, come bucare un ascesso ai denti, come far scoppiare e drenare un ascesso dentale a casa? Bisogna fare molta attenzione con queste pratiche fai da te perché possono essere molto pericolose per la salute personale.

In alcuni casi, prima di rivolgersi al dentista alcuni pazienti percorrono la strada dei rimedi naturali come sciacqui con acqua e bicarbonato, acqua e sale, impacchi di fiori di malva e gel a base di aloe vera. In qualche caso queste azioni possono avere una funzione lenitiva. Lo stesso vale per il classico impacco di ghiaccio sul gonfiore.

In ogni caso è sempre auspicabile rivolgersi a un dentista in quanto, se trascurato o non curato a dovere, un ascesso può portare all’estrazione del dente. Inoltre, se non viene eliminata la causa che ha dato origine all’ascesso, questo può riproporsi nel giro di poco tempo.

Ascesso dentale nei bambini

L’ascesso dentale nei piccoli pazienti riguarda principalmente i denti da latte, che come tutti sanno possono essere attaccati facilmente dai batteri che causano la carie. Se il bambino presenta i sintomi di un ascesso, è consigliabile rivolgersi nel più breve tempo possibile al proprio dentista che potrà intervenire tempestivamente.

Per diminuire il più possibile il rischio di carie e ascessi nei bambini, è importante abituarli fin da subito a una corretta igiene orale e alle visite di controllo dal dentista. Meglio evitare in questo caso l’idea di curare l’ascesso con rimedi naturali e proporre un’adeguata cura a base di antibiotici, ovviamente, sempre prescritta dal dentista.

Ascesso dentale durante le gravidanze e l’allattamento

Durante la gravidanza, la donna è più soggetta a infezioni del cavo orale ed alla formazione di ascessi dentali. In questo particolare stato, quello che spaventa di più le pazienti è la somministrazione di antibiotici e antidolorifici per la cura dell’infezione, che possono passare nel latte materno.

Le soluzioni sono diverse, difficili da elencare tutte. In questi casi non è raro che dentista e ginecologo collaborino per risolvere il problema e concordare insieme la cura più adeguata per la paziente. Durante il periodo gestazionale, nel caso in cui si presenti un ascesso dentale, è importante recarsi dal proprio dentista nel più breve tempo possibile, così da evitare la diffusione dell’infezione.

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Come capire se un dente è cariato

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Diciamo la verità, quasi tutti almeno una volta nella vita siamo passati per la poltrona del dentista per curare una carie. Questa infatti è una delle patologie più diffuse in ambito odontoiatrico. Nella maggior parte dei casi ci si rivolge allo studio dentistico solo quando il processo carioso è in fase avanzata e il dente comincia a far male. Si arriva a questo punto perché a un primo esame visivo per il paziente non è facile verificare la presenza di una o più carie. La carie ha la forma di una piramide e quello che vede il paziente spesso è solo un puntino nero che rappresenta solo la punta di questa piramide. Molto spesso poi una carie viene confusa con una macchia dentale e viceversa.

Carie o macchia?

La carie nella sua fase iniziale non provoca sintomi come sensibilità dentale o dolore, ma si presenta proprio come una macchia più scura a livello dello smalto.

Anche se si manifestano nello stesso modo, macchie e carie sono due cose ben diverse. Nel primo caso infatti si tratta di un’innocua alterazione del colore dovuta a sostanze pigmentanti che si risolve con una pulizia dei denti professionale.

Hai scoperto una carie

La carie invece porta alla distruzione dei tessuti duri del dente. A causare la carie sono batteri che se non vengono eliminati con la consueta pulizia domiciliare, si cibano di zuccheri e rilasciano un acido che corrode lo smalto arrivando fino alla polpa dentale, provocando un forte dolore. Nel suo stadio avanzato infatti si presenta come un buco scuro contenente materiale rammollito. Se la macchia può essere lasciata sul dente senza problemi, la carie deve essere assolutamente curata perché danneggia il dente in modo tale da richiedere una devitalizzazione nel momento in cui ha raggiunto la polpa al suo interno.

dente cariato

In questa immagine mostriamo esempi di carie e otturazioni infiltrate

Sintomi della carie

In sintesi un paziente può capire se un dente è cariato quando:

  • presenta delle macchie più scure sulla superficie del dente, che ricordiamo possono essere dovute anche a sostanze pigmentanti,
  • c’è presenza di sensibilità dentale soprattutto quando si mangia o si beve qualcosa di caldo, freddo o dolce,
  • il dente fa male e il dolore diventa man mano più forte perché la carie ha raggiunto la polpa.

Cosa fare se un dente è cariato

Sembra banale dirlo, ma occorre andare dal dentista!

Negli ultimi tempi si legge sempre più spesso di fantomatici metodi per curare la carie da soli con prodotti naturali o tramite dei veri e propri kit per il dentista fai da te.

Queste cure alternative che promettono risultati ottimali e grandi risparmi non sono valide per il semplice motivo che i tessuti rammolliti non possono autorigenerarsi. L’unico modo per bloccare il processo carioso prima che arrivi in profondità è rivolgersi a uno studio dentistico. Il principale trattamento per la cura della carie è l’otturazione con cui si sigillano tutte le fessure e i canalicoli causati dai batteri, mentre se è già arrivata alla polpa dentale può essere necessario un altro tipo di intervento e cioè la devitalizzazione dell’elemento dentario.

Cosa succede con carie profonda

Se la carie ha già bucato lo smalto, superato la dentina e sta attaccando la polpa si procede con la devitalizzazione, operazione che mira a salvare il dente da una possibile estrazione.

Iniziamo con il dire che la devitalizzazione non è dolorosa perché il tutto viene eseguito in anestesia locale con l’utilizzo di strumenti non aggressivi

E’ fondamentale per la buona riuscita di una devitalizzazione usare un microscopio ottico o altri sistemi ingrandenti e la diga di gomma, che garantiscono la buona riuscita e la stabilità nel tempo dell’operazione.

In linea di massima per devitalizzare un dente si procede seguendo tre fasi:

Nella prima si crea un foro nella corona del dente per arrivare alla camera pulpare,

nella seconda si rimuove la polpa infetta ripulendo il canale radicolare da tessuti e residui batterici,

nella terza si riempie il canale radicolare con un materiale biocompatibile per sigillare i canali.

Non sempre è indispensabile proteggere con una corona il dente, se quest’ultimo non è compromesso può essere semplicemente ricostruito con del materiale in composito.

Prevenire la carie

La carie si può prevenire sia da adulti che da bambini. Le regole sono sempre le stesse:

  • corretta igiene orale domiciliare,
  • periodica pulizia dei denti professionale,
  • sana alimentazione.

Inoltre per i bambini un aiuto in più può venire dal fluoro, che se assunto dalla nascita fino ai 7 anni d’età può produrre una mineralizzazione dei denti tale da renderli inattaccabili dagli acidi prodotti dai batteri responsabili della carie. Ricordiamo che prima di dare il fluoro ai bambini è indispensabile chiedere consiglio al dentista sulle dosi in quanto una quantità eccessiva potrebbe produrre macchie sui denti difficili da rimuovere.

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La ricostruzione gengivale, quali sono le pratiche da seguire?

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La ricostruzione gengivale competenza del parodontologo è uno degli interventi più diffusi in uno studio dentistico che offre anche servizio di chirurgia. Si tratta di una soluzione importante per risolvere diversi problemi che affliggono i pazienti che hanno bisogno di trattamento di una recessione gengivale con rigenerazione dei tessuti molli.

 Scopri di più sulla Chirurgia Orale

Le gengive ricoprono le arcate alveolari e circondano il colletto dei denti. La loro funzione prioritaria è proteggere il parodonto da eventuali attacchi di agenti esterni. Ricordiamo che il parodonto è un insieme di strutture il cui compito principale è quella di sostenere il dente e di mantenerlo ben ancorato al tessuto osseo.

Se il legamento parodontale subisce dei danni a cui non viene posto rimedio si rischia la caduta del dente coinvolto. Va da se quindi, che qualsiasi problema riguardante la salute delle gengive non deve essere in alcun modo sottovalutato, poiché nel lungo periodo può portare a complicazioni ben più gravi di un’infiammazione.

Cos’è una recessione gengivale

recessione-gengivale

recessione gengivale

Le patologie più conosciute dalla maggior parte delle persone sono la gengivite e parodontite, non tutti sanno però che le gengive possono andare incontro a un’ulteriore problematica che è quella della recessione gengivale.

La recessione gengivale è un processo graduale che porta la gengiva a ritirarsi dalla sua naturale posizione fino alla radice, esponendo così il dente al rischio di attacco da parte di agenti patogeni.

Le aree più esposte a questa patologia sono quelle dell’area canino-premolare, vale a dire quella di massima curvatura dell’arcata dentaria che combacia con la minor protezione possibile dagli agenti che tendono a causare questo problema. Spesso si osserva una recessione gengivale superiore nel settore sinistro per i destrorsi (destro per i mancini) in base alla forza che viene messa nello spazzolamento.

Perché curare la recessione gengivale

La maggior parte dei pazienti sono portati a pensare che quando si verifica un processo di recessione gengivale si soffre automaticamente di parodontite. In realtà non è così.

Quando c’è un problema parodontale serio oltre ad un arretramento delle gengive sono ben visibili degli spazi neri tra i denti. Se questi non sono presenti, ma c’è solo una perdita del tessuto gengivale esterno al dente, probabilmente la causa va ricercata nello scorretto spazzolamento dei denti.

In quest’ultimo caso, non curare le recessioni non porta alla caduta dei denti, ma ciò non vuol dire che il problema debba essere trascurato rimandandolo all’infinito.

Le motivazioni che devono spingere ad agire per coprire le recessioni sono diverse.

Come prima cosa avere la radice del dente scoperta oltre a provocare una fastidiosa sensibilità dentale al freddo e al caldo a lungo andare può rendere necessaria la devitalizzazione del dente. Se infatti la radice non è protetta dallo smalto lo stesso spazzolamento “sega” il dente danneggiandolo.

In secondo luogo c’è il fattore estetico. Il dente appare più lungo rispetto agli altri e se ad essere colpite da recessione sono le gengive dei denti frontali, questa discrepanza sarà visibile e potrà pregiudicare la bellezza del sorriso insieme alla serenità dei rapporti interpersonali.

Cause delle gengive ritirate

Le gengive ritirate si riscontrano soprattutto nella popolazione che ha superato i quarant’anni. Le cause più frequenti che portano al processo di recessione sono due:

  • Spazzolamento scorretto
  • Tartaro

Spazzolare i denti in modo aggressivo, in senso orizzontale e con uno spazzolino con setole dure, oltre al ritiro delle gengive, può provocare diversi danni come l’abrasione del dente che poi può portare ad accumulo di placca e tartaro ed a carie.

Per evitare problemi è importantissimo imparare come pulire i denti in modo corretto, quale spazzolino usare e quali sono le manovre da mettere in pratica. Come prima cosa la scelta dello spazzolino, che deve avere dimensioni proporzionate alla grandezza della propria bocca e setole di durezza media.

Oltre alla presenza di tartaro e alle cattive abitudini in fatto d’igiene orale, gli altri fattori che possono portare le gengive a ritirarsi sono le malocclusioni, le anomalie della mucosa, le malattie ereditarie e gli scompensi a livello ormonale.

Sintomi e conseguenze

Capire se le gengive si stanno ritirando non è facile per il paziente, perché come dicevamo è un processo molto graduale e non immediatamente visibile. In generale quando si soffre di recessione gengivale si avverte un aumento della sensibilità dentale ed esteticamente il dente coinvolto appare molto più lungo del normale. In questi casi solo la normale prevenzione può aiutare i pazientare a prevenire questo fenomeno.

Rimedi per le gengive ritirate

Per ricoprire le recessioni gengivali possono essere seguite due strade, la prima è quella dell’intervento chirurgico, la seconda è l’otturazione in materiale composito, detta otturazione di quinta classe.

Solitamente si decide per l’intervento quando a essere coinvolti sono i denti centrali e cè un esigenza estetica, mentre si preferisce l’otturazione quando la recessione riguarda i denti interni o se si ha una linea del sorriso bassa, quindi non sono visibili quando si sorride.

Ricostruzione gengivale con intervento chirurgico

Esistono due tipi d’intervento chirurgico, uno con il quale si vuole semplicemente riposizionare la gengiva e l’altro che prevede l’innesto del tessuto gengivale. In base al caso specifico il dentista deciderà quale tipo di operazione eseguire.

Solitamente si decide per l’intervento di riposizionamento quando la gengiva è abbastanza spessa e alta e c’è la necessità di ricoprire il dente solo in altezza. In pratica si scolla la gengiva e dopo averla riposizionata, la si sutura in modo da ricoprire la parte del dente che era rimasta scoperta.

Quando c’è anche la necessità di aumentare lo spessore della gengiva, si ricorre all’innesto di tessuto gengivale che in genere è prelevato direttamente dal palato del paziente, oppure esistono anche innesti artificiali in collagene come la Fibroguide.

La parte di tessuto da prelevare è estremamente sottile e va accuratamente attaccata con suture molto piccole, per questo motivo l’intervento deve essere svolto con l’ausilio del microscopio ottico.

La principale funzione di questo strumento, infatti, è quella di ingrandire nel dettaglio la parte da trattare, dando la possibilità al dentista di operare con la massima precisione. Entrambi i tipi di interventi vengono fatti in anestesia locale.

Immagini prima e dopo le operazioni

Per capire il vantaggio di un’operazione del genere è utile avere dei riferimenti con foto del prima e dopo un intervento di ricostruzione gengivale che abbiamo affrontato nel nostro studio con diversi pazienti.

CASO 1

recessione gengivale

recessione gengivale su incisivo inferiore. PRIMA

ricostruzione gengivale

DOPO intervento di chirurgia muco-gengivale

 

CASO 2

recessioni gengivali

recessione gengivale su canino inferiore

ricostruzione gengivale

situazione post intervento di ricostruzione gengivale

 

Quale materiale preferire: collageni o tessuto gengivale?

“Il materiale che dà una maggiore predicibiltà e migliori risultati è sempre l’innesto autologo di gengiva”.Fabio Cozzolino

Dr. Fabio Cozzolino

Intervento chirurgico di ricostruzione sugli impianti.

“È molto importante avere sempre un adeguata quantità di gengiva aderente attorno all’impianto. La mancanza di gengiva può anche portare alla perdita dell’impianto stesso.

Fabio Cozzolino

In questi casi è sempre preferibile un innesto di connettivo del paziente”.

Dr Fabio Cozzolino

Ricostruzione gengivale con otturazione in materiale composito

Nel caso in cui la gengiva ritirata si trovi su un dente interno alla bocca e quindi non visibile, si può decidere di evitare l’intervento chirurgico e di agire con un’otturazione in materiale composito. Ovviamente in questo caso si ricopre la radice esposta con materiale composito e avremo un dente più lungo.

In questo caso è indispensabile usare la diga di gomma, cioè uno strumento utilizzato anche in endodonzia per evitare il rischio di contaminazione dell’otturazione con saliva e il respiro del paziente e quindi con germi e batteri presenti normalmente nella bocca. Ovviamente tutte le recessioni gengivali possono essere trattate sia chirurgicamente sia con l’otturazione.

Nel caso in cui il paziente per motivi autoestetici o personali, preferisca agire direttamente sulla gengiva anche per i denti non centrali o dove non ci sono motivazioni estetiche, il dentista potrà sicuramente accontentare la sua richiesta.

Aspetti post-operatori della ricostruzione

La paura della maggior parte delle persone che devono sottoporsi a un intervento chirurgico, è quella di provare dolore dopo che sia passato l’effetto dell’anestesia. In effetti anche nei caso di operazioni di ricostruzione delle gengive può capitare di sentire dolore soprattutto nella sede del prelievo di connettivo quando è necessario.

Fortunatamente può essere tenuto facilmente sotto controllo con l’assunzione di semplici antidolorifici. Gli antibiotici vanno presi sotto prescrizione medica per prevenire rischi di infezione. Mentre per contrastare un eventuale gonfiore o comparsa di ematoma sono sufficienti impacchi di ghiaccio, con l’accortezza però di avvolgerli in un tessuto morbido come della carta o un asciugamano.

Bibliografia per approfondire il tema

Clinical efficacy of periodontal plastic surgery procedures: consensus report of Group 2 of the 10th European Workshop on Periodontology.

Tonetti MS, Jepsen S; Working Group 2 of the European Workshop on Periodontology.

J Clin Periodontol. 2014 Apr;41 Suppl 15:S36-43. doi: 10.1111/jcpe.12219. PMID: 24640999

An overview of periodontal regenerative procedures for the general dental practitioner.

Siaili M, Chatzopoulou D, Gillam DG.

Saudi Dent J. 2018 Jan;30(1):26-37. doi: 10.1016/j.sdentj.2017.11.001. Epub 2017 Nov 14. Review. PMID: 30166868 Free PMC Article

Periodontal materials and cell biology for guided tissue and bone regeneration.

Andrei M, Dinischiotu A, Didilescu AC, Ionita D, Demetrescu I.

Ann Anat. 2018 Mar;216:164-169. doi: 10.1016/j.aanat.2017.11.007. Epub 2017 Dec 28. Review. PMID: 29289707

Periodontal plastic surgery of gingival recessions at single and multiple teeth.

Cairo F.

Periodontol 2000. 2017 Oct;75(1):296-316. doi: 10.1111/prd.12186. Review. PMID: 28758301

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Parodontite in gravidanza

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Una donna in dolce attesa sente spessissimo parlare di toxoplasmosi, diabete gestazionale e preeclampsia, quasi mai però viene messa in guardia da un altro problema a cui può andare incontro, la parodontite.

Hai scoperto i segni di una parodontite?

Cosa succede alle gengive in gravidanza

Durante la gestazione le gengive appaiono più rosse e gonfie e tendono a sanguinare facilmente anche in modo spontaneo. In gravidanza aumentano infatti i livelli di estradiolo e progesterone che possono favorire le infiammazioni gengivali, non a caso in questi casi si parla di gengivite gravidica.

Tuttavia anche se le gengive sono più sensibili e fanno male è importantissimo non trascurare la propria igiene orale per evitare che una gengivite si trasformi in parodontite. Infatti la causa della gengivite rimane sempre la placca batterica o il tartaro. Le variazioni ormonali enfatizzano gli effetti prodotti dall’accumulo di placca e tartaro innescando un circolo vizioso. Le gengive sanguinano, la paziente spazzola con meno energia e questo determina a sua volta un maggior accumulo di placca che peggiora la gengivite.

In soggetti predisposti, la gengivite può evolvere in parodontite. 

Come tutti sanno la malattia parodontale è una patologia infiammatoria degenerativa che colpisce i tessuti di sostegno del dente portando alla formazione di tasche parodontali, alla mobilità dentale e alla perdita dei denti coinvolti.

Ci sono rischi per il bambino?

La malattia parodontale può rappresentare un fattore di rischio di nascita di bambini prematuri o sottopeso. Oggi sappiamo che i processi infiammatori a livello delle gengive generano il rilascio nel circolo sanguigno di prostaglandine, sostanze che possono favorire l’inizio del travaglio.

È quindi importantissimo tenere sotto controllo la propria salute orale in gravidanza non solo per il benessere della madre, ma anche per evitare di andare incontro a tutte le complicazioni che possono presentarsi con un parto prematuro.

Come prevenire la parodontite in gravidanza

Se l’assunzione di acido folico è raccomandata già nei tre mesi precedenti l’inizio della gravidanza, sarebbe opportuno programmare nello stesso periodo anche una visita di controllo dal dentista. In tal modo oltre ad escludere la presenza di patologie come carie o ascessi, può essere programmata una pulizia dei denti professionale per eliminare placca e tartaro, compreso quello sottogengivale responsabile della formazione delle tasche parodontali.

Nei nove mesi della gravidanza inoltre è indispensabile programmare ulteriori visite di controllo e sedute di igiene orale, una ogni trimestre per scongiurare lo sviluppo della parodontite o altre patologie.

Quali cure si possono fare in gravidanza

Durante la gravidanza le cure odontoiatriche che prevedono l’uso di anestesia andrebbero, ove possibile, evitate nel primo e terzo trimestre ed eventuali farmaci possono essere assunti solo dopo aver avuto sia il consenso del dentista che del ginecologo. Tutte le terapie non urgenti e che possono aspettare è meglio che siano rimandate dopo il parto.

In ogni caso nel secondo trimestre è possibile sottoporsi a terapie semplici o urgenti, mentre nel primo e terzo trimestre possono essere eseguite terapie solo se strettamente necessarie.

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Come curare i colletti dei denti scoperti: pratiche e possibilità per i pazienti

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I colletti dei denti scoperti sono uno dei problemi tipici dei nostri pazienti. Questa condizione  si presenta soprattutto su canini e incisivi dell’arcata superiore e inferiore, anche se questo problema può presentarsi in qualsiasi posizione. Da cosa dipende? Che sia iniziato un processo che condurrà a perdere i denti a causa della parodontite?

Chiaramente è difficile fare una diagnosi immediata, senza conoscere la condizione del paziente. La risposta a questa domanda dipende da caso a caso, per questo motivo è sempre opportuno che si effettui una pulizia professionale ogni sei mesi con visita di controllo. Detto questo, esiste un rimedio ai colletti dentali scoperti? Affrontiamo il problema dalle prime definizioni utili.

Scopri tutto sulla parodontite!

Cos’è la recessione gengivale (o parodontale)

I colletti dei denti scoperti è l’effetto di un processo che, tecnicamente, viene definito come recessione gengivale. Ovvero un processo che porta allo spostamento apicale del tessuto molle a causa, soprattutto, di un errato spazzolamento. Come previsto, questo fenomeno si osserva soprattutto sulla massima curvatura dell’arcata dentaria.

Questo perché nella zona in questione abbiamo radici meno protette, quindi esposte all’azione dello spazzolamento. Spesso si assiste a gengive che si ritirano soprattutto nella emiarcata sinistra (superiore e inferiore) per i destrorsi e destra per i mancini: ciò è dovuto a una maggior comodità nello spazzolamento, con relativa distribuzione della forza nel momento in cui si lavano i denti.

Il nome di recessione parodontale è più corretto per questo tipo di problema dato che si tratta di un processo in grado di coinvolgere tutto il tessuto parodontale, quindi: osso, gengiva, legamento e cemento radicolare.

Cause dei colletti dentali scoperti

Le cause dei colletti dentali scoperti sono sostanzialmente due. La prima è già stata enumerata e riguarda l’utilizzo scorretto dello spazzolino, ma la seconda affronta quello che è uno degli argomenti più importanti nel nostro settore: la parodontite. Come riconoscere e distinguere i casi?

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Chiaramente una visita dal parodontologo può dare la risposta. Una recessione in caso di assenza di infiammazione dei tessuti circostanti cioè quando la gengiva è rosea e le papille sono intatte  dipende molto spesso dall’uso scorretto dello spazzolino da denti.

In caso contrario, quindi in presenza della già citata infiammazione gengivale, la condizione di recessione potrebbe essere legata a un caso di parodontite.  In questo caso l’intervento di uno specialista parodontologo è la strada da seguire senza perdere tempo.

Recessioni: parodontite o spazzolamento scorretto?

Le recessioni da spazzolamento scorretto, in linea generale, riguardano la parte esterna del dente e le papille tra dente e dente sono intatte, in linea di massima. Nella parodontite vediamo degli spazi o buchi neri tra i denti per la perdita delle papille tra dente e dente e la gengiva risulta spesso rossa e sanguinante per l’infiammazione.

La parodontite a differenza dello spazzolamento scorretto interessa l’intera circonferenza del dente e quindi anche la gengiva e osso interdentale.

Sintomi e conseguenze delle gengive scoperte?

Il primo sintomo che deve allarmarti è quello estetico: ti sembrerà di avere i denti più lunghi perché la gengiva si è ritirata ed emerge una parte di dente che prima era scoperto. Questo comporta un altri elemento: maggiore sensibilità al caldo, al freddo, ai cibi zuccherati e acidi. Questo fino ad arrivare a uno stato di dolore del paziente.

Rimedi e cure per i colletti dentali scoperti

Per risolvere il problema della gengiva ritirata e del colletto dentale scoperto ci sono tre strade da valutare attentamente. Ovviamente un lavoro che contempla la ricostruzione del colletto dentale è l’ultima opzione.  Le gengive scoperte sono una condizione evitabile nella maggior parte dei casi attraverso un buon uso dello spazzolino.

Quindi, il primo rimedio per evitare le gengive esposte o il peggioramento delle recessioni è la prevenzione attraverso una buona igiene orale ed uno spazzolamento corretto. Poi ci possono essere gli interventi pianificati insieme al dentista di fiducia. Molti pazienti chiedono quanto costa la ricostruzione delle gengive prima ancora della visita, e la risposta è sempre subordinata al tipo di problema e alla procedura da seguire.

Intervento chirurgico per ricoprire i colletti dentali

La prima opzione è quella più importante dal punto di vista medico e si applica ai casi più gravi. Infatti in questo caso si riporta la gengiva ritirata all’altezza che aveva prima che si danneggiasse, facendola scorrere con un intervento chirurgico e in alcuni casi applicando anche un innesto di connettivo se bisogna anche aumentarne lo spessore.

 

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Intervento per la ricopertura gengivale Pre-operazione a sinistra e post-operazione a destra della foto

Uso dell’otturazione colletto dentale con composito

La seconda strada è quella che riguarda da vicino un approccio conservativo e meno invasivo. Come procedere in questi casi? Si ricorre ad un otturazione in composito dei colletti dentari scoperti. L’otturazione del colletto fa male? L’operazione viene eseguita in anestesia locale, al massimo si possono essere dei piccoli risentimenti post operatori nel momento in cui passa l’effetto antidolorifico.

Questa soluzione è adatta in tutti i casi? Ovviamente no, considerato che i materiali compositi hanno la tendenza a variare cromaticamente nel tempo per l’assorbimento dei pigmenti contenuti in bevande, alimenti e fumo, il paziente può optare per un restauro più duraturo in ceramica. E’ comunque fondamentale che sia sempre utilizzata la diga di gomma altrimenti queste ricostruzioni potranno infiltrarsi e staccarsi nel tempo.

Faccette in ceramica per risolvere recessione gengivale

La faccetta dentale è una delle possibili soluzioni per le gengive scoperte. Questa soluzione di per sé sarebbe sufficiente a risolvere il problema, se non fosse che una faccetta come una semplice ricostruzione in composito, per quanto estetica, creerebbe un dente leggermente più lungo rispetto ai denti adiacenti.

Ne risulterebbe quindi un disagio estetico, soprattutto per i denti più visibili come quelli della zona anteriore. In questo caso la soluzione migliore è operare sia a livello della gengiva che tramite otturazione del colletto. Come puoi ben capire non esiste una risposta al come risolvere le gengive scoperte, solo il dentista può dare una risposta utile alla singola condizione.

Rimedi naturali per i colletti dentali scoperti

Ci sono dei rimedi per curare i colletti dentali scoperti in casa? In realtà esistono diverse voci sull’argomento, dall’uso del bicarbonato al fatto che le gengive ritirate possano ricrescere e tornare normali.

In realtà bisogna fare molta attenzione a tentare di risolvere il problema con tecniche fai da te: questa patologia deve essere affrontata da un dentista esperto parodontologo, capace di dare una cura adeguata alle esigenze del paziente. Soprattutto se il caso nasce da un problema di parodontite.

In ogni caso esistono delle soluzioni per attenuare l’infiammazione o il dolore, come l’uso di colluttori specifici, ma il consiglio è chiaro: solo un’attenta procedura di igiene orale può aiutarti ad attenuare questa patologia. Quindi affrontiamo con cura questo tema.

Migliora il modo in cui lavi i denti per prevenire la recessione

Mantenendo abitudini scorrette rispetto all’igiene orale, risolvere il problema chirurgicamente sarà inutile, perché la gengiva si ritirerà nuovamente in quanto verrà consumata nuovamente.

Sarà quindi molto importante usare lo spazzolino in modo corretto, ricordando sempre che occorre dare la classica “pennellata” muovendo le setole dalla gengiva al dente e non viceversa, con movimenti verticali e non orizzontali, secondo tecnica di Bass. In ogni caso il tuo dentista saprà consigliarti e laddove servisse, correggere le abitudini sbagliate.

Come faccio a sapere se ho spazzolato male i denti?

Spesso, quando ci si lava i denti la forza che si imprime per lo spazzolamento è diversa per i due lati. Se hai i colletti dei denti scoperti solo su un lato e sai che su quel lato tendi a forzare di più con lo spazzolino, allora è probabile che sia quella la causa della gengiva ritirata (ovviamente per avere la certezza devi avere il parere del tuo dentista).

Spazzolino e dentifricio per colletti dentali scoperti?

Sì, in realtà se il problema riguarda il modo in cui si puliscono i denti puoi acquistare dei prodotti utili per evitare dolore e sensibilità. Ad esempio puoi acquistare un dentifricio capace di ridurre la sensibilità dentale, con basso quoziente abrasivo.

Soprattutto puoi usare uno spazzolino con setole medie. Ovviamente tutto questo deve essere associato a una giusta tecnica di spazzolamento. Infatti l’errata tecnica di spazzolamento è la principale causa di questo tipo di recessioni.

La soluzione: agisci tempestivamente

Il problema dei colletti dentali scoperti può essere risolto con una buona prevenzione, con un corretto uso dello spazzolino e con un adeguato intervento per la ricostruzione delle gengive o dei denti.

Il nostro suggerimento, in caso si verifichi la situazione descritta in quest’articolo, è di rivolgerti subito al tuo dentista, perché lasciando progredire il ritiro gengivale potrebbe rendersi in seguito necessaria la completa devitalizzazione del dente.

Bibliografia sulla recessione gengivale

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Zucchelli G, Sharma P, Mounssif I.
Periodontol 2000. 2018 Jun;77(1):7-18. doi: 10.1111/prd.12207. Epub 2018 Mar 5. Review.
PMID: 29508445

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Tonetti MS, Jepsen S; Working Group 2 of the European Workshop on Periodontology.
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Periodontal plastic surgery.
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Surgical techniques on periodontal plastic surgery and soft tissue regeneration: consensus report of Group 3 of the 10th European Workshop on Periodontology.
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Coronally advanced flap and combination therapy for root coverage. Clinical strategies based on scientific evidence and clinical experience.
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Guided tissue regeneration in gingival recessions.
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Periodontol 2000. 1995 Oct;9:90-105. Review. No abstract available.
PMID: 9567980

AUTORE: Fabio Cozzolino

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Ascesso dentale: cause, sintomi e trattamento

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L’ascesso dentale è una raccolta di pus localizzata nei tessuti parodontali che supportano il dente (gengiva, osso e polpa).

Ci sono due tipi di ascesso dentale: parodontale, che è un ascesso riguardante il legamento, il cemento radicolare, la gengiva e l’osso alveolare, e periapicale, che è un ascesso ai denti causata da un’infezione alla polpa dentale.

Cause di un ascesso dentale

Gli ascessi possono formarsi per carie gravi che irritano la parte interna della bocca causando un’infezione. Ci sono, però, altri elementi che possono causarlo come l’uscita del dente del giudizio, le devitalizzazioni mal eseguite, un dente fratturato, la gengivite non curata, una scorretta igiene orale. Fattori di rischio predisponenti possono essere: reflusso gastroesofageo, diabete, fumo e alcol o una terapia prolungata a base di corticosteroidi.

Ascesso dentale

Sintomi

I sintomi di un ascesso dentale sono:

  • Mal di denti
  • Infiammazione della gengive
  • Gonfiore della guancia
  • Alitosi
  • Sensibilità dentale alla pressione
  • Mal di testa
  • Febbre (in alcuni casi)

Questi segnali non vanno mai ignorati perché, senza un trattamento, l’infezione potrebbe durare anni danneggiando i denti. Quindi è consigliabile rivolgersi ad un dentista per avere una diagnosi.

L’ascesso può rimanere asintomatico fatta eccezione per disturbi apparentemente insignificanti come dolore alla pressione lieve durante la fase della masticazione. In questo caso, è consigliabile rivolgersi al medico per capire l’origine del problema.

Trattamento e gestione

Attraverso una visita clinica e radiografica, il dentista localizza l’ascesso e stabilisce la terapia. Effettua una pulizia della zona colpita dall’ascesso e farà un drenaggio rimuovendo gli elementi infetti e quindi la causa dell’infezione. Dopodiché procederà alla prescrizione della terapia antibiotica per eliminare completamente l’infezione e il gonfiore. Il paziente sarà, infine, monitorato costantemente dal dentista fino alla completa guarigione.

Se l’ascesso è molto aggressivo e, nel dente, c’è un’infezione, il dentista farà un foro all’interno del dente stesso per drenare la raccolta di pus. Se il dente, invece, è stato rovinato dall’ascesso, potrebbe essere esportato.

Ascesso dentale durante le gravidanze e l’allattamento

Durante la gravidanza, la donna è più soggetta a infezioni del cavo orale ed alla formazione di ascessi dentali. In questo particolare stato, quello che spaventa di più le pazienti è la somministrazione di antibiotici e antidolorifici per la cura dell’infezione, che possono passare nel latte materno.

In questi casi non è raro che dentista e ginecologo collaborino per risolvere il problema e concordare insieme la cura più adeguata per la paziente. Durante il periodo gestazionale, nel caso in cui si presenti un ascesso dentale, è importante recarsi dal proprio dentista nel più breve tempo possibile, così da evitare la diffusione dell’infezione. 

L’ascesso dentale nei bambini

L’ascesso dentale nei piccoli pazienti riguarda principalmente i denti da latte, che possono essere attaccati facilmente dai batteri che causano la carie. Se il bambino presenta i sintomi di un ascesso, è consigliabile rivolgersi nel più breve tempo possibile al proprio dentista che potrà intervenire tempestivamente.

Per diminuire il più possibile il rischio di carie e ascessi nei bambini, è importante abituarli fin da subito a una corretta igiene orale e alle visite di controllo dal dentista. Meglio evitare in questo caso l’idea di curare l’ascesso con rimedi naturali e proporre un’adeguata cura a base di antibiotici, ovviamente, sempre prescritta dal dentista.

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Malattie che colpiscono le gengive

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Le gengive rosse, gonfie e sanguinanti rappresentano il campanello d’allarme che qualcosa non va.  Le gengive infatti possono essere colpite da diverse patologia e nella maggior parte dei casi la causa è da ricercarsi nella scarsa igiene orale del paziente. Tuttavia anche l’assunzione di alcuni farmaci, la presenza di altre patologie o le scorrette manovre di spazzolamento possono influire sulla salute delle gengive.

La parodontite causa la caduta dei denti

Malattie gengivali

Gengivite e parodontite sono tra le più conosciute, ma ci sono altre malattie che possono interessare i tessuti gengivali. Vediamo brevemente quali sono, a cosa sono dovute e come possono essere curate.

gengive sanguinanti

Gengivite

La gengivite è un’infiammazione delle gengive causata da un’infezione batterica per lo più dovuta alla cattiva igiene orale. Anche fumo, diabete e l’uso di certi farmaci possono portare allo sviluppo della gengivite.

I sintomi più frequenti di un’infiammazione gengivale sono gengive rosse, gonfie e sanguinanti, con dolore durante la masticazione. La gengivite non va trascurata perché potrebbe evolvere in parodontite. Per curarla è sufficiente sottoporsi a una pulizia dei denti professionale fatta da un parodontologo che elimini gli accumuli di tartaro anche sotto il solco gengivale, dopodiché occorrerà seguire una corretta igiene orale domiciliare. Nel caso fosse necessario il dentista può prescrivere anche una cura farmacologica per tenere sotto controllo l’infezione.

Parodontite

La parodontite è più pericolosa della gengivite. Si tratta di una patologia infiammatoria degenerativa che interessa i tessuti di sostegno del dente. L’azione dei batteri responsabili della parodontite porta alla formazione di tasche parodontali, alla mobilità dentale e alla perdita dei denti. I pazienti difficilmente si accorgono di avere la parodontite fin quanto non cominciano a muoversi i denti in quanto contemporaneamente alla perdita di osso le gengive si gonfiano mascherando il reale ritiro osseo attorno all’ekemento dentario, tuttavia una gengivite persistente è un buon campanello d’allarme. Il parodontologo tramite una visita di controllo può diagnosticare la parodontite già nelle sue fasi iniziali rendendo più facile la risoluzione della patologia.

Se fino a diversi anni la tendenza era quella di estrarre il dente malato per sostituirlo con un impianto, oggi il fine ultimo dell’iter terapeutico è salvare il dente naturale del paziente. Il parodontologo può raschiare le pareti delle gengive usando le curettes soniche ed eliminare i tessuti infetti dalla tasca parodontale favorendone la guarigione. Tuttavia non sempre questo approccio porta al completo recupero della salute gengivale, rendendo necessaria, ove possibile, la chirurgia rigenerativa.

In linea di massima, prima viene verificata la presenza della malattia parodontale e maggiori saranno le probabilità di salvare i denti del paziente, per questo è importante sottoporsi periodicamente a visite di controllo e pulizia dei denti professionale.

Gengive ritirate

La recessione gengivale porta la gengiva a ritirarsi dalla sua naturale posizione fino alla radice, mettendo di fatto il dente a rischio di attacco da parte di agenti patogeni.

Il ritiro delle gengive è un processo graduale dovuto principalmente a uno spazzolamento scorretto, cioè aggressivo, in senso orizzontale utilizzando uno spazzolino con setole medie o dure. Tali recessioni sono caratterizzate dal fatto che le papille sono pressoché intatte.

In caso di gengive ritirate in genere se il processo ha coinvolto i denti anteriori si procede per ragioni estetiche o per ragioni di sensibilità al freddo con un intervento chirurgico, mentre si preferisce l’otturazione in materiale composito se la recessione riguarda i denti non visibili.

Per evitare il ritiro delle gengive è importante imparare la corretta tecnica di spazzolamento e usare uno spazzolino con setole di durezza media.

Gengivite gravidica

Durante la gravidanze è facile soffrire di gengivite gravidica. In questa fase particolare della vita di una donna le modificazioni ormonali, le nausee e il calo delle difese immunitarie espongono le gengive a un maggiore rischio di infiammazione. Per mantenere una buona salute della bocca in gravidanza ed evitare l’insorgere di problemi più gravi, come la parodontite, è essenziale che la futura mamma si sottoponga a frequenti visite di controllo dal dentista. In linea generale dovrebbe essere programmata una seduta di igiene ogni trimestre.

Iperplasia gengivale

L’ iperplasia gengivale è un processo che porta i tessuti gengivali ad aumentare di massa e di volume. Le gengive quindi appaiono ispessite, rosse, sanguinanti e doloranti. Ci sono diverse cause dietro l’iperplasia gengivale:

  • l’uso di particolari farmaci, come antiepilettici, immunodepressori e calcio antagonisti. In questo caso per eliminare l’iperplasia si procede eliminando, riducendo o sostituendo il farmaco,
  • la presenza di altre patologie, come diabete, leucemia o disfunzioni ormonali,
  • la scarsa igiene orale
  • i fattori ereditari

Se l’iperplasia si manifesta in forma lieve può essere facilmente curata con specifiche terapia, se invece la situazione si presenta più complessa è necessario ricorrere a un intervento chirurgico.

Stomatite

A differenza delle altre patologie la stomatite non riguarda solo le gengive, ma può interessare anche la lingua, l’interno delle guance e il palato. I sintomi dell’infiammazione sono: mucosa della bocca arrossata, presenza di piccole lesioni e afte. A provocare la stomatite sono virus, batteri o funghi e la causa va ricercata sempre nella scarsa igiene orale.

Come si presentano le gengive sane e come mantenerle tali

L’aspetto delle gengive è un buon indicatore della loro salute, se quelle infiammate sono rosse e gonfie, quelle sane si presentano di colore rosa corallo, compatte e dal contorno regolare.

Per mantenere le gengive in salute è importante seguire una buona igiene domiciliare quotidiana. Il che significa lavarsi i denti dopo ogni pasto almeno tre volte al giorno non dimenticando mai l’uso del filo interdentale e dell’idropulsore, fondamentale per eliminare ogni residuo di cibo. Inoltre devono essere rispettate le visite di controllo dal dentista programmando periodicamente alcune sedute di pulizia professionale all’anno.

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Ricostruzione dello smalto dentale

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La funzione dello smalto è proteggere il dente dall’attacco di agenti esterni e dall’usura. Quando è lo smalto ad essere danneggiato viene meno il suo ruolo di difesa, per questo è importante intervenire per ripristinarne la funzionalità.

Come capire se lo smalto è consumato

Ci sono alcuni segnali che fanno capire che c’è un problema di erosione dentale:

  • denti gialli e più corti,
  • aumento della sensibilità dentale agli stimoli termici,
  • effetto vitreo e smalto trasparente lungo i bordi.

Le nuove faccette dentali in ceramica

Perché lo smalto si consuma

L’erosione dello smalto può essere causata dalla presenza di sostanze acide nella bocca che attaccano e sciolgono la parte esterna del dente. Questa condizione si ritrova più spesso nelle persone che vomitano di frequente a causa dell’acido cloridrico che passa dallo stomaco alla bocca, nei pazienti con reflusso gastroesofageo, o nelle persone che consumano molti cibi acidi.

Esistono anche cause meccaniche che portano al consumo dei denti come:

  • lo spazzolamento scorretto,
  • il bruxisimo,
  • lo sfregamento di altri materiali contro la superficie del dente,
  • l’uso di dentifrici abrasivi.

Come intervenire

Prima di tutto occorrerà individuare la causa del consumo dello smalto dentale e solo dopo sarà possibile mettere in atto l’approccio terapeutico per mettere un freno all’erosione dentale correggendo la dieta, migliorando la tecnica di spazzolamento o applicando protesi dentarie.

Ricostruire lo smalto con le faccette dentali o ricostruzione delle superfici occlusali

Un modo senz’altro efficace per rimediare all’erosione dello smalto è ricorrere a protesi dentarie come le faccette dentali o incapsulare il dente in base all’entità del danno. Si ricorre all’utilizzo di protesi perché lo smalto di fatto non può essere ricostruito in modo naturale  né esistono dentifrici che lo rigenerano più o meno miracolosamente.

Fino a diversi anni fa, per incapsulare il dente era necessario devitalizzarlo e limarlo per poi applicare spesse corone dentali, oggi grazie all’utilizzo di nuovi materiali le corone sono talmente sottili e resistenti da permettere di incapsulare il dente senza limarli e senza  rimuovere tessuto dentario. 

Se il dente non è stato danneggiato in modo irrimediabile si possono utilizzare le faccette dentali in ceramica per la superficie esterna dei denti e le ricostruzioni in disilicato di litio per la superficie occlusale dei denti. Queste vengono applicate sui denti con cementi adesivi e sono protesi conservative perchè permettono di non limare affatto (o pochissimo) lo smalto dei denti.

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Molare spezzato, cosa fare

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I molari sono i denti meno visibili, quelli destinati a triturare il cibo precedentemente tagliato dagli incisivi. Nel processo masticatorio sono molto importanti, per questo sono anche particolarmente robusti, tuttavia a seguito di una carie o di una devitalizzazione, anche questi forti elementi dentari possono indebolirsi fino a frantumarsi, rendendo necessario l’intervento di uno specialista.

Hai un molare spezzato?

La prima cosa da fare per capire come intervenire è una radiografia durante una visita in studio. Quando la frattura non è accompagnata da dolore, la cosa più probabile è che sia avvenuta a carico di un dente già devitalizzato. Non è infrequente che questi elementi subiscano fratture improvvise quando sprovvisti di protesi come le corone dentali. In base a quanta parte del dente è rimasta, si potrà valutare se ricostruirlo o meno. Nel caso non se ne possa fare a meno si procederà ad estrarre la parte dentale residua.

 

In caso di carie

In caso la frattura sia conseguente ad una carie, il paziente potrà avvertire un dolore più o meno forte a seconda dello stadio di avanzamento del processo carioso. In questi casi, il dente si indebolisce perché si svuota, essendo eroso (scavato) dall’interno. La frattura dentale del molare può essere causata dal suo indebolimento a seguito di un precedente intervento in endodonzia.

molare spezzato

Perché avviene

Il processo carioso dipende dalla demineralizzazione dello smalto ad opera dei batteri che popolano il cavo orale, in particolare lo Streptococcus Mutans. I batteri fermentano gli zuccheri di cui si nutrono, producendo acidi corrosivi che distruggono progressivamente lo smalto. Tale demineralizzazione indebolisce lo smalto fino a causarne la sua erosione, che di solito fa procedere la carie verso l’interno, ma che in alcuni casi meno frequenti, fa addirittura spezzare il dente. La carie è generalmente accompagnata da dolore, infezione della bocca e talvolta da gonfiore della guancia, specie se a carico dei molari.

 

In caso di evento traumatico

Per quanto un molare sano sia un dente davvero molto robusto, può capitare accidentalmente di mettere troppa forza nella masticazione di un alimento che pensiamo essere soffice, ma che invece nasconde un elemento duro, accidentalmente presente e sostanzialmente inatteso. In questo caso esercitiamo una pressione mandibolare troppo forte, pensando di far affondare i denti in un alimento morbido, fatalmente.

Anche qui occorrerà valutare l’entità della frattura per capire se e come ricostruire la parte danneggiata del dente o in caso non sia recuparabile, programmarne l’estrazione e sostituzione con una protesi fissa, o impianto dentale. Prima di decidere qualunque cosa è dunque indispensabile una visita specialistica.

 

Come trattare un molare spezzato

Se dunque il dente era già indebolito da una precedente devitalizzazione e se ne sarà rimasta una porzione sufficiente, lo si potrà proteggere alloggiandovi una capsula o corona dentale. In caso di frattura da carie, prima di incapsulare il dente (sempre se possibile) occorrerà intervenire a livello endodontico per rimuovere la carie e/o devitalizzare il dente.

Se la frattura del dente si è propagata sotto la gengiva non per questo si deve estrarre l’elemento dentario. In alcuni casi è infatti possibile eseguire un lembo a riposizionamento apicale. Questo lembo permette di assottigliare la gengiva attorno al dente ed in alcuni casi viene anche rimossa una piccola quantità di osso al fine di esporre la rima di frattura e permettere così il trattamento dell’elemento dentario.

Infine, se la frattura sarà stata causata dall’aver morso accidentalmente un oggetto troppo duro con un molare sano, in base all’entità del danno si potrà decidere come intervenire e spesso potrebbe essere sufficiente un otturazione in materiale composito.

In ogni caso, se la frattura sarà troppo profonda, il molare andrà estratto e sostituito con un impianto dentale. In questi casi si procede all’estrazione atraumatica mediante l’utilizzo di leve. Quindi indolore, rapida e più sicura. Consigliamo questo tipo di estrazione a tutti i nostri pazienti e in generale a chiunque debba procedere con l’estrazione di un dente.

 

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La parodontite è contagiosa?

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La parodontite è dovuta a un’infezione batterica. Per questo motivo molto spesso dopo la diagnosi di parodontite di un parente ci si preoccupa che questa possa essere trasmessa agli altri componenti della famiglia tramite la saliva.

La pulizia dei denti? meglio fatta da un parodontologo

Pur essendo una malattia infettiva di origine batterica, la parodontite non è contagiosa. Se inavvertitamente capita di utilizzare lo stesso bicchiere o la stessa posata di una persona con parodontite non si corre il rischio di ammalarsi. I fattori dello sviluppo della malattia parodontale sono altri.

Igiene orale, ereditarietà e altri fattori

 

Tra le principali cause della parodontite c’è la scarsa igiene orale. In una condizione in cui non ci si lava i denti con regolarità e in modo corretto i batteri responsabili della malattia tendono ad accumularsi in modo eccessivo vicino alla gengiva formando la placca. Se questa non viene rimossa e si mineralizza si trasforma in tartaro, ambiente in cui proliferano e agiscono i batteri parodontopatogeni che facendosi strada al di sotto della gengiva attaccano e danneggiano i tessuti a sostegno dei denti.

Tra i fattori di rischio per lo sviluppo della parodontite c’è l’ereditarietà, chi ha un genitore che soffre di malattia parodontale ha una percentuale maggiore di soffrire di questa malattia. Per questo motivo se da un lato la parodontite non può essere trasmessa a chi ci sta vicino, dall’altro può essere trasmessa ai figli in modo ereditario. Per tale motivo è consigliabile già dopo la maturità sottoporre i figli di pazienti parodontopatici ad un controllo da un parodontologo. In ogni caso è importante non solo avere una scrupolosa igiene orale, ma fare periodiche visite di controllo con un parodontologo sottoponendosi a pulizia dei denti professionale per eliminare il tartaro sottogengivale.

Infine fumo, stress e patologie sistemiche come il diabete scompensato rappresentano ulteriori fattori di rischio che possono aggravare la parodontite.

Quali sono i sintomi della parodontite

La parodontite è una malattia cronica e indolore che non da segni evidenti della sua presenza fino a quando non cominciano a muoversi i denti. Campanelli d’allarme sono gengive rosse, infiammata e doloranti, gengive ritirate, sanguinamento quando ci si spazzola i denti e si usa il filo interdentale.

parodontite contagiosa

Come si cura

Con la corretta terapia la parodontite può essere tenuta sotto controllo evitando l’avanzamento della patologia.

La cura consiste in una o più sedute di ablazione del tartaro, mentre i curettage gengivale e le levigatura delle radici possono essere sostituite da sedute di pulizia sottogengiva mediante manipoli sonici molto più performanti.  

Se dopo diverse sedute sono ancora presenti tasche parodontali profonde si passa alla terapia chirurgica.

Nei casi più gravi, ossia quando non è più possibile salvare il dente naturale del paziente si procede con l’estrazione e l’inserimento di un impianto dentale.

Prevenire la parodontite

La parodontite si previene seguendo una corretta igiene orale domiciliare, lavando i denti dopo ogni pasto e usando il filo interdentale o lo scovolino per eliminare residui di cibo tra i denti. Per la pulizia delle tasche diventa fondamentale usare di routine l’idropulsore. Inoltre è importante che la pulizia dei denti professionale sia fatta da un parodontologo e venga eseguita ogni tre mesi nei casi più gravi.

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Come estrarre i denti del giudizio: rischi e procedure

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L’estrazione dente del giudizio è un passaggio indispensabile in molti casi. Non sempre è necessario procedere in questa direzione, è sempre il dentista a dover valutare la condizione. Ma sicuramente è un’eventualità che molti pazienti temono.

La paura di dover estrarre un dente del giudizio è una delle costanti del lavoro di un dentista. Conosciamo bene queste dinamiche perché spesso i pazienti si domandano perché arrivare a questa soluzione quando le tecniche conservative sono propense a evitare il più possibile le estrazioni?

Affrontiamo insieme l’argomento e cerchiamo di capire quando e come intervenire al meglio, anche per evitare rischi e traumi inutili.

Devi estrarre i denti del giudizio?

Cosa sono i denti del giudizio

I denti del giudizio, detti anche terzi molari o ottavi, devono il nome alla loro eruzione tardiva. I terzi molari infatti fuoriescono mediamente tra i 18 e i 25 anni di età (l’età del giudizio) nell’ultima posizione delle due arcate dentarie, completando la dentizione permanente.

In realtà la fascia d’età in cui possono spuntare i denti del giudizio è molto più ampia, ci sono casi in cui fuoriescono anche dopo i 40 anni e altri in cui non erompono affatto rimanendo inglobati nell’osso o nella gengiva.

dente del giudizio

dente del giudizio

A cosa servono i denti del giudizio

Spesso hai sentito dire che i denti del giudizio non sono coinvolti nella masticazione e che quindi è meglio toglierli sempre. In realtà se non danno problemi e sono allineati con il resto dei denti si può tranquillamente non estrarli.

I denti del giudizio sono un retaggio che ci portiamo dal passato. Il loro ruolo nell’evoluzione umana è stato importante perché davano ai nostri antenati preistorici la possibilità di consumare cibi duri e non cotti, quindi molto difficili da masticare.

Oggi l’alimentazione è molto diversa e con l’evoluzione ed i cibi cotti sempre più morbidi la nostra bocca si è rimpicciolita mentre  il numero dei denti è rimasto uguale. Ecco perchè spesso non c’è uno spazio sufficiente affinché possano erompere correttamente in arcata.

Sintomi dell’eruzione denti del giudizio

Nell’immaginario comune l’eruzione dei denti del giudizio è accompagnata da gonfiore e dolore. C’è da dire che non sempre i terzi molari danno problemi, ma nel caso in cui si verifichi un’infezione i sintomi più comuni sono:

  • gonfiore della parte interessata.
  • dolore, rossore e sanguinamento delle gengive.
  • mal di testa.
  • alito cattivo.
  • dolore irradiato all’orecchio (otalgia)
  • difficoltà di masticazione e ad aprire la bocca (serramento)
  • fastidio nella deglutizione (disfagia).

La sintomatologia legata alla fuoriuscita dei denti del giudizio può essere tenuta sotto controllo con un antinfiammatorio non steroideo da banco che non dovrebbe mai essere assunto per più di due o tre giorni.

Anche l’assunzione di antibiotici può far regredire la sintomatologia ma comunque non risolve il problema essendo un effetto momentaneo.

Se il dolore è molto forte, quasi insopportabile, sarebbe comunque opportuno sottoporsi a una visita dal dentista che potrà verificare la situazione e indirizzare il paziente verso il giusto percorso terapeutico o l’estrazione.

Quando vanno estratti i molari del giudizio

I pazienti sono interessati soprattutto a questo tema, vale a dire la necessità in cui si palesa la necessità di togliere il dente in questione. Sono diversi i casi e le motivazioni per cui è opportuno intervenire con l’estrazione del dente del giudizio:

Inclusione dentale

Quando i denti non riescono a erompere rimanendo intrappolati totalmente o parzialmente all’interno della gengiva. Possono essere definiti come una condizione essenziale per estrarre un dente del giudizio.

Bisogna sottolineare che se un dente è incluso totalmente e quindi non si è rotto il sacco che avvolge la corona e se non è inclinato verso il settimo rischiando quindi di danneggiarlo e non ha sintomatologia si può tranquillamente non estrarlo e tenerlo sotto controllo nel tempo.

Asse di crescita inclinato orizzontale

I denti del giudizio erompono orizzontalmente per mancanza di spazio esercitando così una pressione sugli altri denti che provoca dolore e rischiano di provocare carie sulla superficie posteriore dei settimi molto difficili da trattare. In questo caso si raccomanda l’estrazione a scopo preventivo.

Denti del giudizio cariati

I denti del giudizio sono facilmente soggetti a processi cariosi a causa della loro posizione molto arretrata che rende difficile la corretta igiene orale. Se la carie è estesa e può compromettere la salute dei denti vicini è consigliato togliere i molari del giudizio. Stesso discorso riguarda eventuali infezioni.

Prima di mettere l’apparecchio

L’estrazione dei denti del giudizio inferiori e superiori può essere necessaria nel caso di una cura per recuperare la giusta posizione dei denti. I denti del giudizio vanno tolti per forza? L’operazione è necessaria solo quando si deve recuperare spazio in arcata.

Perchè spostano gli altri denti.

In passato si credeva che i denti del giudizio potessero influire sull’accavallamento dei denti anteriori. Oggi si è visto che è la risultante delle forze masticatorie che tende a spingere in avanti i denti e quindi può creare affollamento dentario. Per tale motivo non è necessario estrarre i denti del giudizio allo scopo di bloccare lo spostamento dei denti.

Rischi estrazione dente del giudizio

Anche se viene considerata un’operazione di routine, l’estrazione di un dente del giudizio incluso presenta i suoi rischi.

La preoccupazione più grande rispetto a questo tipo di intervento, eseguito in anestesia locale, è la parestesia, cioè la perdita di sensibilità a causa di traumi a carico del nervo alveolare. Questo tipo di rischio vale solo per i denti del giudizio inferiori.

Perché è rischiosa l’estrazione del dente del giudizio incluso? La radice del dente del giudizio si trova molto vicina al nervo alveolare che durante l’estrazione con frese che vengono usate per separare il dente o per rimuovere osso potrebbe essere danneggiato.

La parestesia può essere permanente e può interessare la lingua, con conseguenze anche sul linguaggio, la mandibola o il labbro. Ecco perché l’estrazione di quello che può essere un molare inferiore o superiore deve essere sempre monitorata con cura.

Come estrarre l’ottavo incluso in sicurezza

Tuttavia è possibile estrarre un dente del giudizio incluso in estrema sicurezza utilizzando al posto delle frese (strumenti che ruotano) la chirurgia orale sonica, tecnica che utilizza le vibrazioni per tagliare efficacemente tessuti duri, come osso e denti, rispettando i tessuti molli ai quali non crea danni nemmeno in caso di contatto accidentale.

Con la chirurgia sonica il dentista può avvicinarsi molto a strutture delicate, come il nervo alveolare, senza recare alcuna lesione. Ecco un esempio di estrazione in sicurezza effettuata dal dottor Fabio Cozzolino

Per quanto sia una tecnica molto più sicura nessuna procedura è totalmente esente da rischi. Quindi, appare giusto sottolineare che i sintomi devono essere monitorati con grande attenzione. E la rimozione del dente del giudizio deve essere valutata in base anche alle possibili complicanze.

Estrazione rapida e indolore del dente del giudizio

Altra domanda tipica dei pazienti che hanno paura di questo passaggio: l’estrazione dei denti del giudizio fa male? Sentirò dolore? Un dente del giudizio fuoriuscito completamente dalla gengiva correttamente posizionato può essere tolto senza particolari preoccupazioni, ma soprattutto in modo rapido e indolore attraverso l’utilizzo delle leve.

Come si toglie un molare? Normalmente l’estrazione del dente del giudizio si esegue utilizzando una pinza con cui viene applicata una forza laterale che allenta la presa del dente rispetto ai tessuti circostanti consentendo l’estrazione. Il problema principale legato a questa tecnica è la frattura del dente che obbliga a una seduta operatoria più lunga e più traumatica per rimuovere i frammenti del dente spezzato.

Tuttavia utilizzando una leva al posto della pinza il dente del giudizio può essere estratto alcune volte anche in pochi secondi, in modo atraumatico con un rischio di frattura delle radici nettamente inferiore e senza particolari conseguenze per il paziente.

La forza esercitata dalle leve infatti spinge il dente dal basso verso l’alto. Mentre con le pinze decide l’operatore in che direzione deve uscire il dente con le leve il dente segue la direzione di minore resistenza riducendo così i rischi di frattura dell’elemento dentale. Tutto questo si trasforma in minor dolore post intervento e maggiore velocità di esecuzione con il massimo comfort per il paziente.

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L'articolo Come estrarre i denti del giudizio: rischi e procedure sembra essere il primo su Studio Dentistico Cozzolino.

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