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Mal di Denti in Aereo

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Se siete in vacanza o se state progettando un viaggio nel mese di agosto, sarà sicuramente opportuno conservare le buone abitudini rispetto all’igiene orale onde prevenire le problematiche più diffuse in estate come ad esempio le carie.

Non tutti sanno che sarebbe opportuno prima di un viaggio in aereo, prenotare una visita con il dentista per un controllo completo dei denti. In effetti la pressione e l’altitudine possono provocare problemi agli impianti, alle gengive od alle otturazioni. Chi viaggia spesso conosce questo genere di problemi, mentre chi prende l’aereo solo in estate per andare in vacanza, meno probabilmente è al corrente di quanto può verificarsi negli ambienti pressurizzati di un aereo.

Ecco quindi i casi specifici di cui tener conto:

Denti che si muovono

Il dolore ai denti ad alta quota durante un volo in aereo, può essere provocato dalla compressione. In questi casi parliamo di una nevralgia, cioè precisamente di mal di denti causato dall’infiammazione di una tasca paradontale. In pratica il dente si muove perché la gengiva non vi è più attaccata. In molti soggetti il verificarsi di questa condizione può provocare paura, ansia e shock. Se a questo aggiungiamo il fatto che ci si trova in aereo e si sta volando, lo stato di disagio potrebbe diventare ancora più forte.

Otturazioni provvisorie

I pericoli riguardanti la salute dei denti relativamente al volo in aereo, riguardano anche le otturazioni provvisorie e non soltanto le gengive e le infiammazioni ad esse collegate. Si parla in pratica delle otturazioni che si effettuano nelle sedute che precedono quelle per impiantare le otturazioni definitive.

Da un punto di vista fisico, l’altitudine e la pressione possono indebolire certi materiali che i dentisti utilizzano per comporre le otturazioni provvisorie. In casi come questo, un semplice spostamento in aereo può far esplodere una forte nevralgia ai denti, che potrebbe rendere il viaggio decisamente poco piacevole. Interessante constatare che una volta atterrati, il dolore potrebbe sparire da solo proprio per il fatto che non ci si trova più soggetti alle condizioni di altitudine e pressione che invece esistono durante il volo.

Se il dolore continua anche una volta arrivati a terra, sarà indispensabile contattare un dentista e sottoporsi a una visita, anche se non è sempre facile trovare un dentista aperto in agosto.

Cosa evitare problemi ai denti durante un viaggio in aereo?

Molto spesso il dolore durante il volo può essere provocato da una bollicina d’aria rimasta intrappolata sotto l’otturazione provvisoria. Per evitare che ciò avvenga sarà opportuno farsi fare un check-up della zona interessata dal dentista, avvisandolo che si sta per compiere un viaggio in aereo. Sarà lo stesso odontoiatra che dopo aver fatto le opportune valutazioni potrà suggerire i trattamenti da eseguire prima della partenza.

Esistono rimedi naturali per alleviare il mal di denti in aereo?

Quando si soffre di mal di denti in aereo è possibile ricorrere a rimedi naturali, omeopatici, utilizzabili anche dai bambini come da chi non può assumere certi tipi di farmaci a causa di patologie specifiche. Tra i più efficaci antidolorifici naturali per i denti consigliamo l’Arnica, erba medicinale della famiglia delle Asteraceae.

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Ascesso Dentale, Cause e Rimedi

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Quando si soffre di un forte mal di denti e la guancia dal lato dove si prova dolore è particolarmente gonfia, probabilmente la causa del disturbo è un ascesso dentale, ossia un accumulo di pus derivante da infezioni batteriche a carico delle gengive o della polpa dentale.

Cosa causa l’ascesso dentale

I motivi per il quale può manifestarsi un ascesso dentale sono diversi. La crescita del dente del giudizio, le devitalizzazioni mal eseguite, la carie, la gengivite non curata, una scorretta igiene orale o un dente fratturato possono causare la comparsa di questo tipo di patologia.

Sintomi

I sintomi di un ascesso sono facilmente riconoscibili: mal di denti che si acutizza durante la masticazione, gonfiore gengivale, alitosi, spossatezza, sensibilità dentale e in alcuni casi febbre. Va detto che non tutti questi sintomi si manifestano sempre e comunque, quelli che non mancano mai sono il mal di denti e gonfiore della parte interessata.

Ascesso al dente del giudizio

Non è raro che l’eruzione dei denti del giudizio sia accompagnata da un ascesso. In questa fase il dente spinge per fuoriuscire rompendo la gengiva che può infettarsi con facilità in quanto si trova in una posizione difficile da pulire e quindi diventa un deposito di cibo e batteri. In questa condizione è semplice che si crei un accumulo di pus, che provoca non solo dolore ma anche difficoltà nella masticazione, alitosi e ingrossamento dei linfonodi del collo. 

Tale processo di infiammazione del sacco pericoronarico che avvolge il dente ancora incluso o semiincluso si chiama anche disodontiasi del dente del giudizio o del terzo molare inferiore. Sono tre i sintomi principali che la caratterizzano: otalgia (dolore irradiato all’orecchio), disfagia (difficoltá o fastidio a deglutire) e serramento (fastidio o dolore ad aprire molto la bocca).‎

Ascesso e problemi di carie

Nei casi in cui la carie viene trascurate e prosegue indisturbata il suo viaggio verso la polpa dentale è inevitabile che venga a crearsi un accumulo di materiale purulento. Il sistema immunitario reagisce a questa situazione convogliando il pus all’esterno del dente verso la gengiva dando origine ad un ascesso dentale. Tale infezione non è nient’altro che un tentativo dell organismo di eliminare il nervo ormai morto dentro al dente che va in necrosi e quindi in putrefazione.

Devitalizzazione fatta male

Anche una devitalizzazione non perfettamente riuscita può essere causa di un ascesso. Nei casi in cui il materiale infetto non viene asportato del tutto o viene fatta una disinfezione superficiale, può succedere che nel tempo il materiale residuo si riattivi creando sacche di pus che arrivando ai tessuti gengivali esterni provocando un ascesso dentale.

Ascesso da dente fratturato

La rottura di un dente, soprattutto se profonda, crea una via d’accesso per i batteri cariogeni che riescono facilmente a raggiungere la polpa provocando infezioni e formazione di pus.

Gengiviti

Anche la placca batterica che causa la gengivite può essere responsabile della formazione dell’ascesso dentale. I batteri che entrano nelle tasche gengivali sono impossibili da rimuovere senza una pulizia dei denti professionale e per lungo tempo riescono ad agire indisturbati necrotizzando i tessuti che decomponendosi formano pus e ascessi parodontali.

Come si cura l’ascesso dentale

La terapia per la cura di un ascesso dentale comincia con la somministrazione di antibiotici sotto prescrizione medica e il drenaggio per la fuoriuscita del pus attraverso una piccola incisione o certe volte l’estrazione del dente coinvolto.

Solo successivamente il dentista può intervenire per eliminare la causa principale dell’ascesso.

In alcuni casi, prima di rivolgersi al dentista alcuni pazienti percorrono la strada dei rimedi naturali come sciacqui con acqua e bicarbonato, acqua e sale, impacchi di fiori di malva e gel a base di aloe vera.

In ogni caso è sempre auspicabile rivolgersi a un dentista in quanto se trascurato o non curato a dovere, si rischia di dover procedere all’estrazione del dente. Inoltre se non viene eliminata alla fonte la causa che ha dato origine all’ascesso questo può riproporsi nel giro di poco tempo.

Ascesso dentale nei bambini

L’ascesso dentale nei piccoli pazienti riguarda principalmente i denti da latte, che come tutti sanno possono essere attaccati facilmente dai batteri che causano la carie.

Se il bambino presenta i sintomi di un ascesso è consigliabile rivolgersi nel più breve tempo possibile al proprio dentista che potrà intervenire tempestivamente.

Per diminuire il più possibile il rischio di carie e ascessi nei bambini, è importante abituarli fin da subito a una corretta igiene orale e alle visite di controllo dal dentista.

Ascesso dentale durante le gravidanze e l’allattamento

Durante la gravidanza a causa dell’indebolimento del sistema immunitario, la donna è più soggetta a infezioni del cavo orale e alla formazione di ascessi dentali.

In questo particolare stato, quello che spaventa di più le pazienti è la somministrazione di antibiotici e antidolorifici per la cura dell’infezione. In questi casi non è raro che dentista e ginecologo collaborino per risolvere il problema e concordare insieme la cura più adeguata per la paziente. Durante il periodo gestazionale, in caso in cui si presenti un ascesso orale, è importante recarsi dal proprio dentista nel più breve periodo possibile così da evitare la diffusione dell’infezione.

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Il Colore dei Denti

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Avere denti bianchissimi è il sogno di molti e spesso per raggiungere questo scopo ci si sottopone a sedute di sbiancamento dentale professionale o fai da te sperando di ottenere un sorriso bianco porcellana, che per inciso non esiste in natura.

In realtà ognuno di noi ha un determinato colore dei denti che nel tempo per cause naturali o per motivi esterni tende a cambiare. 

Abbiamo due possibilità:

1) Eseguire un accurata pulizia dei denti, passando poi alla fine un getto molto potente di acqua e bicarbonato (Airflow) che, erroneamente, è spesso confuso con lo sbiancamento. In realtà in questo caso non cambiamo il colore dei denti, ma rimuoviamo tutte le macchie superficiali.

2) Sbiancamento dentale professionale. Le sedute di sbiancamento cambiano il colore intrinseco del dente modificando il quello della dentina sottostante. Si riesce così ad ottenere nuovamente il colore originale dei propri denti e spesso si riesce ad avere una tonalità di bianco ancora più brillante. Non tutti i colori sbiancano allo stesso modo. In linea generale, i pigmenti gialli sbiancano molto più di quelli grigi.

Da cosa dipende il colore naturale dei denti

Esattamente come quello degli occhi o dei capelli anche il colore dei denti è determinato su base genetica.

Il colore naturale dei denti non è dovuto allo smalto come si tende a pensare, bensì dalla dentina cioè lo strato più interno.

Lo smalto non ha un colore, ma è traslucido e dalla sua superfice traspare il colore della dentina che ha sfumature cha vanno dal giallo al grigio che trapelano attraverso lo smalto.

I denti più bianchi sono quelli da latte che dopo la loro caduta vengono sostituiti dai denti permanenti i quali tendono a cambiare colore con il passare del tempo, diventando più scuri e gialli.

Con l’invecchiamento infatti lo smalto si assottiglia a causa del logorio naturale, lasciando intravedere maggiormente il colore della dentina.

Cambiamento del colore dei denti per cause esterne

È risaputo che alcune sostanze che vengono a contatto con i denti possono modificarne il colore, questo perché lo smalto è poroso e di conseguenza lascia passare elementi che vanno a fissarsi sulla dentina cambiandone la tinta.

Le più famose di queste sostanze sono sicuramente il , il caffè, il vino rosso e la liquirizia, ma a incidere sul colore naturale dei denti sono anche le cattive abitudini come il fumo.

Inoltre non tutti sanno che anche l’assunzione di alcuni farmaci può ingiallire il colore originale dei denti, fortunatamente in gran parte dei casi la patina più scura causata da alcuni antibiotici si elimina facilmente sospendendo l’uso del medicinale o sottoponendosi a una seduta di pulizia dei denti e ad una seduta di Air Flow, un getto molto potente di acqua e bicarbonato che rimuove le macchie sul dente.

Medicinali che contengono fluoro, ciprofloxacina e tetracicline presi nell’infanzia o nella donna in gravidanza, invece modificano permanentemente il colore dei denti, in quanto interferiscono con la formazione di questi.

Terapie dentali e colore dei denti

In alcuni casi anche le terapie per curare problemi ai denti come la carie possono cambiarne il colore.

Otturare un dente con l’amalgama d’argento ad esempio può far assumere al dente una colorazione tendente al grigio a causa dell’assorbimento delle sostanze contenute nell’amalgama. Oppure l’uso di paste colorate durante le cure canalari può modificare in modo permanente il colore originale in base al tipo di materiale usato.

Spesso dopo un trauma o dopo una devitalizzazione non perfetta il dente tende a scurirsi. Questo è dovuto ai pigmenti ematici o a piccole porzioni di tessuto residuati dopo una non precisa devitalizzazione.

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Bellezza del Sorriso, Quali Fattori Incidono?

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Ormai  tutti sanno che ridere fa bene al corpo e alla mente. Già da tempo infatti medici degli ospedali di tutto il mondo praticano la clown terapia con ottimi risultati sul benessere dei piccoli pazienti costretti a trascorrere lunghi periodi di degenza.

Invece a far sorridere i grandi ci pensa lo yoga della risata, una disciplina che insegna come ridere a comando facendo facce buffe e divertenti per ritrovare il buon umore e la vitalità.

Ma perché ridere fa così bene?

Perché quando ridiamo il corpo rilascia vari livelli di ormoni che portano innumerevoli vantaggi, ad esempio le endorfine combattono la debolezza, lo stress e le tensioni riducendo anche l’insonnia, le encefaline rinforzano il sistema immunitario, mentre la serotonina, antidepressivo naturale, riduce la secrezione di ormoni che  causano  stress, aumento della pressione sanguigna e alzano il livello di glucosio nel sangue.

Purtroppo moltissime persone non riescono a lasciarsi andare a fragorose risate perché imbarazzate dal fatto di non avere un bel sorriso, condizione che in molti pazienti crea non poca ansia e di conseguenza fa venir meno tutti i benefici che abbiamo visto poco sopra.

Quali sono i difetti che limitano la bellezza del sorriso

L’armonia del sorriso può essere minata da diversi fattori che portano ad avere una dentatura irregolare.

Per fortuna però tutte queste imperfezioni posso essere facilmente risolte nel migliore dei modi.

Denti storti

Tra le prime cause che vengono in mente quando si parla di fattori che limitano la bellezza di un sorriso c’è il disallineamento dentale, meglio conosciuto come l’avere i denti storti.

Oltre a problemi relazionali come ansia e imbarazzo provocati da un sorriso disarmonico, avere i denti storti favorisce l’insorgenza della carie perché questi possono rendere più difficile lo spazzolamento e l’utilizzo del filo interdentale.

Quindi è importante non sottovalutare questa situazione e recarsi dal proprio dentista per risolverla.

Anche se dispendioso in termini di tempo, curare i denti storti è spesso facile e in base alla situazione il dentista valuterà se ricorrere all’applicazione dell’apparecchio ortodontico fisso o all’uso di un apparecchio mobile, come le mascherine invisibili tipo invisalign, sopratutto per malocclusioni di lieve entità. 

L’apparecchio per i denti tradizionale fisso viene solitamente utilizzato nei casi più seri, ma è tuttavia possibile trattare i disallineamenti anche importanti con l’ortodonzia linguale fissa senza attacchi, una tecnica che utilizza un apparecchio invisibile fortemente consigliato per gli adulti in quanto non causa disagio o imbarazzo.

Carie

La carie in fase avanzata può essere visibile a occhio nudo perché i denti interessati da tale processo cambiano colore scurendosi. Si tratta di uno degli inestetismi peggiori in assoluto, senza considerare il dolore che provoca una carie quando raggiunge la polpa dentale. Molto meglio afferrare per tempo il coraggio a due mani e curare la carie prima che degeneri e renda necessaria una devitalizzazione o peggio l’estrazione di uno o più denti.

Denti gialli

Non è difficile immaginare che i denti gialli siano tra quei fattori che intaccano la bellezza di un sorriso. Capita che con il tempo i denti perdano il loro colore naturale per l’assunzione di sostanze pigmentanti e per la scarsa igiene orale.

Per risolvere questo fastidioso inestetismo come prima cosa è importante lavarsi accuratamente i denti senza dimenticare l’uso del filo interdentale e sottoporsi a periodiche sedute di igiene orale. Nei casi in cui vi sono le indicazioni cliniche è possibile ricorrere allo sbiancamento professionale.

Diastema

Per quanto molte persone lo trovino dolce e adorabile, per altre il diastema, ossia lo spazio tra i denti, può diventare un vero e proprio tormento.

Per ridare armonia al volto e chiudere il diastema si possono seguire due strade: trattamento ortodontico o trattamento protesico.

Nel primo caso si procede con l’utilizzo di un apparecchio ortodontico, come un linguale fisso senza attacchi, mentre nel secondo si possono applicare delle faccette dentali in ceramica minimamente invasive e ad alta valenza estetica.

Denti scheggiati e fratturati

Può capitare per una caduta o per un qualsiasi altro trauma di scheggiarsi o fratturarsi un dente con conseguenze sgradevoli dal punto di vista estetico e funzionale. In base all’entità del danno, il dentista decide se riparare il dente utilizzando materiali compositi o ricorrere all’suo delle faccette dentali.

Nei casi in cui la scheggiatura è leggera e la forma dei denti è soddisfacente si tende ad applicare una resina composita per ricostruire solo la parte del dente che si è lesionata. Mentre se la frattura è estesa o la scheggiatura è molto ampia è opportuno valutare l’uso di restauri protesici mini-invasivi quali le faccette dentali o integrali come le corone dentali.

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Malattie del Cavo Orale nella Terza Età

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Gli anziani senza denti nella maggior parte dei casi sono ormai un lontano ricordo, tra corrette abitudini di igiene orale e interventi di implantologia, ormai chiunque può arrivare alla terza età sfoggiando un bel sorriso.

Tuttavia gli anni che passano aumentano l’incidenza di alcune problematiche specifiche legate al cavo orale, ma seguendo una scrupolosa igiene della bocca e stili di vita salutari si può migliorare la salute dei denti, oltre a quella fisica in generale.

Patologie della bocca negli anziani

Le patologie orali che possono manifestarsi durante la terza età sono diverse, come sono differenti i fattori che le causano. Ad esempio possono influenzare la salute della bocca l’assunzione di alcuni tipi di medicinali, le condizioni fisiche generali della persona, una dieta non adeguata, stress, fumo, diabete o problemi cardiaci.

La carie radicolare è un problema comune tra gli anziani e si sviluppa quando la gengiva si ritira esponendo la superficie della radice. È importante lavarsi accuratamente i denti con spazzolino, usare il filo interdentale tutti i giorni e recarsi in uno studio dentistico per periodiche visite di controllo e sedute di igiene orale professionale.

Il ritiro naturale delle gengive negli anni è anche causa dell’ipersensibilità dentale. Lasciando scoperte le parti del dente non protette dallo smalto queste diventano più sensibili al caldo e al freddo. Se questa condizione prosegue per lungo tempo è il caso di rivolgersi a un dentista in quanto può essere il sintomo di problemi più gravi.

La xerostomia, meglio conosciuta come secchezza delle fauci, è un fastidio frequente tra gli anziani spesso causato dall’assunzione di farmaci o da altre patologie. Se trascurata la xerostomia può contribuire a peggiorare diversi disturbi del cavo orale.

Il problema più visibile al trascorrere degli anni sono sicuramente i denti gialli causati dalle naturali variazioni che hanno luogo nella dentina, ma anche dall’assunzione assidua di alimenti e bevande pigmentanti.

Chi porta una protesi può andare incontro all’insorgenza della stomatite che può avere origine da una protesi fatta male o troppo vecchia, dalla candidosi orale o da una scarsa igiene orale.

Ma veniamo a quella che forse è la malattia più temuta nonché la prima causa della caduta dei denti nella popolazione anziana, la parodontite cioè l’infiammazione dei tessuti di sostegno al dente. Tale processo è reversibile se diagnosticato nelle sue prime fasi.

Tuttavia, anche i casi più gravi con un adeguato trattamento e soprattutto con un adeguato mantenimento possono essere stabilizzati e controllati nel tempo, impedendo alla piorrea di progredire in modo rapido e incontrollato.

Sostanzialmente le terapie per la cura della parodontite dei pazienti anziani non sono diverse da quelle messe in atto per il trattamento dei più giovani.

Oltre al trattamento chirurgico che prevede l’estrazione dei denti e la sostituzione con impianti o protesi dentarie, oggi è possibile intervenire anche diversamente.

La terapia non chirurgica prevede diverse sedute per rimuovere accuratamente la placca e il tartaro nelle tasche gengivali attraverso nuovissime curettes soniche, che con un movimento oscillatorio tridimensionale, danno la possibilità di eseguire la pulizia delle tasche parodontali in modo molto più accurato, veloce e performante con meno disagi per il paziente.

Questo approccio terapeutico non è assolutamente doloroso perché viene condotto sotto anestesia locale.

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Il Colore delle Gengive

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Il colore delle gengive può dirci molto sullo stato di salute della nostra bocca. Diverse malattie a carico del cavo orale, infatti,presentano tra i primi sintomi  una variazione della colorazione del tessuto gengivale.

Quando notiamo un cambiamento persistente del colore delle gengive allora è importante rivolgersi al proprio dentista per eliminare del tutto il rischio dell’insorgenza di malattie come la gengivite o la parodontite (piorrea).

Le gengive sane

Le gengive sane, oltre a garantire un bel sorriso insieme ai denti bianchi, sono indice del benessere della nostra bocca. Le gengive che godono di buona salute si presentano alla vista compatte, di colore rosa corallo e con un contorno regolare.

Per mantenere questo stato ed evitare malattie infiammatorie, è essenziale una scrupolosa igiene quotidiana mettendo in pratica corrette manovre di spazzolamento e utilizzando quotidianamente il filo interdentale e l’idropulsore fondamentale per i pazienti parodontopatici.

Per pulire i denti nel modo giusto è necessario inclinare lo spazzolino rispetto all’asse verticale del dente spazzolando dalla gengiva verso il dente così da permettere alle setole di eliminare ogni traccia di residui dal solco gengivale senza consumare il colletto gengivale e del dente creando delle recessioni anche dette lesioni da spazzolamento scorretto.

Questa operazione deve avere una durata di almeno 2 minuti.

A ciò vanno aggiunte periodiche visite di controllo e sedute di igiene orale professionale per rimuovere in modo corretto il tartaro e la placca che possono formarsi nel corso del tempo.

Gengive rosse e gonfie

Quando le gengive si presentano rosse, gonfie e sanguinanti c’è un’infiammazione in corso. Oltre il colore si modifica anche la forma. Se infatti in condizioni normali le gengive seguono un andamento ondulato che ricopre il colletto dentale, in caso di infezione la mucosa è gonfia, bombata e leggermente distaccata dal dente.

Questo tipo di problema gengivale deriva da una scarsa igiene orale e da un accumulo di placca batterica sottogengiva. Se questa viene eliminata tempestivamente e in modo accurato, l’infiammazione e il sanguinamento spariscono nel giro di pochi giorni.

Nel caso in cui tale fenomeno venga ignorato e trascurato è possibile che con il tempo si sviluppino due tipi di patologie: le gengivite e la parodontite.

La gengivite è da imputare alla presenza di placca sotto gengivale e generalmente si risolve eliminando in modo professionale l’accumulo di tartaro.

Quando le gengive gonfie e rosse sono sintomo di parodontite la situazione può diventare più complessa in quanto l’infezione è più grave e profonda, e si ha rispetto alla gengivite una perdita di osso intorno al dente con l’insorgenza di tasche, di conseguenza è necessario sottoporsi a terapie più lunghe e complicate.

Tuttavia non bisogna dimenticare che guarire totalmente dalla parodontite è possibile e spesso non è nemmeno necessario sottoporsi a trattamenti parodontali chirurgici.

La terapia non chirurgica viene effettuata in diverse sedute in cui si procede a rimuovere la placca e il tartaro che si sono accumulati nelle tasche gengivali. Per questa operazione oggi vengono utilizzate le curettes soniche, che grazie ad un movimento oscillatorio tridimensionale permettono di pulire in modo più profondo e veloce le tasche gengivali con meno fastidi per il paziente ed in modo più performante rispetto alle curettes manuali tradizionali. Questo è un approccio terapeutico totalmente indolore in quanto svolto in anestesia locale.

Nei casi in cui permangono tasche profonde si fa ricorso alla chirurgia riparativa o rigenerativa con cui si tende a ricostruire parte dell’osso e dei tessuti gengivali andati perduti.

Le gengive bianche

Può capitare che sulle gengive si formino delle macchie di colore bianco, queste possono essere causate o da un accumulo di placca o dalla presenza di candidosi o da infezioni fungine. In questi casi è opportuno rivolgersi al proprio dentista che ne determinerà la causa esatta e procederà al percorso terapeutico idoneo per risolvere questo problema.

Gengive di colore nero

In alcuni casi succede che le gengive assumano un colore molto scuro. Le cause possono essere diverse: accumulo di melanina, otturazioni in amalgama che hanno segnato i tessuti gengivali, presenza di corone in metallo ceramica, presenza di placca e tartaro da lungo tempo. In quest’ultimo caso è sufficiente sottoporsi a sedute di igiene professionali per ritornare al colore originario delle gengive. Per gli altri casi e risolvere eventuali problemi estetici la terapia è chirurgica. 

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Tasche Gengivali, Cosa Sono e Come si Curano

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Le tasche gengivali si formano a partire dal solco gengivale, uno spazio stretto e poco profondo che si trova tra la superficie del dente e l’epitelio sulcare.

Il solco gengivale è un’area vulnerabile perché sede di proliferazione batterica. Normalmente misura pochi millimetri, due o tre al massimo, ma in caso di accumulo di batteri nel solco in pazienti con una predisposizione genetica che caratterizza la composizione batterica della placca, si hanno malattie a carico del parodonto che portano il solco a superare i quattro millimetri permettendo l’ingresso dei batteri al di sotto dei tessuti gengivali.

Con il tempo questi batteri si moltiplicano trasformandosi in un agglomerato batterico chiamato placca che successivamente quando calcifica diventa tartaro. La placca se non rimossa accuratamente provoca la distruzione dell’epitelio sulcare e di conseguenza la formazione di tasche gengivali.

In seguito all’allontanamento della gengiva dal dente anche l’osso si riassorbe creando tasche ossee in cui continuano ad accumularsi facilmente placca e tartaro che determinano l’origine e l’avanzamento della parodontite.

I batteri accumulatisi nelle tasche parodonatali, infatti producono tossine che attaccano le cellule responsabili della riproduzione ossea eliminandole.

La prima conseguenza è il riassorbimento osseo che nei casi più avanzati determina il ritiro della gengiva fino alla mobilità dei denti.

Sintomi tasche parodontali

La parodontite è una malattia subdola perché comincia in sordina e si manifesta al paziente soltanto quando si è raggiunta una fase avanzata con sintomi importanti come mobilità dentale o addirittura caduta dei denti.

Dato che le tasche gengivali possono formarsi senza sintomi evidenti è opportuno rivolgersi a un parodontologo quando le gengive sono gonfie e sanguinanti da molto tempo, c’è presenza di alito cattivo, si soffre di sensibilità dentale per un lungo periodo e i denti si muovono.

Diagnosi

Per diagnosticare le tasche gengivali il parodontologo effettua un sondaggio parodontale che consiste nell’inserire con molta delicatezza una sonda millimetrata tra il dente e il margine della gengiva.

Le misurazioni vengono fatte in punti diversi di ogni dente al fine di verificare la presenza e la profondità delle tasche. Inoltre il parodontologo si avvale di radiografie endorali per valutare il tipo di riassorbimento.

Come si curano le tasche parodontali

Il promo approccio che il parodontologo mette in atto per contrastare la malattia parodontale è un trattamento non chirurgico che consiste in sedute di ablazione del tartaro, curettage gengivale, levigatura delle radici.

Il numero di sedute necessarie varia in base allo stato di avanzamento della malattia.

Oggi con l’utilizzo dei manipoli sonici queste sedute sono diventate molto meno invasive e più efficaci.

Oltre a questi trattamenti, il parodontologo spiegherà in modo dettagliato tutte le metodiche corrette di prevenzione e le corrette manovre di spazzolamento per la corretta igiene orale domiciliare.

Solo nel caso in cui rimangano delle tasche parodontali dopo il pretrattamento conservativo, si procede con trattamenti chirurgici che mirano alla rigenerazione e alla ricostruzione del tessuto osseo perduto quando la morfologia delle tasche lo permette. Le parti in cui l’osso manca vengono riempite con sostituti ossei sintetici che poi vengono coperti da membrane riassorbibili oppure mediante l’utilizzo delle amelogenine (Emdogain). Con il tempo il materiale riempitivo si trasforma in osso proprio.

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Brillantino al Dente, Indicazioni e Rischi

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Oggi avere un bel sorriso è molto semplice. Spesso è sufficiente sottoporsi a sedute di sbiancamento dentale professionale, applicare faccette dentali per migliorare piccoli difetti come un diastema, mettere un apparecchio invisibile per raddrizzare denti o correggere problemi di malocclusione mandibolare.

Un ulteriore vezzo che si concedono in molti per rendere il sorriso ancora più luminoso e magnetico è l’applicazione di un brillantino al dente, che negli ultimi anni è diventato uno degli accessori dentali più utilizzati in odontoiatria estetica.

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Storia del piercing dentale

Forse non tutti sanno che quella di abbellire il proprio sorriso con piercing dentale è storia vecchia. Già migliaia di anni fa, si faceva largamente uso di decorazioni da applicare sui denti durante rituali religiosi, per affermare il proprio rango sociale, ma anche per scopi esclusivamente funzionali come riscontrato tra gli etruschi e gli egiziani.

4.000 anni fa i giapponesi ricoprivano i loro denti con l’Ohagul, una lacca a base di acetato ferroso e acido tannico, per denotare l’appartenenza a classi nobili, mentre i Maya bucavano i denti (vedi foto) e li otturavano con intarsi di giada per una questione puramente estetica.

 

Come si applica il brillantino sul dente

Il brillantino dentale, generalmente, è un piccolo cristallo che può avere diverse forme e colori. Esso viene applicato sulla superficie esterna del dente, in genere su uno degli incisivi laterali superiori.
Mettere un brillantino sul dente non è doloroso perché l’applicazione del cristallo prevede una procedura adesiva che prevede la mordenzatura dello smalto nella zona di adesione. Tale procedura mini invasiva è la stessa che si esegue quando si montano gli attacchi dentali per un trattamento ortodontico.
Il procedimento è molto semplice: dopo aver pulito e isolato il dente con una diga di gomma, il brillantino viene incollato sulla superficie del dente con un composito fluido che dopo essere stato foto polimerizzato garantisce la durata e la stabilità nel tempo dello strass.
Anche se spesso centri estetici offrono il servizio di “incollatura” di piercing dentali ai denti, consigliamo di rivolgerti a professionisti che operano in studi dentistici, come un odontoiatra o un igienista dentale che oltre ad operare in un ambiente igienicamente idoneo e ad utilizzare strumenti sterilizzati, conoscono alla perfezione l’anatomia del dente e riescono facilmente ad evitare possibili danni alla superficie dello smalto.
Nel caso in cui si decida di rivolgersi ad altre professionalità per applicazione di uno strass sul dente è bene sapere che c’è la possibilità in incorrere in alcuni rischi come il danneggiamento dello smalto, contrazione di malattie infettive a causa di strumenti non ben sterilizzati, ingestione o inalazione del brillantino, nessuna copertura assicurativa in caso di danni durante l’applicazione, distacco precoce.
Il brillantino applicato da un odontoiatra può infatti durare anche diversi anni, mentre quelli messi da persone non competenti possono staccarsi anche dopo pochi giorni.

Se ci si stanca del brillantino al dente, basta rivolgersi al professionista che lo ha applicato che in poco tempo può togliere lo strass in tutta sicurezza per la salute del tuo sorriso.

Incastonare un diamante nel dente

Ben diverso è il caso in cui si decida di farsi incastonare un diamantino vero nel dente.
Spesso infatti alcuni pazienti si rivolgono al proprio dentista per questo tipo di operazione che prevede una vera e propria foratura nella quale verrà poi incastrato il brillante.

Noi sconsigliamo di sottoporsi a questo tipo d’intervento, non solo perché è più invasivo e meno conservativo di una semplice procedura adesiva, ma anche perché sarà più complicato rimuovere il punto luce in caso ci si stanchi di avere un diamante al dente che di fatto rimane bucato.
L’unico modo per risolvere questa situazione è procedere con un’otturazione, ma di conseguenza il dente non sarà più come prima. Per avere un effetto più naturale e stabile nel tempo sarà opportuno applicare delle faccette dentali in ceramica, restauri adesivi minimamente invasivi e ad alta valenza estetica.

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Alternative alle Faccette Dentali

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Le faccette  dentali in ceramica sono usate per correggere la forma e il volume del dente, per eliminare le alterazioni del colore e i difetti congeniti dello smalto.

Qualche volta capita che i pazienti richiedano l’applicazione delle faccette dentali per risolvere problemi che possono e devono essere affrontati seguendo altri tipi di approcci.

Anche se più lunghi, alcuni percorsi terapeutici sono senza dubbio più efficaci per affrontare determinate situazioni, sia perché con l’applicazione delle faccette c’è il rischio di non riuscire ad ottenere il risultato sperato, sia perché riuscire a conservare i denti naturali del paziente deve essere sempre e comunque prioritario.

Sbiancare i denti con le faccette, una scelta estrema

Le faccette dentali vengono spesso richieste dai pazienti per risolvere l’antiestetico problema dei denti gialli.

Con il passare del tempo i denti possono ingiallirsi venendo a contatto con alcuni cibi e bevande pigmentanti che approfittando delle porosità dello smalto vanno a fissarsi sulla dentina modificandone il colore. Tra le sostanze più coinvolte in questo processo ci sono il tè, il vino rosso, il caffè, il tabacco e alcuni farmaci.

Nella maggior parte dei casi non è necessario applicare le faccette in ceramica per avere denti bianchi, ma è sufficiente sottoporsi a sedute di sbiancamento professionale che in poco tempo riescono a ridare luminosità al sorriso.

La procedura dello sbiancamento dentale impiega le proprietà di  alcune sostanze come i perossidi, capaci di ossidare i legami chimici delle sostanze responsabili della colorazione dei denti.

Solo nei casi in cui la discromia non può essere migliorata con le normali tecniche di sbiancamento è possibile procedere con l’applicazione delle faccette in ceramica.

Denti storti, apparecchio o faccette?

Spesso i pazienti preferirebbero migliorare l’aspetto dei denti storti con l’utilizzo delle faccette. Come già detto, le faccette vengono usate principalmente per migliorare il colore e la forma dei denti e non per la correzione della loro posizione.

Raddrizzare i denti vuol dire affrontare un percorso terapeutico molto lungo, ma è l’unico modo per avere una dentatura diritta. La scorciatoia dell’applicazione delle faccette in ceramica non è sempre attuabile e spesso è comunque sconsigliata.

Quando non ci sono alterazioni di forma e di colore del dente ma solo alterazioni di posizione è sempre consigliato correggerla mediante un trattamento ortodontico. In primo luogo perchè il trattamento ortodontico è più conservativo rispetto alle faccette. Infatti oggi, nonostante con il Disilicato di Litio preparando i denti al Microscopio si possano limare i denti pochissimo (anche solo 0,2 millimetri), comunque il dente viene intaccato e preparato rispetto all’ortodonzia. In secondo luogo se si vuole compensare con delle faccette dentali una errata posizione del dente, alla fine avremo dei denti più grandi. Applicando infatti degli spessori sui denti  alla fine essi avranno dimensioni differenti e facilmente, senza un’opportuna contenzione, potranno spostarsi di nuovo.

Spesso quello che spinge i pazienti a chiedere se è possibile raddrizzare i denti storti con tecniche alternative agli apparecchi fissi è l’imbarazzo e i fastidi che questi possono arrecare.

Questi stati d’ansia e queste esigenze estetiche sono facilmente risolvibili con l’apparecchio linguale senza attacchi.

L’ortodonzia invisibile non usa le classiche apparecchiature costituite da brackets in metallo o ceramica, ma sottili fili metallici applicati sulle superfici interne dei denti. Inoltre i fastidi alla lingua e le alterazioni fonetiche sono eventi rari e comunque limitati solo alle prime ore dall’applicazione dei dispositivi, questo perché l’apparecchio linguale è molto più sottile e non presenta sporgenze che possono ferire la lingua.

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Come scegliere uno studio dentistico

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La scelta dello studio dentistico è un passaggio importante per la nostra salute. Quali sono le principali caratteristiche che uno studio dentistico deve possedere per essere ritenuto affidabile ed essere scelto dai pazienti?

Prima di procedere è importante ricordare che lo studio dentistico non va cercato solo da chi ha un problema di carie, da chi sta perdendo i denti o da chi intende risolvere un problema legato all’estetica dentale, ma da tutti, perchè oggi il modo migliore per non avere problemi e non andare dal dentista è fare prevenzione.  La pulizia dei denti professionale è un intervento di prevenzione che andrebbe sostenuto ogni sei mesi ed è necessario, dal momento che per quanto ci si possa lavare i denti con frequenza, l’accumularsi di tartaro tra gengiva e denti è inevitabile. Il dentista serve prima e di più a chi ha i denti sani, per consentire che sani rimangano.

Quanto è vicino a casa mia?

La vicinanza dello studio dentistico è un fattore utile ma non deve orientare la tua scelta.

Anche se gli interventi di cui hai bisogno  sono semplici come uno sbiancamento, una pulizia dei denti o la cura di una piccola infezione alle gengive è importante scegliere correttamente uno studio dentistico. Infatti, per quanto la breve distanza tra casa tua e lo studio dentistico sia indubbiamente una comodità, è anche vero che una semplice pulizia dei denti fatta male può arrecare enormi danni alla bocca di un paziente, quindi in linea di massima è meglio trovare la determinazione per farsi qualche chilometro in più e arrivare in centro per farsi visitare da un odontoiatra di maggior esperienza.

Un dentista che costa poco?

Nessuno è contrario a risparmiare, sia chiaro, ma un’offerta su Groupon per la pulizia dei denti a 30 euro, è molto spesso indice di un servizio di bassa qualità erogato da un dentista poco esperto che cerca di aumentare il proprio numero di pazienti investendo il suo tempo in terapie a basso costo. Se ci pensi un’offerta del genere, considerando anche il fatto che Groupon trattiene il 50 per cento dell’importo, è praticamente un investimento in perdita che può essere affrontato solo da chi è alle prime armi, o chi non ha più pazienti al proprio studio.

Non correre rischi lasciandoti attrarre dal solo costo basso dei trattamenti; cerca di informarti sulla qualità percepita da chi è già stato in cura presso quello studio. Se parliamo di interventi di routine, il passaparola è un buon biglietto da visita per un professionista, quale che sia il suo campo.

Tariffario minimo dell’ordine dei medici e odontoiatri

L’ordine dei medici e odontoiatri ha promulgato un tariffario minimo, sotto il quale in passato non era possibile scendere, perché si era stimato che al disotto di certe soglie fosse impossibile garantire interventi sicuri per i pazienti. Trovi l’intero tariffario nella pagina “quanto costa il dentista” pubblicata sul nostro sito web, ma puoi scaricare il file in formato PDF direttamente dal sito web dell’ordine dei medici. Anche l’ANDI (associazione nazionale dentisti italiani) ha sviluppato e diffuso un tariffario che molti studi prendono in esame.

Trattamenti avanzati, come scegliere lo studio dentistico?

Ci sono due livelli sui quali puoi scegliere lo studio dentistico, il primo è quello di base, che riguarda gli interventi di routine come la cura della carie o la pulizia dei denti, il secondo concerne le terapie più difficili come quelle che riguardano l’estetica dentale, la parodontologia o l’implantologia di livello avanzato. Se il primo livello, cioè quello di base, è più facilmente raggiungibile con buoni risultati da parecchi studi dentistici, il livello avanzato, cioè quello di iper specializzazione, richiede accreditamento. Se necessiti di impiantare i denti di un’intera arcata oppure soffri di una parodontite cronica di tipo aggressivo, probabilmente il tuo caso e unico e richiede uno specialista. Il passaparola e una risorsa utile per accreditare uno studio dentistico se parliamo di terapie e interventi di base, ma per quelli avanzati occorre essere determinati e rivolgersi a odontoiatri con titoli, pubblicazioni e riconoscimenti accademici o comunque provenienti dalla comunità scientifica, che attestino un livello elevato di specializzazione in un ambito dell’odontoiatria, quello che serve a te per curare la tua patologia. 

Sicuro di aver scelto un vero dentista?

Il tasso di abusivismo nella professione medica è tristemente in crescita, soprattutto in alcune grosse città italiane. Per fortuna esistono strumenti molto efficaci per capire se il dentista che ti hanno consigliato è un vero odontoiatra, accreditato dall’ordine dei medici e abilitato a esercitare la professione, oppure magari un semplice odontotecnico che si spaccia per dentista. Consulta il sito fnomceo e inserisci nell’apposito campo i dati del dentista che vuoi verificare. Non preoccuparti se non conosci la sua data di nascita, perché il software ti restituisce comunque il risultato corretto. Non aver paura di denunciare un dentista se scopri che esercita la professione abusivamente, così facendo espleterai un dovere civico e magari salverai la bocca e la salute di tante persone. Solo un dentista o un igienista sono abilitati a lavorare all’interno della tua bocca.

Utilizzo del microscopio

C’è una differenza enorme in termini di accuratezza della diagnosi e della terapia, tra un dentista che utilizza il microscopio e uno che non ne è fornito. Il Microscopio ingrandendo di molte volte quello che il dentista vede, permette di lavorare con maggiore precisione. Permette una più precisa gestione dei tessuti duri e molli attorno agli impianti, permette di realizzare corone e faccette dentarie molto più precise, e soprattutto trova la sua maggiore applicazione in Endodonzia nella cura delle devitalizzazioni permettendo di vedere dentro i piccolissimi canali del dente.

Come faccio a capire se uno studio è accreditato?

Se (come è naturale che sia) non sei in grado di verificare il livello di accreditamento di uno studio dentistico, ti suggeriamo di fare quanto segue:

  • Consulta il curriculum online degli odontoiatri di uno studio. Cerca i riconoscimenti e le pubblicazioni rilevanti rispetto alla patologia da cui sei affetto.
  • Cerca nel sito web dello studio, i riferimenti bibliografici a pubblicazioni degli odontoiatri che operano nello stesso studio dentistico sviluppando competenze diverse.
  • Cerca il nome (e le pubblicazioni) di almeno uno dei dentisti dello studio su Pubmed, il contenitore scientifico più accreditato a livello globale.

Spostarsi per un trattamento odontoiatrico

Cercando referenze in questo modo, potresti accorgerti che lo studio dentistico più adatto a curare il tuo problema si trova a centinaia di chilometri di distanza da casa tua. A questo punto dovrai valutare tu se sei disposto a spostarti (anche più volte e per molto tempo in caso di un lungo trattamento ortodontico) oppure no. La scelta dipenderà dal livello di specializzazione necessario in funzione della gravità o della difficoltà dell’intervento, dalla tua determinazione a ottenere le cure migliori e chiaramente dalla tua disponibilità economica, dal momento che oltre alla spesa per un professionista affermato e iper specializzato, dovrai sostenere anche quelle di viaggio e di alloggio.

Coraggio e Determinazione

Già ce ne vuole per la normale visita di controllo. Molte persone purtroppo, a partire da una certa pigrizia, finiscono col procrastinare il momento di prenotare la visita dentistica. Finisce che ai giorni seguono le settimane, poi i mesi e gli anni. Intanto un problema facilmente risolvibile si aggrava mano mano fino a richiedere interventi costosi che non tutti gli studi dentistici riescono a eseguire con pieno successo. Il coraggio ti serve quando è un po’ che rimandi l’appuntamento e il tartaro si comincia a vedere sui lati dei denti. Serve coraggio perché magari insieme al tartaro cresce anche la vergogna di mostrare al tuo dentista una situazione di pulizia tralasciata o malcurata per troppo tempo. Il tuo dentista, anche se ancora non lo conosci, non è lì per giudicarti, ma solo per fare il suo lavoro al meglio delle sue possibilità, indipendentemente dallo stato della tua bocca, dal problema di salute dei denti o dal tempo trascorso dall’ultima visita di controllo.

Determinazione non significa solo smettere di rimandare la visita di routine, ma anche cercare uno studio dentistico all’altezza di un problema specifico. 

Spesso i pazienti smettono di essere “pazienti” e si arrendono. Un’infiammazione alle gengive si sviluppa in parodontite e quando i denti cominciano a muoversi in molti casi sono persi, ma non sempre. Anche quando pensi sia tardi, una soluzione è spesso possibile, quindi se ti senti chiamato in causa in questo momento, devi trovare il coraggio per contattare un buon dentista e la determinazione per trovarne uno all’altezza delle tue necessità.

Come scegliere uno studio dentistico per estetica dentale

Un altro punto di domanda riguarda la scelta dello studio dentistico per motivi di estetica dentale. Tutti vediamo in televisione i sorrisi perfetti dei personaggi dello spettacolo che talvolta fanno da testimonial per questo o quello studio dentistico, ma anche in quel caso, il miglior risultato estetico, se parliamo ad esempio di faccette dentali, viene dalla specializzazione, dall’essere accreditati presso la comunità scientifica, non dal pubblicare in giro le foto insieme all’attrice del momento.Se volete potete approfondire alcuni argomenti nel nostro Blog di Odontoiatria rivolto ad un pubblico di Odontoiatri zerodonto.com,. Quì potete trovare casi clinici di professionisti riconosciuti a livello intrernazionale  nel loro settore.

Scegli il dentista in base al tuo problema

In effetti sarebbe opportuno per lo meno nei casi più seri, trovare il coraggio di sottoporsi ad una seduta di pulizia dei denti presso lo studio di un parodontologo, perché possiede le competenze per praticare una pulizia dei denti in profondità, mediante una o più sedute di curettage eseguiti con manipoli sonici in cui si riesce a eliminare il tartaro sotto gengivale, causa principale delle infezioni e del sanguinamento che precedono la piorrea (appunto la parodontite) nei pazienti geneticamente predisposti a svilupparla.

Se stai cercando sul web lo studio dentistico di un buon parodontologo, di un buon ortodontista o di un altro specialista  ti suggeriamo di fare una buona ricerca su Google, senza fermarti al primo studio che trovi, ma verificando le referenze nel curriculum dei professionisti che esercitano la professione in quello studio. La maggior parte degli studi dentistici on line pubblicano i curricula dei dentisti, quindi non devi fare altro che confrontarli e fare la tua scelta.

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Otturazione in Materiale Composito

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Per riparare un dente cariato o fratturato si procede facendo un’otturazione.

Se, fino a poco tempo fa, per questo tipo di operazione venivano usati materiali come l’amalgama d’argento, oggi per esigenze di natura estetica si preferisce utilizzare otturazioni in materiale composito, che permettono di ottenere una colorazione uguale a quella dei denti del paziente, ottenendo così un effetto che sia il più naturale possibile.

Per le otturazioni in composito, infatti, esistono tanti tipi di colori che possono essere adattati alle più disparate esigenze estetiche, così da passare inosservate anche nei casi in cui bisogna intervenire sui denti frontali.

L’amalgama, invece, pur avendo un’ottima durata nel tempo ed una buona resistenza, è esteticamente poco gradevole per via del suo colore metallico.

Cosa sono i materiali compositi dentali

I materiali compositi usati in odontoiatria sono composti da una resina fluida sintetica per una quantità che varia tra il 15% e il 30% e da particelle riempitive (vetro, quarzo, silicio) per il 70% / 85%.

Quando si usano?

Le otturazioni in composito si utilizzano per riempire le cavità cariose dopo aver rimosso il tessuto malato, ricostruire denti fratturati, chiudere i diastemi o per sostituire vecchie otturazioni fatte in amalgama. Vengono utilizzate anche per chiudere i classici scalini che si formano tra corona e gengiva, dovuti ad uno spazzolamento dei denti sbagliato. Un dente molto consumato può, invece, essere incapsulto o trattato mediante l’applicazione di faccette dentali, in base al grado di erosione.

L’applicazione del composito in genere richiede tempo, in quanto la procedura prevede diverse tappe per far si che il materiale aderisca perfettamente ai tessuti duri del dente. Dopo aver rimosso la carie dal dente, si procede con l’applicazione di adesivi, in modo da creare un collegamento tra il dente e il materiale composito. A questo punto, si esegue la fase di otturazione vera e propria, con l’apposizione in diverse fasi del composito che viene indurito con speciali lampade ad un’intensità precisa. L’ultima fase è quella della rifinitura superficiale del materiale, che consente di raggiungere le caratteristiche estetiche volute e un maggior comfort da parte del paziente.

Quanto durano le otturazioni in materiale composito?

Uno dei dubbi principali riguardanti le otturazioni in composito da parte dei pazienti, riguarda la loro durata.

È vero che le otturazioni in amalgama durano di più rispetto a quelle in composito?

Fino a poco tempo fa era effettivamente così, dato che l’usura dei materiali compositi di prima generazione dovuta alla masticazione era rilevante; oggi, invece, con i compositi di ultima generazione l’usura nel tempo è paragonabile a quella dello smalto naturale.

Quanto costano?

Le otturazioni bianche in composito, solitamente, hanno un costo leggermente più elevato rispetto a quelle classiche in amalgama. Tuttavia, il lieve sovraprezzo è del tutto compensato dalla elevata qualità estetica di questo tipo di otturazione.

Come abbiamo già detto, visivamente il dente otturato sarà in tutto e per tutto uguale a quello naturale, cosa che non succede quando si utilizzano materiali come l’amalgama o l’oro.

Qual è il miglior tipo di otturazione?

Per otturare un dente possono essere usati diversi materiali: oltre al composito ed all’amalgama, si possono utilizzare altre sostanze come l’oro o la ceramica, ognuno con le proprie peculiarità e differenze in termini di costi. In generale, non esiste un tipo di otturazione in assoluto migliore di un’altra; la scelta sarà fatta dal dentista in base alla zona della bocca, alla dimensione del danno ed alle eventuali allergie a specifiche sostanze.

Otturazioni in composito e allergie

Pur essendo estremamente biocompatibili, anche le otturazioni in composito posso provocare reazioni allergiche; tuttavia, tali evenienze sono molto più rare delle allergia alle leghe metalliche o all’amalgama.

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Microscopio Ottico in Odontoiatria

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Il microscopio ottico è una tipologia di microscopio che sfrutta la luce con lunghezza d’onda dal vicino infrarosso all’ultravioletto, compreso tutto lo spettro visibile. I microscopi ottici sono storicamente quelli più vecchi e sono anche tra i più semplici.

Spesso ci si sente dire che l’utilizzo del microscopio non è rilevante per una terapia ortodontica o implantare.
In realtà questo è uno degli strumenti operativi e diagnostici che non dovrebbe mai mancare in uno studio dentistico. Se pensi a come scegliere uno studio dentistico ricordati che la presenza o meno di un microscopio può fare la differenza in termini di qualità e precisione delle terapie eseguite.

La presenza di un microscopio può essere considerato un fattore discriminante nella scelta del professionista a cui affidarsi.
Le caratteristiche principali del microscopio che aiutano il dentista nel suo lavoro sono gli ingrandimenti, la luce coassiale e la visione stereoscopica.

Gli ingrandimenti sono fondamentali durante una terapia odontoiatrica perché permettono di evidenziare dei particolari anatomici che altrimenti passerebbero inosservati a occhio nudo.
La visione stereoscopica permette di vedere la stessa immagine con tutti e due gli occhi, ciò vuol dire che il dentista può determinare con maggiore precisione la dimensione e la profondità dell’oggetto che sta osservando e di conseguenza riesce ad avere un maggiore controllo sia degli strumenti che delle manovre da effettuare.
La luce coassiale infine consente di focalizzare il fascio luminoso in un unico punto mostrando così particolari altrimenti non visibili.

Quando viene usato il microscopio ottico?

L’utilizzo del microscopio operatorio non è limitato ad un unico campo, anzi le sue caratteristiche lo rendono ideale per essere sfruttato in diversi campi.
Ad esempio gli ingrandimenti ottenuti con il microscopio operatorio sono molto utili anche in fase di diagnosi per valutare una microfrattura o per rilevare il tartaro sottongengivale.
Uno dei rami dove questo strumento trova grande applicazione che è l’endodonzia soprattutto quando si trattano casi complessi, in cui è importante avere una visione chiara e precisa dei canali del dente che in alcuni casi possono avere un’anatomia complessa o presentare degli ostacoli derivanti da terapie precedenti.
Per quanto riguarda le protesi, il microscopio è molto utile per controllare la preparazione dei monconi, per chiudere con maggiore precisione la corona sul dente e evitare imprecisioni tra il moncone e la protesi scongiurando la possibilità che si formino colonie batteriche e carie.
Nel campo della parodontologia, infine, il microscopio è fondamentale nel trattamento rigenerativo e chirurgico delle tasche parodontali  (piorrea) come nella Mist (Minimally Invasive Surgical Technique) o nella ricopertura delle recessioni gengivali.

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Differenza tra Odontoiatra e Odontotecnico

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Spesso le persone tendono a confondere i due ruoli professionali dell’odontoiatra e dell’odontotecnico.

Pur lavorando entrambi nell’ambito della salute dei denti, in realtà queste due figure hanno compiti, competenze e formazioni molto diverse.

Oggi proviamo a fare un po’ di chiarezza in marito, cercando di capire chi è l’odontoiatra e chi è l’odontotecnico, quali i loro percorsi formativi e le loro mansioni all’interno di uno studio dentistico.

 

Chi è l’odontoiatra

 

Partiamo subito col dire che l’odontoiatra è un medico laureato e all’interno di uno studio professionale è una delle figure autorizzata a “mettere le mani in bocca al paziente”.

 

Cosa fa l’odontoiatra

 

L’odontoiatra si occupa della prevenzione, della diagnosi e della cura di patologie del cavo orale e quindi di tutte le malattie che colpiscono i denti, i tessuti a sostegno del dente, le ossa mascellari, le mucose orali, i tessuti neuro muscolari e le ghiandole salivari.

La professione del medico può avere una specifica specializzazione:

    • Endodonzia si occupa nello specifico dei tessuti interni del dente. Semplificando l’endodonzista è il medico che interviene in caso di carie o traumi con cure canalari o devitalizzazione del dente.
    • Parodontologia si occupa delle diagnosi e delle cura delle malattie che colpiscono il parodonto, cioè l’insieme dei tessuti che sostengono i denti.
    • Odontoiatria conservativa è finalizzata alla ricostruzione dei denti che in seguito a traumi, come fratture e erosioni, o processi cariosi hanno perso la loro struttura anatomica originale.
  • Riabilitazione protesica si occupa di riabilitare o sostituire denti mancanti con protesi dentarie. Queste hanno caratteristiche diverse in base al fatto che siano supportate da denti naturali o meno. Possono essere fisse o mobili.
  • Ortognatodonzia si occupa del riallinemento dei denti storti e della correzione delle malocclusioni tramite l’utilizzo di un apparecchio ortodontico.

 

Come di diventa odontoiatri

 

Come dicevamo per diventare odontoiatra è innanzi tutto necessario iscriversi al Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria e conseguire il titolo di dottore in odontoiatria. Inoltre l’esercizio della professione dell’odontoiatra è sottoposto all’iscrizione all’albo degli odontoiatri, possibile solo dopo aver superato l’esame di abilitazione. E’ possibile consultare  il sito fnomceo e inserire nell’apposito campo i dati del dentista che si vuole “verificare”.

 

Chi è l’odontotecnico

L’odontotecnico è colui che costruisce ogni tipo di protesi dentaria, come corone, ponti fissi in ceramica, protesi amovibili parziali o totali, in base alle specifiche fornite dall’odontoiatra.

 

Cosa fa l’dontotecnico

L’odontotecnico grazie all’utilizzo di tecnologie molto sofisticate come parallelometro, saldatrice, forni elettrici, trapani, politrici, fonditrici elettroniche, articolatori che simulano i movimenti della bocca, e oggi sempre più mediante software e tecnologie digitali, progetta e realizza protesi che rispettano la salute e l’estetica del paziente. L’odontotecnico riceve dal dentista l’impronta della bocca del paziente e da questa si crea un modello in gesso sul quale si sviluppa la protesi.

L’odontotecnico non a contatto diretto con il paziente se non per la presa del colore o valutazioni dirette necessarie per la finalizzazione protesica. Purtroppo in alcuni casi è possibile che queste persone non autorizzate a intervenire direttamente in bocca al paziente, pratichino la professione del dentista in modo del tutto abusivo.

Per tutelarsi da tali figure abusive è necessario saperle riconoscere e scegliere correttamente il dentista a cui affidare la salute della propria bocca. Per avere ulteriori informazioni su come scegliere uno studio dentistico affidabile ti consigliamo di leggere questo articolo.

 

Come si diventa odontotecnico 

Per diventare odontotecnico e lavorare come dipendente o libero professionista, dopo le scuole medie bisogna diplomarsi.  Per diplomarsi è necessario frequentare specifici corsi della durata di tre anni più due.

Dopo i tre anni lo studente può sostenere un esame e ottenere il diploma di Operatore Meccanico del settore Odontotecnico con cui potrà esercitare solo come dipendente.

Per lavorare in modo autonomo o accedere a qualsiasi corso di laurea, occorre frequentare gli ultimi due anni, al termine dei quali è necessario sostenere un esame per l’abilitazione all’esercizio della professione odontotecnica e uno per ottenere il diploma odontotecnico di maturità professionale.

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Reazioni Allergiche dal Dentista

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Se è vero che a molte persone al solo pensiero di sedersi sulla poltrona del dentista viene l’orticaria, le reazioni allergiche di cui vogliamo parlarti oggi sono un problema di altra natura e dipendono dai materiali e farmaci usati in ortodonzia.

In uno studio dentistico sono diverse le fonti allergiche con cui un paziente a rischio può venire a contatto, come il lattice, anestetici locali e allergeni da contatto, ad esempio gli acrilati presenti nelle amalgame per le otturazioni.

Allergia al metallo in odontoiatria

L’allergia più comune al metallo è quella al nickel che in rari casi può trovarsi nei materiali usati dal dentista.

I sintomi sono diversi e possono manifestarsi sia dentro che fuori il cavo orale.

Nel cavo orale solitamente parliamo di reazioni allergiche da contatto che riguardano in particolare le gengive, la lingua e il palato duro. I sintomi più comuni sono prurito, bruciore, secchezza irritazione e dolore della zona coinvolta. In casi più rari manifestazioni allergiche possono verificarsi anche in altre aree con rossore, prurito, secchezza cutanea, desquamazioni e orticaria diffusa.

Quali materiali scegliere in caso di allergie al metallo?

Fortunatamente in campo medico possono essere utilizzati materiali sostitutivi per i pazienti che soffrono di allergia a particolari metalli, ad esempio in caso di reazioni allergiche al mercurio le otturazioni in amalgama possono essere sostituite da quelle in materiale composito, che oltretutto garantiscono un risultato estetico di gran lunga superiore. Invece in caso di allergia al nickel, ponti e corone posso essere rimpiazzati con quelli realizzati completamente in ceramica.

Allergia all’anestesia locale odontoiatrica

In diversi casi per sottoporsi a cure dentistiche, come la cura della carie o l’estrazione di un dente, è necessaria l’anestesia locale per non sentire dolore.

In pazienti predisposti, circa l’1% dei casi, può capitare che anche questo tipo di anestesia provochi reazioni allergiche o effetti collaterali che possono interessare l’apparato cardiovascolare, quello respiratorio, quello cutaneo e quello gastrointestinale. I sintomi sono differenti: nausea, aritmia, tachicardia, dolori addominali, eruzioni cutanee e shock anafilattico.

Tuttavia come dicevamo le reazioni allergiche all’anestesia odontoiatrica sono molto rare.

Cosa deve fare il paziente allergico

Nel caso in cui il paziente abbia qualche tipo di allergia a farmaci, metalli o altri materiali deve comunicarlo immediatamente al proprio dentista che provvederà a prendere tutte le precauzioni in merito.

Se il paziente non è sicuro di soffrire di particolari allergie, ma in famiglia ci sono casi di reazioni allergiche, allora prima di sottoporsi a qualsiasi intervento ortodontico è importante recarsi da un allergologo per sottoporsi a tutti i test necessari che permettono di verificare le condizioni di rischio.

E’ importante sottolineare a questo punto che l’atopia (stato allergico) non rappresenta un fattore di rischio per le reazioni di ipersensibilità a farmaci. Ciò significa che un paziente affetto da patologie allergiche come l’asma bronchiale, la rinocongiuntivite allergica, le allergie alimentari, dermatiti atopiche o da contatto, non è più a rischio di andare incontro a reazioni di ipersensibilità a farmaci rispetto ad un paziente non allergico (approfondimento su Zerodonto: Reazioni allergiche ad anestetici locali in odontoiatria).

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Falsi Dentisti, Come Riconoscerli

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L’abusivismo è un problema che riguarda tutte le specializzazioni mediche e non solo quelle, ma nel campo dell’odontoiatria in particolare, il rischio per i pazienti di imbattersi nei falsi dentisti è particolarmente alto. Si calcola infatti che su circa 60 mila dentisti regolari ce ne sono 15 mila che forniscono prestazioni mediche in modo del tutto irregolare.

Guardando queste cifre è facile immaginare come quello dell’abusivismo odontoiatrico sia diventato un vero e proprio problema sociale. A differenze di altre attività, senza voler sminuire la gravità della situazione anche in altri settori, esercitare illecitamente la professione del medico o del dentista vuol dire mettere in serio pericolo la salute dei pazienti.

 

Chi sono i falsi dentisti 

Il dentista abusivo è una persona che pratica la professione dell’odontoiatra pur non avendo i requisiti e i titoli di studio per farlo. Nella maggior parte dei casi si tratta di odontotecnici, non laureati e quindi non abilitati a esercitare la professione, che aprono studi dentistici grazie alla complicità di prestanomi. Anche se la radice dei termini odontotecnico e odontoiatra può trarre in inganno, in realtà queste due figure professionali sono estremamente diverse tra di loro per compiti, competenze e percorsi formativi.

Leggi di più sulla differenza tra un odontoiatra e un odontotecnico.

In altri casi invece sono persone che hanno pur conseguito la laurea, ma che non sono iscritti all’albo dei dentisti italiani.

 

Quali sono i rischi per la salute 

Mettersi nelle mani di un dentista che non è in possesso delle specifiche competenze e che svolge la sua attività senza una regolare autorizzazione, aumenta il pericolo di danneggiare la salute del cavo orale producendo anche danni importanti che richiederanno ulteriori cure mediche.

Un falso dentista ad esempio non avendo le conoscenze e le competenze adeguate può eseguire terapie non consone al problema come l’estrazione di un dente che può essere facilmente curato o addirittura non riuscire a diagnosticare in tempo patologie orali e tumori che possono mettere a repentaglio la vita stessa del paziente.

Inoltre gli studi dentistici illegali non essendo sottoposti a controlli igienico-sanitari ordinati dalle autorità competenti, probabilmente non rispettano nemmeno le norme sanitarie su processi di sterilizzazione degli strumenti e dell’ambiente di lavoro, ciò comporta l’elevato rischio di trasmissione si infezioni e gravi patologie come l’HIV o l’epatite B e C.

 

Va da se che scegliere lo studio dentistico a cui affidare la salute dei propri denti non è un qualcosa da sottovalutare. In questo caso prendere la decisione sbagliata vuol dire sottoporre a rischi concreti il proprio benessere.

 

Come riconoscere un dentista abusivo

Dopo aver scelto un dentista, per essere tranquilli e verificare la regolarità della sua professione è necessario accertarsi che sia iscritto all’albo degli Odontoiatri della provincia in cui esercita.

Inserisci il cognome del dentista sul sito della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri insieme alla provincia in cui lavora. Se è tutto in regola, il database restituirà il nominativo del professionista ricercato con i suoi dati anagrafici. In alternativa, contatta l’Associazione Nazionale dei Dentisti Italiani al numero verde 800.911.202

 

Cosa fare se si scopre un falso dentista 

Nel caso si siano fatti tutti i controlli e ci si trovi davanti a un falso dentista l’unica cosa da fare è denunciarlo all’Ordine dei medici delle provincia di riferimento, ai Carabinieri che tramite i Nas provvederanno a ulteriori verifiche e indagini o all’ANDI, tramite il numero verde 800.911.202.

 

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Rimuovere il Tartaro

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Il tartaro non è altro che la mineralizzazione della placca batterica, una specie di pellicola appiccicosa formata da batteri, cellule morte e residui di cibo che si deposita sui denti.

Se la placca non viene rimossa con una corretta igiene orale quotidiana, comincia a calcificare e nel giro di poco tempo si trasforma in tartaro che è strettamente attaccato ai denti e di conseguenza è molto più difficile da rimuovere da soli rispetto alla placca batterica.

Già solo dopo 8 ore la placca comincia a calcificare per cui non devono mai passare 8 ore tra uno spazzolamento e l altro.

Per evitare la formazione del tartaro è quindi necessario utilizzare frequentemente il filo interdentale e lavarsi i denti almeno 3 volte al giorno. I residui di placca possono risultare difficili da eliminare da soli con lo spazzolino già dopo 7 ore.

Di cosa è composto il tartaro
Tartaro Sopragengivale e sottogengivale
Il colore del tartaro
Cause della formazione del tartaro
Malattie dei denti legate alla presenza del tartaro
Carie
Infiammazione delle gengive
Parodontite
Come eliminare il tartaro
Come evitare la formazione del tartaro
Rimedi naturali per il tartaro

 

Di cosa è composto il tartaro

Come abbiamo detto il tartaro è un insieme di composti minerali formato dall’80% circa di sali inorganici, come il fosforo, il calcio e il sodio, e per il restante 20% da altre sostanza.

Tartaro sopragengivale e sottogengivale

radiografia tartaro sottogengivaleI depositi di tartaro possono essere di due tipi: sopragengivale e sottogengivale.

Il tartaro sopragengivale si presenta come delle piccole incrostazioni bianche o giallastre che ricoprono la superficie del dente e circondano l’orlo gengivale.

Il tartaro sottogengivale non può essere tenuto sotto controllo da soli ed è molto più pericoloso perché trovandosi al di sotto della gengiva non è visibile ad occhio nudo ed è tra le principali cause della formazione delle tasche gengivali e della parodontite.

Il tartaro sottogengivale è molto spesso causa di alitosi.

Se non ci sottopone per anni a sedute di ablazione del tartaro o ancora più frequentemente se queste ultime sono eseguite solo sopragengiva (la pulizia correttamente eseguita non lascia tartaro sottogengivale e crea un discreto fastidio al paziente) il tartaro sotto gengiva calcifica sempre di più al punto che è possibile vederlo anche radiograficamente.

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Tartaro visibile in radiografia

Il colore del tartaro

Il colore del tartaro è variabile e va dal bianco giallo, al marrone fino ad arrivare al nero.

Di solito la colorazione marrone del tartaro deriva dagli stessi pigmenti che macchiano i denti, come il tabacco, il caffè o il vino.

Il tartaro nero è quello sottogengivale e il suo colore dipende dall’ossidazione dell’emoglobina contenuta nel sangue perso a causa della gengivite che spesso accompagna i depositi di tartaro. Il tartaro diventa nero dopo diversi anni.

Colletto di tartaro, colore nero

Cause della formazione del tartaro

La causa principale della formazione del tartaro è la cattiva o scorretta igiene orale. Ci sono alcuni fattori che possono facilitare o accellerare il processo di mineralizzazione della placca batterica, ad esempio i denti storti.

Quelli che soffrono di questo problema hanno maggiori difficoltà a pulire da soli efficacemente gli spazi tra i denti vicini, di conseguenza è molto facile che nel giro di un po’ di tempo venga a formarsi del tartaro.

Anche le alterazioni della saliva possono incidere sul processo di creazione del tartaro. La saliva infatti svolge una prima azione di pulizia del cavo orale, contrastando il depositarsi della placca batterica sui denti. Se la salivazione diminuisce e con essa la sua azione detergente, ad esempio a causa di alcune malattie metaboliche o per l’abuso di sostanze stupefacenti, allora diventa più difficile tenere sotto controllo da soli la formazione della placca e c’è più probabilità che vengano a formarsi depositi di tartaro.

Anche il ph e la composizione della saliva possono facilitare e accelerare lo sviluppo del tartaro.

 

Malattie dei denti legate alla presenza di tartaro

La formazione del tartaro sui denti può avere diverse conseguenze sulla salute della bocca. Basti pensare che malattie come la carie, le gengiviti e la parodontite sono legate alla presenza delle placca e del tartaro nel cavo orale soprattutto sottogegiva.

Carie

La carie è sicuramente una delle malattie del cavo orale più diffuse in ambito odontoiatrico ed è collegata alla presenza del tartaro e dei batteri nella bocca. Il processo carioso infatti è opera dell’azione di alcuni tipi di batteri presenti nella bocca e che trovano nella placca e nel tartaro l’ambiente ideale per riprodursi.

La carie infatti inizia a formarsi sotto la placca, i batteri con il tempo riescono a perforare lo smalto per poi arrivare alla dentina e alla polpa del dente con il rischio di compromettere la salute del dente causando parodontite apicale, ascessi, granulomi o cisti.

Per curare un dente dalla carie il dentista procede alla pulizia della parte interessata e all’otturazione con l’obiettivo di riempire le cavità dei denti cariati dovute all’azione del batteri.

Infiammazione delle gengive

Il tartaro attaccato intorno ai denti sicuramente prima o poi provocherà un’infiammazione del margine della gengiva che se trascurata può estendersi fino ai tessuti più profondi. I sintomi delle gengive infiammate sono abbastanza semplici da individuare, si presentano con rossore, gonfiore e sanguinamento.

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Se la placca batterica e il tartaro che hanno infiammato le gengive vengono eliminati tempestivamente e in modo accurato, l’infiammazione e il sanguinamento spariscono nel giro di pochi giorni.  

Invece se l’infiammazione viene trascurata, magari pensando di risolvere il problema da soli, aumenta la possibilità di sviluppare con il tempo la gengivite dovuta alla presenza di placca sotto gengivale. Guarire da una gengivite è molto semplice, si procede prima eliminando in modo professionale l’accumulo di tartaro e poi seguendo una cura farmacologica fino alla scomparsa del problema.

Sottovalutare un’infiammazione e lasciare che si estenda può portare a problematiche più gravi e complesse da trattare, come la parodontite.

Parodontite

Tasca infraossea

Tasca infraossea

La piorrea è una malattia infiammatoria che porta alla distruzione dei tessuti di sostegno del dente. Se non curata una delle principale

conseguenze della parodontite è la caduta dei denti colpiti dalla malattia con ripercussioni non solo sulla salute funzionale della bocca, ma anche sull’estetica del sorriso e sui rapporti interpersonali.

Una delle principali cause dell’insorgere della malattia parodontale è proprio la presenza della placca e del tartaro sottogengivale che favoriscono la proliferazione dei batteri all’interno delle tasche gengivali e la distruzione delle cellule deputate alla riproduzione ossea.

Per curare la piorrea la prima cosa da fare è sottoporsi a sedute di ablazione del tartaro, curettage gengivale e levigatura delle radici in modo da eliminare totalmente la presenza dei batteri. Non è invece possibile curare la parodontite da soli con rimedi alternativi.

Per prevenire l’insorgere della malattia, oltre a una corretta igiene orale a casa da soli, è importante fare una periodica pulizia dei denti professionale per rimuove del tutto la placca e il tartaro presenti sui denti. Oggi con l’aiuto dei manipoli sonici la rimozione del tartaro è possibile in modo molto più performante.

 

Come eliminare il tartaro

L’unico modo per togliere efficacemente il tartaro dai denti è sottoporsi a sedute di ablazione del tartaro o detartrasi, che consiste nell’eliminazione meccanica del tartaro sia sopragengivale che sottogengivale con appositi strumenti odontoiatrici.

Gli unici abilitati ad effettuare l’ablazione del tartaro sono l’odontoiatra e l’igienista dentale. Scopri come sceglierli.

In caso di pazienti affetti da parodontite è opportuno sottoporsi alle sedute di detartrasi da un parodontologo in quanto la reale efficacia di una seduta di ablazione del tartaro dipende esclusivamente dall’operatore.

Dopo essersi sottoposti a pulizia dentale professionale, molti pazienti accusano maggiore sensibilità e mobilità dei denti, questa è una reazione assolutamente normale che tende a sparire nel giro di pochi giorni.

Il tartaro infatti nel tempo crea una copertura che agisce come una sorta di isolante termico che rende il dente meno sensibile al caldo o al freddo. Rimuovendo gli accumuli di tartaro il paziente avvertirà maggiormente gli stimoli termici.

 

Come evitare la formazione del tartaro

Il miglior modo per prevenire la formazione della placca batterica e del tartaro è sicuramente mettere in pratica ogni giorno da soli le buone norme di igiene orale, cioè lavarsi i denti dopo i pasti e utilizzare sempre il filo interdentale per eliminare eventuali i residui di cibo rimasti nelle zone più difficili da raggiungere con lo spazzolino e soprattutto usare l’idropulsore o doccetta intraorale (che oggi esiste anche in versione portatile) per eliminare ogni residuo di cibo.

Ulteriori accorgimenti, da affiancare alla pulizia del cavo orale quotidiana, per ridurre l’accumulo di placca possono essere quelli di eliminare le cattive abitudini come il fumo, diminuire l’assunzione di cibi altamente zuccherati e bere molta acqua durante i pasti.

 

Eliminare il tartaro con rimedi naturali

Non è assolutamente possibile eliminare il tartaro da soli con rimedi naturali fai da te, l’unico modo per rimuovere gli accumuli di placca mineralizzati è andare dal proprio dentista e sottoposi a detartrasi.

Fatta questa doverosa premessa, vediamo quali sono i metodi fai da te da affiancare all’uso dello spazzolino e del filo interdentale che possono aiutare a mantenere una bocca pulita.

Forse non tutti sanno che ci sono particolari alimenti, in special modo frutta e verdura crude come sedano, carote e mele che grazie alle loro proprietà benefiche e per l’alto contenuto di fibre aiutano ad auto detergere e pulire i denti. Il mirtillo ad esempio rilascia antiossidanti che combattono i batteri responsabili della carie, mentre il tè verde è ricco di catechine, con proprietà antibatteriche che aiuta a controllare le infiammazioni gengivali, infine le cipolle hanno proprietà antibatteriche legate a un composto a base di zolfo che distrugge i batteri presenti nel cavo orale.

Alcuni consigliano anche di effettuare sciacqui con olio di girasole o di sesamo per eliminare tossine presenti nel cavo orale e con acqua ossigenata e bicarbonato che aiuterebbero a pulire i denti e prevenire l’acidità.

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Apparecchio ai Denti

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Ad occuparsi del riallineamento dei denti storti e del trattamento delle malocclusioni mascellari è l’ortodonzia, il cui obiettivo non è soltanto ridare al paziente un bel sorriso, ma anche recuperare le corrette funzioni della bocca. 

Per fare ciò, il trattamento ortodontico prevede l’uso di apparecchi ai denti che possono essere fissi o mobili a cui, se necessario, devono essere aggiunti mezzi ausiliari come trazioni extraorali o elastici intraorali.

A cosa serve l'apparecchio ai denti?
Apparecchio mobile
Come pulire l'apparecchio mobile
Apparecchio trasparente
Apparecchio fisso
Igiene orale con l'apparecchio fisso
Per quanto tempo si porta?
Apparecchio con trazione extra orale
Apparecchio denti adulti
L'apparecchio ai denti è doloroso?
Quanto costa l'apparecchio ai denti?

 

A cosa serve l’apparecchio ai denti

La terapia ortodontica viene utilizzata per risolvere diverse problematiche come l’affollamento dentale, il diastema, il morso profondo e il morso aperto.

 

Affollamento dentale

Si determina un affollamento dentale quando lo spazio nella mascella non è sufficiente a contenere correttamente tutti i denti che tendono così a crescere storti. Quindi l’obiettivo terapeutico è quello di creare spazio per allineare tutti i denti.

Fino a qualche anno fa nell’età adulta veniva  spesso risolto tramite l’estrazione di uno o più denti.

Grazie all’evoluzione della sequenza biomeccanica dei trattamenti ortodontici l’estrazione di elementi dentali è sempre più rara. Ad ogni modo anche per i casi estrattivi è possibile con l’ ortodonzia linguale fissa senza attacchi nascondere sia la presenza dell’apparecchio sia l’assenza dei denti che sono stati estratti.

 

Diastema

Il diastema è uno spazio presente tra i denti di varia grandezza.  Per correggere questo  difetto una delle soluzioni possibili è seguire un trattamento di tipo ortodontico.

Morso aperto

Il morso aperto è una malocclusione caratterizzata dalla presenza di spazi ben visibili dovuti al mancato contatto fra elementi dell’arcata superiore ed elementi dell’arcata inferiore. Questo tipo di malocclusione può svilupparsi sia per fattori ambientali, come il succhiamento del dito, la respirazione orale e l’interposizione della lingua durante la deglutizione, sia per fattori ereditari, che influenzano le caratteristiche scheletriche del soggetto.

Morso profondo

Il morso profondo è una condizione in cui gli incisivi dell’arcata superiore e/o inferiore erompono più del normale, a causa di un’anomalia scheletrica e/o di posizione dentaria, e questo comporta una copertura eccessiva degli incisivi inferiori da parte dei superiori.  

Oltre a problematiche di tipo estetico, il morso profondo limita i movimenti della mandibola, costringendola a stare più indietro, e questo può comportare disordini e dolori all’articolazione temporo-mandibolare.  Nei casi più gravi in cui i denti arrivano ad urtare alle mucose si possono avere delle problematiche al tessuto di supporto dei denti. 

 

Apparecchio mobile

L’apparecchio mobile per i denti è quello che può essere messo e tolto autonomamente dal paziente.

Viene usato quasi esclusivamente per risolvere alcuni problemi ortodontici in età infantile in quanto, a differenza di quelli fissi, può svolgere la sua funzione anche quando sono ancora presenti i denti da latte. Di solito viene utilizzato per realizzare terapie ortodontiche ortopediche, ossia trattamenti non tanto mirati ad allineare la dentatura quanto piuttosto a modificare in maniera programmata e favorevole la crescita delle ossa mascellari e mandibolari. Lo scopo è quello di ridurre la durata o di evitare la terapia successiva in fase di dentatura permanete,  o di migliorare il risultato estetico e funzionale in quanto la possibilità di intervenire sulla crescita delle ossa termina quasi in contemporanea alla fine della permuta dentaria.

Pertanto rappresenta una fase importantissima della terapia ortodontica, in quanto intervenire precocemente consente spesso di avere risultati migliori da un punto di vista scheletrico e quindi estetico e funzionale, anche se spesso è necessario intervenire successivamente con un apparecchio fisso per ottimizzare l’allineamento e la posizione dentaria.

 

Tipologie di apparecchio mobile

Esistono tre tipi diversi di apparecchio mobile: meccanico, funzionale e di contenzione.

 

L’apparecchio mobile meccanico serve a riallineare i denti storti grazie a una forza esercitata da viti, molle e archi. Questo tipi di apparecchio agisce solo sui denti e non sull’osso e sui muscoli.

 

L’apparecchio funzionale oltre ad agire sullo spostamento dei denti esercita la sua azione anche sui mascellari, indirizzando la crescita ossea e correggendo già le malocclusioni della bocca durante l’età dello sviluppo.

 

L’apparecchio di contenzione, detto anche di mantenimento, viene utilizzato solo alla fine di un trattamento ortodontico e serve a mantenere i denti nella posizione raggiunta. Solitamente va indossato durante il periodo notturno per un lasso di tempo che varia da paziente a paziente.

Istruzioni per l’uso

L’apparecchio rimovibile, per avere risultati soddisfacenti deve essere indossato dalle 14 alle 18 ore al giorno, ovviamente nei primi tempi per familiarizzare con la sua presenza può essere portato per brevi lassi di tempo.

Per abituarsi all’apparecchio mobile sono necessari pochi giorni, anche se all’inizio sono frequenti un pò di fastidio ai denti,  la presenza di irritazioni a gengive, guance e labbra ed un aumento della salivazione. Tutti questi fastidi sono solo iniziali e spariscono velocemente. 

L’apparecchio deve essere tolto ogni volta che si mangia e prima di indossarlo è necessario lavarsi accuratamente i denti.

 

Come pulire l’apparecchio mobile

Anche gli apparecchi tendono ad accumulare placca e batteri per questo se non si vogliono correre rischi per la salute della bocca, è importante pulirli in modo adeguato.

Per mantenere pulito l’apparecchio rimovibile è necessario toglierlo e spazzolarlo accuratamente in ogni sua parte una o più volte al giorno.

Per igienizzarlo ulteriormente una volta a settimana deve essere immerso in un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente con l’aggiunta di una pasticca effervescente per la pulizia di apparecchi mobili.

 

Apparecchio trasparente

Un tipo particolare di apparecchio removibile è quello formato da mascherine trasparenti, con un impatto estetico migliore rispetto all’apparecchio tradizionale, anche se comunque creano l’effetto ottico di una pellicola trasparente su denti. Forse non proprio bello da vedere, comunque discreto.

Questo tipo di apparecchio viene realizzato su misura ed esercita una pressione sui denti che a poco a poco li sposta verso la giusta posizione. Per funzionare al meglio e raggiungere l’obiettivo dei denti diritti l’apparecchio trasparente deve essere portato per tutto il giorno, tranne durante i pasti e l’igiene orale, per un periodo che varia da paziente a paziente.

Non sempre l’apparecchio trasparente può sostituire quello fisso, le mascherine rimovibili sono più adatte in caso di leggeri disallineamenti nelle arcate dentarie, mentre risultano meno efficaci in casi di gravi disallineamenti e malocclusioni più complesse.

 

Apparecchio fisso

L’apparecchio fisso, a differenza di quello mobile, non può essere rimosso autonomamente dal paziente con il vantaggio che le forze necessarie per raddrizzare i denti agiscono per tutto il giorno esercitando una pressione lieve, ma costante.

Lo svantaggio sta nell’impatto estetico, un trattamento ortodontico di questo tipo infatti prevede che vengano applicati sulla superficie di tutti i denti dei brackets,  cioè degli attacchi metallici o in ceramica collegati tra di loro da un filo ortodontico.

Non tutti i pazienti riescono a portare con disinvoltura un apparecchio fisso vestibolare, anzi la maggior parte di loro provano sensazioni di disagio nei rapporti interpersonali. Nei casi come questi è possibile usare un apparecchio linguale che risulta essere completamente invisibile.

 

Tipi di apparecchio fisso

Come già accennato l’apparecchio fisso può essere vestibolare, cioè quello classico con i brackets, o linguale applicato sulla superficie interna dei denti.

 

Materiali apparecchio fisso classico

I brackets dell’apparecchio fisso vestibolare possono essere realizzati in diversi materiali e colori. I classici sono realizzati in metallo, in particolare sono fatti con leghe inossidabili di acciaio per uso medico. Per i pazienti allergici al nichel o ad altri metalli sono disponibili i brackets in titanio.

Per migliorare l’impatto estetico degli apparecchi vestibolari sono stati realizzati i brackets in ceramica che ben si mimetizzano con il colore dei denti, tuttavia sono più costosi rispetto a quelli in metallo. Per i più giovani ed esuberanti possono essere utilizzati brackets in metallo o in ceramica legati agli archi mediante elastici colorati. 

 

Apparecchio invisibile linguale senza attacchi

Per non avere l’ansia e l’imbarazzo di portare un apparecchio fisso vestibolare la soluzione migliore è quella data dall’ortodonzia linguale senza attacchi che oltre ad essere totalmente invisibile all’esterno riduce al minimo i fastidi delle terapie con i brackets linguali, come ad esempio le alterazioni fonetiche o le piccole lesioni sulla lingua.

L’apparecchio linguale senza attacchi infatti è molto più sottile e non presenta sporgenze che possono ferire la lingua.

Questa terapia completamente invisibile ed estremamente confortevole consente il trattamento di tutte le malocclusioni.

 

Igiene orale con l’apparecchio fisso

Chi già porta l’apparecchio ortodontico fisso sa benissimo come sia facile che residui di cibo restino attaccati anche dopo essersi lavati i denti, questa situazione favorisce l’accumulo di placca batterica e l’insorgere di carie e gengiviti.

Per questo è molto importante avere un’igiene orale domiciliare ancora più scrupolosa rispetto al normale.

 

Ma come si fa a mantenere pulita la bocca con l’apparecchio?

Per la pulizia dei denti con l’apparecchio fisso vestibolare servono spazzolino ortodontico, filo interdentale, scovolino, il rilevatore di placca e l’idropulsore. 

 

Lo spazzolino ortodontico ha le setole centrali più basse rispetto alle altre in modo da adattarsi perfettamente alla presenza dei brackets e pulire perfettamente denti e gengive. Per una pulizia ottimale è necessario tenere lo spazzolino in modo obliquo e spostarlo con movimenti circolari e orizzontali in modo da permettere alle setole di arrivare ovunque e rimuovere la placca anche dagli attacchi ortodontici.

 

L’uso del filo interdentale diventa particolarmente difficoltoso con la presenza di un apparecchio fisso per via della presenza delle placche metalliche che potrebbero sfilacciarlo. In questi casi è preferibile usare il superfloss, un filo monofilamento rivestito da uno strato spugnoso con un’estremità abbastanza rigida che ne facilita l’inserimento al di sotto dei punti di contatto dei denti e dei fili metallici.

 

Lo scovolino è un alleato importante per l’igiene orale in quanto non è ostacolato dalla presenza delle legature metalliche e pulisce in profondità le fessure tra i denti e le superfici laterali degli attacchi.

 

Il rilevatore di placca è una pastiglia che si scioglie in bocca e colora le zone dove è necessaria una pulizia più approfondita perchè sono ancora presenti i residui di placca.

L’idropulsore  è un getto di acqua forte che aiuta a rimuovere i residui di cibo e gli accumuli di placca. Può essere utilizzato dopo aver spazzolato i denti in associazione allo scovolino o al filo interdentale.

 

Per quanto tempo si porta l’apparecchio ai denti 

La durata di un trattamento ortodontico varia da paziente a paziente in base al problema da risolvere. Generalmente si può portare l’apparecchio da un minimo di 5 mesi fino ad alcuni anni, di solito 2 nell’adulto.

 

Apparecchio con trazione extra orale

L’apparecchio con trazione extra orale, più comunemente detto baffo, è decisamente poco estetico, ma molto funzionale per la risoluzione delle malocclusioni di seconda classe (arcata superiore sporgente rispetto all’inferiore) in età evolutiva. L’apparecchio extra orale sfrutta un ancoraggio esterno alla bocca da portare nelle ore notturne più qualche ora durante in giorno quando si è a casa.

 

Cosa fare per mantenere i denti diritti

Una volta finito il trattamento ortodontico i denti tendono a tornare nella loro posizione originaria. Infatti la principale paura di chi ha portato un apparecchio ortodontico per diversi anni è che alla fine del trattamento i denti possano tornare storti. Per mantenere i denti diritti è necessario seguire una fase post- trattamento indossando un apparecchio di contenzione. Ci sono due tipologie di apparecchio di contenzione, quello rimovibile e quello fisso. Il primo è realizzato o con una placca in resina oppure con una mascherina trasparente, e va indossato per i primi 1-3 mesi tutto il giorno e successivamente solo la notte. L’apparecchio di contenzione fisso si realizza comunemente con un retainer passivo, ossia un filo attaccato alla superficie linguale dei denti del settore frontale (normalmente da canino a canino).

La durata del periodo di contenzione va stabilita in base alla malocclusione di partenza ed alla eventuale presenza di abitudini viziate sfavorevoli al mantenimento del risultato. Di solito si aggira intorno ai 2 anni.

 

Apparecchio denti per i bambini

Capita spesso che i bambini presentino malocclusioni e denti storti che possono facilmente essere corretti con l’utilizzo di un apparecchio ortodontico.

 

Dentini da latte storti

Spesso i genitori quando vedono che i denti da latte iniziano a crescere storti si allarmano e chiedono consulti medici. In realtà bisogna aspettare che il bambino abbia compiuto almeno due anni e mezzo in modo che l’eruzione dei denti da latte sia completa. Se i dentini sono ancora disallineati allora sarà opportuno contattare un pediatra e successivamente se opportuno un odontoiatra pediatrico.

Anche se non sembrano esserci problemi è comunque opportuno fare una prima visita odontoiatrica intorno ai 3 anni in modo da controllare eventuali disallineamenti, l’assetto e l’evoluzione della bocca, la presenza di eventuali carie, evidenziare la presenza di  abitudini viziate che possono sfavorire la crescita mascellare e l’allineamento dentario. Non da meno vi è il vantaggio di consentire al piccolo paziente di familiarizzare con la figura del dentista. 

A che età mettere l’apparecchio nei bambini?

L’età giusta in cui iniziare una terapia ortodontica di solito è intorno agli 8/ 11 anni. Raramente, e solo per casi molto gravi, si interviene prima di questa età, anche perché si rischierebbe di  intervenire prematuramente poiché gli incisivi centrali e laterali del bambino sono ancora fase di eruzione 

A 8 o 9 anni invece c’è un periodo in cui i molari decidui e quelli permanenti convivono ed è già a partire da questo periodo che una terapia ortodontica, di solito con apparecchi mobili, può cominciare a dare buoni risultati.

Come fare a capire se il bambino ha bisogno di un apparecchio?

L’unico che può decidere se e quando mettere un apparecchio ai denti è l’odontoiatra dopo un’accurata visita preliminare.

 

Apparecchio ortodontico adulti 

La maggior parte delle persone ha ancora l’idea che la terapia ortodontica sia possibile soltanto in età adolescenziale. In realtà non è mai troppo tardi per mettere un apparecchio e correggere denti storti e malocclusioni.

Avere i denti disallineati da grandi può essere fonte di ansia nei rapporti con gli altri, ma questo imbarazzo è anche quello che frena la maggior parte delle persone a intraprendere un trattamento per correggere questo difetto.

Proprio perché è ancora diffusa l’idea che l’apparecchio ai denti è qualcosa che riguarda solo ragazzi e adolescenti e portarlo in età adulta può provocare non pochi disagi.

In realtà è possibile riallineare i denti senza fastidi ricorrendo semplicemente all’ortodonzia linguale senza attacchi.

 

Quali sono i motivi dei denti storti negli adulti?

Fondamentalmente chi arriva all’età adulta con i denti disallineati è perché nell’età evolutiva non ha potuto intervenire per correggerlo oppure nonostante si è terminata una terapia ortodontica non è stata eseguita una corretta fase di contenzione.

 

Fa male portare l’apparecchio ai denti?

Uno dei dubbi più frequenti sull’apparecchio ai denti è se questo faccia male quando venga messo oppure tolto. In realtà il paziente non prova alcun dolore, l’unico fastidio che si può provare è un leggero indolenzimento nei primi giorni successivi all’applicazione dell’apparecchio.

 

Problemi e falsi miti sull’apparecchio ai denti

Può capitare che durante una terapia ortodontica vestibolare possano presentarsi alcuni problemi con l’apparecchio come l’allentamento o la perdita di un attacco, l’ingestione di una parte dell’apparecchio.

Poi ci sono i falsi miti, come quelli legati al bacio o allo sport.

Chi porta l’apparecchio fisso può tranquillamente praticare ogni tipo di attività sportiva, anche quelle che prevedono un contatto fisico come la box o il karate in quanto si può tranquillamente indossare un normale paradenti per proteggersi senza preoccuparsi che questo rovini in qualche modo l’apparecchio fisso o vada a spostarne alcuni elementi.

Ma veniamo alla spinosa questione del bacio, che è la problematica più sentita per la maggior parte degli adolescenti alle prese sia con l’a vita sentimentale che con una terapia ortodontica. Contrariamente a quando si possa pensare, non c’è alcuna controindicazione a baciare con l’apparecchio.

 

Costo dell’apparecchio ai denti

I costi delle terapie ortodontiche sono variabili, tutto dipende dalla tipologia di apparecchio, dal materiale in cui è realizzato e dal problema che bisogna andare a correggere.

Nel prezzo totale della cura ortodontica, oltre ai costi reali dell’apparecchio, rientrano anche quelli relativi alla diagnosi, alla programmazione della terapia e alle costanti visite durante tutta la terapia.

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Tumore della Bocca, Diagnosi e Prevenzione

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Il tumore della bocca è una neoformazione che coinvolge le cellule di rivestimento del cavo orale. Oltre il 90% dei tumori della bocca origina dalle cellule epiteliali squamose, e colpisce maggiormente gli uomini, il 7%, rispetto alle donne, colpite nell’1% dei casi.

Negli ultimi tempi si è registrato un forte aumento dello sviluppo del cancro alla bocca, ogni anno infatti vengono diagnosticati all’incirca 6.000 nuovi casi.

Purtroppo anche la percentuale di mortalità è molto elevata, non perché non sia un tumore curabile, anzi, ma perché nella maggior parte dei casi la diagnosi avviene quando il tumore è già nella sua fase avanzata e necessita di terapie invasive che non sempre portano ai risultati sperati.

Spesso, infatti, i pazienti sottovalutano o non conoscono i sintomi del carcinoma del cavo orale recandosi tardivamente dal proprio dentista. Anche in questo caso, come per tutti gli altri tipi di tumore, la prevenzione e la diagnosi precoce possono salvare la vita. Se il tumore alla bocca viene diagnosticato e curato in tempo si ha circa l’80% di possibilità di guarire dalla malattia con interventi meno invasivi e invalidanti.

Fattori di rischio del carcinoma orale

Nella maggior parte dei casi il carcinoma del cavo orale è legato al consumo eccessivo di alcool, al fumo, infiammazioni croniche, condizioni di traumatismo della superficie interna della bocca e infezioni da papilloma virus.

Per diminuire l’incidenza dei fattori di rischio il consiglio è adottare uno stile di vita sano con un’alimentazione ricca di frutta e verdure, diminuire il consumo di alcool ed evitare di fumare.

Le parti della bocca più colpite dal tumore sono la lingua, le labbra, la mucosa delle guance e l’orofaringe.

Tumore della lingua

I tumori alla lingua nella maggior parte dei casi sono carcinomi spino-cellulari che possono svilupparsi nella parte anteriore (lingua mobile), in quella posteriore e ai bordi della lingua.

I fattori d’incidenza di sviluppo del carcinoma alla lingua sono gli stessi di tutti i tumori della bocca.

I sintomi purtroppo non sono sempre immediatamente evidenti e il tumore diventa sintomatico quando è già compromessa la mobilità della lingua. Tuttavia ci sono segnali che possono mettere in allarme e spingerci a chiedere un consulto medico nel più breve tempo possibile.

Il tumore alla lingua, infatti, si può manifestare come una macchia bianca o rossa oppure come una lesione sanguinante che tarda a guarire.

In questi casi il dentista provvederà a eseguire una palpazione bimanuale delle strutture del cavo orale e dei linfonodi periorali e del collo.

Se necessario si procederà con una biopsia della lesione e con un esame diagnostico radiologico (Tac o risonanza magnetica) con mezzo di contrasto.

Il tumore alla lingua è complicato da trattare perché oltre a tutti i problemi di natura oncologica possono sorgere tutta una serie di problematiche derivanti da una terapia invasiva.

Rispetto al carcinoma infatti si procede per via chirurgica con l’asportazione della parte della lingua coinvolta, ciò può portare nel post-operatorio ad avere problemi di fonazione, deglutizione e respirazione.

Di solito la terapia chirurgica viene affiancata da radioterapie o chemioterapie.

Tumore alle labbra

Il cancro labiale è uno dei tumori più frequenti del cavo orale, ma fortunatamente è anche quello che provoca meno decessi.

Nella maggior parte dei casi si tratta di carcinomi squamosi che colpiscono prevalentemente il labbro inferiore.

Ai fattori di rischio già elencati va aggiunta la prolungata esposizione ai raggi solari senza protezione e a condizioni atmosferiche sfavorevoli.

Il carcinoma labiale si presenta come piccole escrescenze simili a verruche, ulcere o ragadi che non guariscono.

Nel caso si noti la presenza di una di queste alterazioni che non vanno via nel giro di due o al massimo tre settimane è importante ricorrere all’immediato consulto di un medico che provvederà a eseguire indagini approfondite.

Dopo un attento esame visivo se necessario si procede al prelievo di un frammento per l’esame istologico.

Nel caso sia confermata la presenza di un tumore alle labbra, si interviene chirurgicamente per l’asportazione della lesione.

Se il problema si è diffuso anche ai linfonodi allora si dovrà effettuare un’operazione più estesa.

Tumore orofaringeo

Le forme più comuni delle alterazioni che interessano l’orofaringe sono la leucopatia, che si manifesta con macchie bianche, e l’eritroplachia, che si presenta con macchie rosse.

I sintomi possono variare in base alla localizzazione del tumore, tuttavia se si verificano stadi di persistenza di infiammazione alla gola, dolore durante la deglutizione e all’orecchio, gonfiore cervicale senza infezioni, sensazione della presenza di un corpo estraneo in gola o rigurgito nasale, è opportuno rivolgersi a un medico. In caso di sospetta presenza di un tumore all’orofaringe verranno eseguiti esami radiologici e biopsia, che in alcuni casi può richiedere che il paziente vanga sottoposto ad anestesia generale.

La cura del carcinoma oroafaringeo prevede l’esecuzione di terapie combinata: intervento chirurgico, radioterapia e chemioterapia.

Prevenzione

Come sempre un potente alleato per la cura dei carcinomi del cavo orale e non solo è la prevenzione.

Oltre a evitare comportamenti a rischio è importante che si impari a prendersi cura di se in prima persona.

Cosa fare per prevenire i tumori alla bocca?

  • Programmare periodiche visite dal dentista per verificare lo stato di salute generale del cavo orale
  • I soggetti a rischio, cioè persone ultra quarantenni che fumano e consumano quotidianamente alcolici, devono pianificare una visita di prevenzione almeno una volta all’anno
  • Fare un autoesame della bocca
  • Rivolgersi immediatamente a uno specialista in caso di dubbi

 

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24 Domande frequenti sull’implantologia

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Le cause che portano alla perdita di uno o più denti possono essere diverse, come traumi, carie, fratture o parodontite.

La mancanza di un dente può avere diverse conseguenze sia estetiche sia sulla salute e sulla funzionalità della bocca. Le prime possono avere anche ripercussioni psicologiche a causa dell’imbarazzo e dell’insicurezza che si manifesta nei rapporti interpersonali.

Per quanto riguarda le seconde, i problemi più frequenti sono la diminuzione dell’efficienza masticatoria, lo spostamento dei denti contigui, la deformità dell’area a causa della perdita dell’osso (il volume osseo è mantenuto dalla presenza dell’elemento dentario) , le difficoltà fonatorie soprattutto nella pronuncia della S.

Sia per questioni estetiche che per questioni funzionali, sempre più persone decidono di ritornare alla normalità ricorrendo a un impianto dentale che ad oggi è la soluzione più conservativa per sostituire un dente mancante in quanto non vengono ridotti (limati) i denti contigui.

Impiantare un dente vuol dire comunque sottoporsi a un intervento chirurgico e come succede sempre in questi casi, i pazienti sono assaliti da paure, dubbi e domande a cui proviamo a dare risposta.

 - Cos'è l'implantologia dentale?
 - Cos'è l'implantologia guidata?
 - E quella a carico immediato?
 - Cosa si intende per impianto dentale?
 - Quando mettere l'impianto dentale?
 - Come si svolge un intervento di implantologia dentale?
 - Proverò dolore dopo l'intervento?
 - Durante il trattamento, rimarrò senza denti?
 - Ci sono limiti di età per sottoporsi al trattamento?
 - Quali sono le controindicazioni?
 - Quali sono i vantaggi nel mettere un impianto ai denti?
 - Se c'è mancanza d'osso, posso comunque mettere l'impianto?
 - Cos'è il rialzo del seno mascellare?
 - Quali sono i materiali da cui è formato l'impianto?
 - È vero che esiste anche un impianto bianco?
 - Quanto dura un impianto dentale?
 - C'è rischio di allergia o di rigetto?
 - Come faccio a far durare l'impianto più a lungo?
 - Come devo pulire i denti con l'impianto?
 - Posso sostituire un vecchio impianto?
 - Ho un alone grigio intorno alla gengiva dove è presente l'impianto
 - Quanto costa un impianto dentale?
 - Porto la dentiera, posso sostituirla con un impianto?
 - Soffro di piorrea, posso farmi sostituire i denti malati con un impianto?

 

Cos’è l’implantologia dentale?

L’implantologia è un ramo dell’odontoiatrica che si occupa specificamente della sostituzione di elementi dentari mancanti con gli impianti dentali.

Nonostante i grandi sviluppi tecnologici, l’implantologia è una specializzazione abbastanza recente. Prima la soluzione adottata per risolvere il problema della caduta dei denti era fondamentalmente il ricorso a protesi dentali, meglio conosciute come ponti o dentiere.

L’implantologia è sicuramente una tecnica più efficace e che nel lungo periodo non porterà fastidi, come invece succede per le protesi mobili.

Inoltre la soluzione implantare non esige la preparazione dei denti naturali vicini allo spazio vuoto consentendo così di conservarli completamente.

 

Cos’è l’implantologia guidata?

L’approccio dell’implantologia guidata offre numerosi vantaggi ai pazienti che devono sottoporsi a questo tipo di trattamento perché guidata, appunto, da tecnologie digitali, nello specifico il computer, scanner 3d. 

L’intervento chirurgico in questo caso non solo garantisce una maggiore prevedibilità dei risultati, ma è anche una maggiore precisione e una minore invasività.

L’implatologia guidata permette di eseguire un intervento senza tagli di sutura e quindi senza punti perchè pianifichiamo al computer la posizione esatta degli impianti sulla base della Tac Cone Beam che il paziente ha eseguito. Successivamente attraverso una mascherina di posizionamento inseriremo in modo facile e veloce gli impianti senza eseguire alcun lembo a meno che non sia necessario per altri motivi come una mancanza di geniva aderente.

Essere estremamente precisi nel posizionare l’impianto è di fondamentale importanza per la perfetta riuscita dell’intervento e per evitare il rischio di perdita dell’impianto, per questo motivo è importante affidarsi in mani di specialisti che nel loro studio ricorrono all’utilizzo di moderne tecnologie.

E’importante sottolineare che l’implantologia guidata non è sempre possibile. Infatti può essere eseguita sono nei casi in cui abbiamo una sufficiente quantità di osso e gengiva. Se invece come spesso accade abbiamo una carenza di osso dovendo ricorrere a manovre rigenerative (Split Crest, Rialzo del seno, Gbr, etc) non è possibile ricorrere ad una chirurgia guidata se non per avere un indicazione sulla posizione dell’impianto.

Anche l’utilizzo del microscopio ottico risulta essere molto utile per valutare clinicamente la precisione del manufatto protesico..

 

E quella a carico immediato?

Si parla di implantologia a carico immediato nei casi in cui è possibile posizionare sia l’impianto che il manufatto protesico nella stessa seduta. Normalmente, infatti tra la collocazione dell’impianto e l’applicazione del carico è necessario attendere un tempo che può andare dalle 4 alle 12 settimane.

Il requisito principale per poter realizzare un intervento di implantologia a carico immediato è la stabilità primaria dell’impianto.

Per fare un pò di chiarezza sull’argomento bisogna sapere che una volta inserito un impianto nell’osso questo nel periodo di guarigione, detta anche osteointegrazione, non deve subire micromovimenti superiori ai 75Micron. Si è potuto constatare che se più impianti vengono solidarizzati tra di loro appena inseriti questi anche masticando non subiscono micromovimenti tali da inficiare la loro guarigione.

Utilizzando una chirurgia implantare guidata noi sappiamo, prima di eseguire l’intervento, la posizione esatta di dove verranno inseriti gli impianti. In questo modo possiamo costruire una protesi fissa che si avvita agli impianti anche prima dell’inserimento degli stessi per poterla così solo avvitare al momento in cui eseguiamo l’intervento di inserimento implantare.

E’ importante sottolineare che in questo caso tutte le sedute necessarie per costruire una protesi corretta da un punto di vista funzionale ed estetico vanno eseguite prima dell’inserimento degli impianti.

Per cui spesso erroneamente si pensa che si possa andare dal dentista /implantologo ed inserire gli impianti e contemporaneamente una protesi a carico immediato in poche ore. Questo non è vero. sono sempre necessarie diverse sedute per la realizzazione della protesi e per la pianificazione dell’intervento.

 

Cosa si intende per impianto dentale?

L’impianto non è altro che una radice artificiale in titanio che viene ancorata all’osso e che funziona come supporto a singoli denti, a gruppi di denti o per una protesi completa.

Il titanio è un materiale biocompatibile per questo il “Rigetto” degli impianti è un evenienza che non esiste in implantologia osteointegrata.

Un impianto nell’immediato, quindi a breve termine, può essere perso per errori in fase chirurgica (surriscaldamento dell’ osso, contaminazione con la saliva della superficie implantare, etc) o nelle fasi successive (se ad esempio il paziente ha fumato, se si è mangiato sopra l’impianto inducendo dei micromovimenti, etc).

 

Quando mettere l’impianto dentale?

Si inserisce un impianto dentale solo quando il dente è già caduto, nei casi in cui i pazienti presentano carie profonde, devitalizzazioni o danni parodontali gravi si agisce sempre per salvare il dente naturale.

La maggior parte delle persone non sanno che con le moderne tecniche e strumentazioni, possono essere messe in atto terapie che curano e salvano i denti anche in casi molto gravi. Purtroppo dall’altro lato ci sono dentisti che procedono all’estrazione e alla sostituzione del dente con l’impianto in modo indiscriminato. Il nostro consiglio a questo punto è di informarsi in modo accurato sulle possibili terapie in caso di parodontite e rivolgersi a quei professionisti che voglio salvare piuttosto che sostituire il dente.

E’ sempre meglio mantenere il proprio dente quando è possibile anche perchè il dente possedendo intorno ad esso il legamento parodontale oltre a fornirci una sensibilità maggiore quando mangiamo impedisce la perdita di osso intorno ad esso. Perdita che invece avviene e prosegue negli anni quando inseriamo un impianto.

 

Come si svolge un intervento di implantologia dentale?

Prima di sottoporsi a un intervento per posizionare un impianto dentale il paziente deve seguire una terapia con antibioici e antiinfiammatori per annullare la possibilità di infezioni.

L’intervento è svolto in anestesia locale e dura all’incirca 30 minuti, il paziente non sentirà assolutamente dolore, ma se si soffre di odontofobia, la paura del dentista, è possibile ricorre alla sedazione cosciente, che ricordiamo è a nostro avviso possibile solo se è presente anche un anestesista in studio.

Dopo alcuni giorni si procede alla rimozione dei punti.  Dopo 3 mesi per l’arcata superiore e un mese e mezzo per l’arcata inferiore (6-9 mesi in caso in cui siano necessarie manovre rigenerative), periodo in cui l’osso maturerà intorno all’impianto, si passa alla fase protesica.

Bisogna ricordare che la nuova superficie Slactive della Straumann permette una guarigione più rapida (un mese e mezzo per l’arcata superiore e 3 settimane per l’arcata inferiore).

 

Proverò dolore dopo l’intervento?

Durante la fase di guarigione può capitare di provare dolore e che si manifesti una lieve tumefazione, comunque nulla che non può essere tenuto sotto controllo con comuni antiinfiammatori ed antidolorifici.

 

Durante tutto il trattamento rimarrò comunque senza i denti?

No, nella maggior parte dei casi è possibile impiegare una soluzione protesica provvisoria, fissa o mobile, fino a quando non sarà applicata quella definitiva. Detto in altre parole, il paziente non sarà costretto a rimanere senza denti nei 3 o 4 mesi in cui si compie il processo di guarigione.

 

Chi si può sottoporre all’intervento? Ci sono limiti di età?

Fondamentalmente a tutti i pazienti può essere applicato un impianto dentale, sarà comunque l’odontoiatra a valutare caso per caso e se necessario a suggerire valide altrernative all’intervento implantare.

L’età non è un fattore che incide sulla decisione di mettere o meno l’impianto.

Nel caso in cui si tratti di adolescenti bisogna invece sempre aspettare fino a quando lo sviluppo osseo non sia completo.

 

Quali sono le controindicazioni?

Le controindicazioni all’intervento sono rare, come lo è il rischio di infezione.

Il consigliabile di non fumare nelle fasi subito successive all’inserimento degli impianti.

Grazie all’utilizzo dei moderni mezzi diagnostici, l’altezza, la larghezza, la lunghezza, la forma dell’osso e i rapporti tra impianti e struttura protesica vengono misurati con estrema precisione.

Prima di effettuare l’operazione infatti, il paziente viene esaminato attentamente in modo da capire nello specifico quali e quanti impianti dentali possono essere inseriti.

 

Quali sono i vantaggi nel mettere un impianto ai denti?

È importante sostituire un dente caduto con un impianto nel più breve tempo possibile.

Perdere più elementi dentari senza sostituirli può causare modifiche nella morfologia del viso e la mobilità degli elementi rimanenti per trauma occlusale.

A differenza delle protesi dentali inoltre con l’impianto si scongiurano sia tutti quei fastidi come il dolore dovuto dall’irritazione delle gengive sia la preoccupazione e l’imbarazzo dovuti al fatto che le dentiere possano muoversi e spostarsi quando si mangiano certi tipi di alimenti o comunque durante situazioni di convivialità.

 

Se c’è una mancanza d’osso posso lo stesso mettere l’impianto?

Fino a poco tempo in alcune condizioni la scarsa quantità di osso presente non rendeva possibile l’inserimento di impianti senza eseguire interventi di rigenerazione ossea, ma oggi grazie alle nuove leghe in titanio zirconia molto più resistenti (come la lega Roxolid della Straumann) è possibile usufruire di impianti più sottili (di soli 3,3 millimetri) e più corti (di soli 4 mm) che possono essere utilizzati anche in condizioni di scarsa quantità ossea evitando spesso così manovre spesso complesse di rigenerazione ossea.

In casi di grave atrofia è comunque possibile praticare manovre rigenerative, come il rialzo mascellare, l’espansione ossea, l’innesto osseo, in modo da creare volumi ossei adatti a ospitare un impianto.

 

Cos’è il rialzo del seno mascellare?

È una manovra di rigenerazione ossea. Il seno mascellare è una cavità ossea presente nel massiccio facciale al di sotto dello zigomo. Le sue funzioni sono quelle di aiutare nella respirazione e di alleggerire il peso del cranio.

Dopo la caduta dei denti il seno mascellare si espande a discapito dell’osso alveolare. In una situazione del genere con manovre mini invasive o più estese si può ristabilire una sufficiente quantità di osso per l’inserimento dell’impianto semplicemente rialzando il pavimento del seno mascellare.

Questo può oggi essere fatto sempre più spesso stesso dal foro nel quale inseriamo l’impianto in modo miniinvasivo.

 

Quali sono i materiali da cui è formato l’impianto?

Gli impianti sono realizzati con un materiale altamente biocompatibile, il titanio medicale che si integra perfettamente nell’osso, senza provocare reazioni da corpo estraneo. Tra le principali case produttrici citiamo Straumann e NobelBiocare, società la cui affidabilità è certificata dall’ Internetional Team of Implantology.

 

È vero che esiste anche un impianto bianco?

Si, è l’impianto Straumann PURE Ceramic ideale per trattare pazienti con un biotipo gengivale molto sottile o semplicemente che preferiscono soluzioni senza la presenza di metalli.

Bisogna anche dire che essendo un monocomponente, cioè un unico pezzo con il moncone, non è consigliabile l’inserimento nella zona anteriore ma solo a livello dei premolari.

 

Quanto dura un impianto dentale?

Secondo gli studi attuali pubblicati su Pubmed (la libreria della medicina) nel 98% dei casi l’impianto dura oltre 10 anni.

 

C’è rischio di allergia o di rigetto?

Gli impianti sono altamente biocompatibili quindi il rischio di allergie è praticamente nullo.

Per quanto riguarda il pericolo di rigetto degli impianti è possibile affermare con assoluta certezza che questo tipo di minaccia è inesistente.

Il falso mito del rigetto degli impianti dentali viene spesso utilizzata da “professionisti” del settore per giustificare una mancata osteointegrazione dovuta probabilmente a infezioni batteriche a causa della scarsa sterilizzazione del campo operatorio durante l’operazione o a errori di natura tecnica, come il surriscaldamento dell’osso o una sbagliata valutazione del carico.

Tutte queste condizioni nel breve o nel lungo periodo portano alla perdita dell’impianto.

Nel caso in cui l’impianto cada dopo qualche anno per infezione batterica che colpisce i tessuti che lo supportano si parla di perimplantite.

Questa patologia agisce come la parodontite causando in riassorbimento osseo e di conseguenza la perdita dell’impianto nel lungo periodo.

 

Come faccio a preservare l’impianto e farlo durare più a lungo?

Per far si che un impianto dentale rimanga integro e duri più a lungo è indispensabile effettuare regolari viste di controllo (ogni 3 mesi circa) in cui il dentista può esaminare le infrastruttura implantare ed eseguire una corretta igiene orale.

L’igiene orale attorno agli impianti non può essere eseguita con i manipoli ad ultrasuoni con cui normalmente viene eseguita una pulizia dei denti. Infatti la punta metallica degli ablatori graffierebbe gli impianti. Oggi la Komet ha realizzato speciali punte soniche in materiale plastico polimero che preserva da graffi la superficie implantare.

Tenere la bocca pulita è fondamentale per evitare il rischio di caduta dell’impianto.

Per questo motivo consigliamo anche  l’uso dell’idropulsore al fine di evitare ,proprio a causa della placca e dei depositi di tartaro, l’attivarsi di processi di distruzione ossea.

 

Come devo pulire i denti con l’impianto?

Valgono le regole generali dell’igiene domiciliare, ossia lavarsi i denti dopo ogni pasto per 3 minuti e passare il filo interdentale almeno una volta al giorno.

Lo spazzolino consigliato è quello con le setole medie e la tecnica da utilizzare è la seguente:

si introducono le setole nel solco con un angolatura di circa 45° rispetto al dente e si effettua una lieve pressione. Il passaggio successivo è quello di effettuare una rotazione delle setole verso la corona.

Una buona norma è quelle di effettuare dei cicli di sciacqui con collutori a base di clorexidina ogni 12h, per 7-10 gg al mese.

E’ a nostro avviso fondamentale anche l’utilizzo dell’idropulsore. Oggi ne esistono anche di portatili.

 

Posso sostituire un vecchio impianto?

Certo, ma nei casi in cui siano presenti infezioni che conducono a una grave perdita ossea attorno all’impianto o perché il vecchio impianto non è stato applicato correttamente.

 

Cos’è quell’alone grigio intorno alla gengiva dove è presente l’impianto?

Questo è un problema che ricorre spesso nell’implantologia soprattutto nelle aree estetiche ed è dovuto a uno scorretto posizionamento a causa di una scarsa pianificazione dell’intervento o ad una scorretta gestione dei tessuti molli..

In questi casi oltre all’antiestetico alone scuro, le gengive presentano un aspetto innaturale e asimmetrico rispetto ai denti vicini.

 

Quanto costa un impianto dentale?

Anche se può sembrare banale, l’unica risposta possibile in questo caso è che dipende dalla complessità del caso e dal numero degli impianti che devono essere applicati.

Ovviamente incide anche la marca dell’impianto utilizzato e sopratutto la competenza e professionalità del chirurgo.

Leggi di più sui costi dell’implantologia.

 

Porto la dentiera da diverso tempo, posso sostituirla con un impianto?

La risposta è si, anzi chi decide di sostituire la dentiera con l’applicazione di impianti dentali si accorgerà presto dei suoi vantaggi rispetto alla protesi mobile.

 

Soffro di piorrea posso farmi estrarre i denti malati e sostituirli con un impianto?

Come tutti sanno la parodontite è una delle principali cause della caduta degli elementi dentali, quello che forse è poco conosciuto è che questo tipo di malattia può essere curata grazie a sedute di curettage, detratrasi, pulizie profonde, interventi parodontali, salvando così i denti naturali del paziente quando non sono già totalmente compromessi.

E’ sempre meglio conservare i propri denti naturali.

 

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Grillz: protesi preziose per un sorriso da vip

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A volte ritornano!

Stiamo parlando dell’ultima tendenza delle star d’oltreoceano che man mano si sta diffondendo anche nel Bel Paese, quella del grillz. Non si tratta di comuni faccette dentali, ma di protesi rimovibili “molto particolari”.

La moda dei denti d’oro non è una novità nel mondo delle celebrities. Già negli anni ’80, i cantanti rap, oltre ai classici “patacconi” appesi al collo, sfoggiavano con orgoglio il loro sorriso dorato.

L’obiettivo dei rapper statunitensi era ovviamente quello di rimarcare con forza il raggiungimento dello status sociale tanto desiderato.

Ma se nei mitici anno ’80 la maggior parte delle persone vedendo quelle immagini avrebbe storto il naso additando le star dell’hip hop come portatori sani di oscenità, oggi il grillz sembra essere l’oggetto di culto estetico a cui le celebrità della musica e del cinema, ma non solo, sembrano non poter rinunciare.

Ma che cos’è il grillz?

grillz come faccette dentali protesiIl grillz è una specie di protesi rimovibile realizzata in oro, argento o platino e impreziosita all’occorrenza da diamanti e altre pietre preziose, il tutto per rendere il sorriso ancora più sfavillante.

Solitamente, viene fissato sulla dentatura anteriore, superiore o inferiore a seconda dei gusti.

A rilanciare la moda dell’eccentrico apparecchio di lusso, non poteva che essere lei, Madonna, che ne aveva fatto bella mostra qualche tempo fa proprio nella capitale italiana.

Ovviamente il richiamo “sbrilluccicante” delle protesi tempestate di diamanti non poteva rimanere inascoltato e nel giro di pochissimo tempo sono apparse su social network e giornali le foto delle star con i loro denti ingabbiati in preziose griglie.

Alla lista dei portatori di grillz, si sono presto aggiunti i nomi di Katy Perry, Rihanna, Lady Gaga, Justin Bieber, Jessica Simpson e dello sportivo Ryan Lochte, che durante una premiazione olimpica ha sfoggiato al mondo il suo sorriso a stelle e strisce.

Dopo questa breve parentesi di gossip, cerchiamo di capire se e quali danni ai denti possono provocare questi apparecchi.

I danni ai denti da grillz

Anche se all’apparenza sembra un innocuo gioiello, in realtà questo tipo di protesi può provocare problemi anche seri alla salute dentale.

I grillz, infatti, possono portare ad un accumulo eccessivo di placca che di conseguenza si trasforma in tartaro, aumentando il rischio di formazione di carie o di altre malattie gengivali.

Ovviamente il pericolo di sviluppare malattie della bocca può essere diminuito facendo un uso moderato e prudente di questi dispositivi. Portandolo per brevi lassi di tempo e facendo attenzione a mantenere una scrupolosa igiene orale (sia della bocca che della protesi), il grillz non dovrebbe portare fastidi o problemi di alcun tipo.

Le cose cambiano nel momento in cui si fa un uso prolungato di queste preziose griglie. Indossare per tutto il giorno il grillz, oltre ad aumentare esponenzialmente il rischio di carie e gengivite, può provocare dolore ai dentimal di testaalito cattivo e nei casi più gravi modificare la conformazione dell’arcata dentale.

Quando si frappone fra i denti un dispositivo come il grillz per molto tempo, può succedere che l’occlusione (la chiusura dei denti) non sia ottimale, con il pericolo che si verifichino piccoli spostamenti che possono avere conseguenze sull’articolazione temporo-madibolare.

Un altro pericolo per la salute dentale può derivare dalla scelta del materiale. I grillz dei vip sono realizzati con materiali preziosi che in genere non portano problemi ma, nel caso in cui, visti gli alti costi, ci si orienti verso leghe non preziose, possono verificarsi allergie o aumenti nelle proliferazione e diffusione batterica.

Grillz fatti su misura o standard?

Essendo diventato un prodotto di moda, i grillz sono venduti su larga scala ed hanno misure standard. Indossare protesi standard che non tengono conto della conformazione della bocca e dei denti può risultare più rischioso.

Se proprio si decide di seguire questa tendenza, la cosa migliore è seguire appieno l’esempio dei vip e, quindi, far realizzare la protesi su misura in base all’impronta dentale del paziente.

Ma quanto costa il grillz?                                 

grillz-oro-diamanti

Grillz in oro e diamanti

Il costo del grillz, ovviamente, varia moltissimo in base ai materiali usati ed in presenza di pietre preziose come i diamanti.

Come dicevamo, oggi ne vengono prodotti molti su larga scala e venduti in modo massivo anche on line con prezzi che in alcuni casi partono dai 10 euro mentre quelli realizzati su misura e con metalli preziosi possono arrivare a costare anche migliaia di euro.

Il Grillz più costoso che abbiamo trovato in rete è stato realizzato in oro tempestato di brillanti da un dentista di Dubai al costo di 152.700 dollari. Bello, vero?!?

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